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Lettera da Roma

UN COMMISSARIO IN CITTÀ

PAOLO CREMONESI - 04/12/2014

Giovanni Ricciardi

Giovanni Ricciardi

Ritorno a scoprire Roma attraverso le indagini del commissario Ottavio Ponzetti. Sulla scia di un consolidato filone letterario che ‘lega’ i protagonisti alla propria città (Michele Giuttari a Firenze, Carofiglio-Guerrieri a Bari, Varesi-Soneri a Ferrara, Guccini-Santovito all’Appennino per non parlare della Sicilia di Camilleri-Montalbano) anche la capitale da qualche anno a questa parte ha il suo sbirro un po’ all’antica a cui piace fermarsi, riflettere, guardare.

Autore dei romanzi è Giovanni Ricciardi, insegnante di greco e latino al liceo Albertelli vicino a Santa Maria Maggiore. Non a caso la prima delle cinque inchieste “I gatti lo sapranno” è tutta ambientata nel quartiere Esquilino ormai in mano ai cinesi, dove “i negozi non sono più gli stessi. È rimasta una merceria all’inizio di via Principe Eugenio, con gli scaffali di un tempo, il metro, il bancone di vetro. Ma la vera dogana tra Roma e Chinatown è segnata da Fassi, solo un po’ più in là sullo stesso marciapiede”.

Tra un caffè al bar Cottini e le rivelazioni nel suggestivo monastero dei Santi Quattro Coronati, Ponzetti attraversa mille volte piazza Vittorio, i suoi colori, i suoi odori alla ricerca dell’assassino di una gattara. Che poi gattara non è…

Per capire come il commissario si sia conquistato un posto di tutto rispetto nel panorama della giallistica italiana conviene esplorare le sue due caratteristiche dominanti: ama riflettere guardando (e magari una citazione dei Promessi Sposi gli accende l’intuizione), ama camminare per le vie dei quartieri romani: “C’è una Roma per turisti – commenta un altro scrittore del genere Marco Mavaldi – e c’è la Roma che vive, quella vera. Il modo migliore per capirla è seguire Ponzetti nelle sue passeggiate del corpo e dello spirito”.

La seconda delle cinque inchieste di Giovanni Ricciardi, pubblicate sino a oggi da Fazi, si sposta ai Parioli: “Un quartiere che non sta fermo su Roma. Sembra una zattera ancorata al centro con una corda lenta e flessuosa. I negozi si fanno rari, si ingentiliscono le insegne, quasi scompaiono nel timore di essere notate; le vetrine sono piccole e ordinate mentre i portoni lasciano il posto a cancelli di ferro, i condomini a villette con torretta”. Un romanzo in cui entra il mondo della scuola con un insegnante che scompare misteriosamente tra l’algida apparente indifferenza dei giovani bene per antonomasia.

Sessant’anni dopo il pasticcio di Gadda un altro commissario ripercorre l’asfalto di via Merulana. Ha in comune la voglia di capire guardando… (“Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità” ripeteva Don Giussani). E lo fa restituendoci i colori e i sapori della città eterna: un commissario fine Ottocento che indaga nella Roma del terzo Millennio.

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