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Cara Varese

ANZIANI ED ESCLUSI

PIERFAUSTO VEDANI - 31/10/2014

Gli hanno suggerito di farsi operare a Varese, all’Ospedale di Circolo – dove c’è un “otorino” di meritata fama internazionale – e di conseguenza ha lasciato una regione che in materia di assistenza sanitaria va forte, l’Emilia. Dopo l’intervento è ritornato a casa molto soddisfatto per le cure ricevute, per come funziona il reparto e anche per la grande umanità del professor Castelnuovo, professionista molto riservato che evita araldi e proclami, ma è ugualmente una gran bella bandiera del nostro ospedale.

Negli stessi giorni una anziana signora, che vive sola, rientrava a Varese dopo giorni da incubo dedicati al recupero postoperatorio e vissuti in una struttura distante parecchi chilometri dalla nostra città.

Da Tradate, dove si era fatta operare, per ridare piena funzionalità all’articolazione l’anziana è stata inviata, ancora più lontano da Varese, in una struttura che ospitava anche pazienti affetti da altre patologie. La degenza non è stata facile anche per chi conosceva la dura vita del lavoro, dell’impegno familiare e lo stress della malattia e della solitudine. Il giorno delle dimissioni, del ritorno a casa, è stato davvero bello dopo un periodo di notevole sofferenza psicologica.

I due episodi permettono di ricordare che al “Circolo” ancora e sempre in ambito accademico esistono delle eccellenze mentre nel sistema ospedaliero regionale ci sono problemi di non facile soluzione se certi pazienti, in particolare gli anziani, per essere curati vanno incontro a situazioni davvero pesanti quanto meno sotto l’aspetto logistico.

La disavventura della nostra concittadina permette di riflettere sull’inaccettabile ridimensionamento di quella cultura dell’assistenza agli anziani che aveva portato alla ribalta nazionale l’ospedale di Circolo quando, all’inizio degli Anni 60, per i nostri cari vecchi fu costruito un intero padiglione. Una cultura che è stata onorata sino all’avvento delle regioni. Con il governo a Milano si pensava che la politica sarebbe stata più vicina alla gente, invece i partiti – è successo in tutta Italia – hanno avuto molta cura per sé stessi per poi svilire, come se tutto fosse sbagliato e tutto da rifare, quanto sul territorio era stato autonomamente proposto e realizzato nel passato.

E così oggi nella Lombardia dei primati, nella Varese del governatore Maroni e del presidente Cattaneo, ecco che ci ritroviamo per esempio con un nanoreparto di geriatria, con centri privati di riabilitazione diffusi sul territorio mentre vanno in rovina strutture come quella di Velate e appaiono come spettri alcune sedi inutilizzate del vecchio ospedale, dove avrebbero potuto completare il loro recupero tanti nonnini e nonnine.

Gli Attila della salute hanno concertato altri piani d’azione, meraviglie urbanistiche come i mancati trasferimenti di “Circolo” e “Del Ponte”. Sono state fatte scelte che vedono investite grandi risorse per obiettivi di difficile realizzazione.

Dal fronte politico sono arrivate notizie di scontri, di cambi di campo nella maggioranza, qualcuno non vuole più i ciellini in sella a Palazzo Estense dopo che NCD ha appoggiato il candidato PD in provincia. Una baruffa interessante anche perché nel portafogli dei ciellini c’è buona parte della sanità lombarda. Ma chi dice che oggi anche in politica non c’è più religione?

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