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Cara Varese

COMUNITÀ DA AIUTARE

PIERFAUSTO VEDANI - 01/08/2014

Quando, anni or sono, erano alle viste importanti lotte sociali e si era nell’imminenza della pausa estiva veniva annunciato un “autunno caldo”, immagine estesa poi ad altre situazioni di forte tensione.

Noi veniamo da un inverno, da una primavera e da una estate che, non avendo rispettato le canoniche escursioni meteorologiche, ci hanno molto irritati e ancora più maldisposti verso un autunno che gli esperti di politica, economia e problemi sociali non prevedono caldo, ma torrido.

Se i forzieri del Comune e delle altre istituzioni civiche fossero ricolmi, il progetto di un assalto, sia pure disordinato come quello ai forni del pane di manzoniana memoria, potrebbe essere preso in considerazione dai più intolleranti, ma sarebbe un’impresa che farebbe felici solo i collezionisti di ragnatele.

La situazione generale è molto difficile e forse è il momento di uno sforzo collettivo e di una collaborazione che vadano oltre gli schemi tradizionali e favoriscano il superamento dell’emergenza.

Aldilà dei tradizionali diritti e doveri che ci competono, noi singoli cittadini oggi possiamo aiutare di più la comunità.

Per cominciare non sarebbe un grande sacrificio rimettere un pochino in ordine noi stessi, dare riscontri concreti alla nostra attenzione a problemi che a volte ci indignano: per esempio la pulizia della città.

Varese, ecco un piccolo riferimento, è ancora più sporca e puzzolente dopo le notti e gli appuntamenti che hanno tra i protagonisti anche nostri figli e nipoti. L’educazione civica – i francesi la chiamano addirittura civilizzazione – nasce nelle famiglie e a scuola, che nel nostro Paese non è più quella di un tempo perché il patto educativo tra docenti e famiglie venne rotto nel nome di una presunta democrazia che voleva i docenti all’angolo e i nostri rampolli, traboccanti di genio leonardesco, non più vittime sacrificali di un sistema barbaro.

Ma si può essere utili alla città anche calandoci di più nella vivace realtà associativa che opera su vasti fronti che vanno da quelli della solidarietà sociale a quelli ambientali e culturali. E dobbiamo ricordare il profilo e l’importanza che hanno sempre avuto i club sportivi.

Ma si può essere “nuovi” e utili alla rinascita cittadina anche all’ interno del condominio nel quale si abita e dove ci possono essere persone sole e bisognose di aiuto e di conforto. Anche nel condominio delle istituzioni civiche di Varese oggi c’è molta solitudine. Una condizione non nuova, direi tradizionale se pensiamo al singolare atteggiamento dei varesini nei confronti delle maggioranze da decenni padrone di Palazzo Estense.

Ricevuta quantità di voti in abbondanza, la vasta area moderata del Palazzo gestiva nel segno di una fiducia totale – priva di controlli e contrasti – da parte dell’elettorato al quale tutto andava bene. La crisi nazionale ha ribaltato anche il tavolo dello stracco gioco amministrativo e oggi sembra che la Giunta comunale, a causa di alcune sue scelte urbanistiche che hanno suscitato forti e democratiche reazioni, goda di una solitudine non più tradizionale ma dovuta al dissenso di moltissimi amici.

Gli avversari cercheranno di affondarla, i sostenitori delusi dovrebbero spronarla perché il tempo delle elezioni è ancora lontano e comunque non va sprecato. La grande crisi richiede attenzione e impegno da parte di tutti.

Ci sono obiettivi che interessano la comunità intera e non devono far parte di una ristretta bottega politica, come riforma sanitaria, urbanistica e polo di Nord Ovest delle comunicazioni.

Se le istituzioni avranno creato condizioni, accettabili, al confronto, o meglio al dialogo, potrebbero essere utili le voci dei cittadini più attenti, recuperati dalla stessa crisi a una maggiore partecipazione. Che è sinonimo di libertà.

Sarebbe l’inizio di una nuova era per Varese, di un cammino che entrando negli anni duemila tutti ritenevamo possibile pensando forse che una semplice pagina di calendario, sia pure voltata e festeggiata con entusiasmo, fosse portatrice di una carica rivoluzionaria. Invece ci ha offerto anni che non sono stati i migliori della nostra vita.

Autunno caldo o torrido, non possiamo affrontarlo da spettatori. Spendiamoci anche in qualcosa di piccolo ma di positivo, per noi e per i compagni di naufragio. Sulla barca cittadina ci siamo tutti, anche i nocchieri disinvolti. Li lasceremo al prossimo porto, oggi conta solo la certezza dell’approdo.

 

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