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Cara Varese

“APERTO PER AMORE”

PIERFAUSTO VEDANI - 27/02/2015

Salvatore Furia

Salvatore Furia

La crisi morde anche Varese, investe e intacca realtà che sono state per noi tutti un simbolo; alimenta egoismi e diffidenze, comprime attenzioni e slanci sinceri di quello che possiamo ricordare come il generoso “cuore di Varese”.

Chi si prodiga nel sociale, chi si fa carico dei problemi dei meno fortunati avverte difficoltà nel mantenere gli standard desiderati quando risponde alle richieste di aiuto, che sono aumentate.

I segnali più espliciti dell’emergenza che preoccupa la collettività vengono da settori che in passato vedevano accesa la spia verde di una situazione accettabile, se non addirittura eccellente. Segnali che permettevano di sopportare il protrarsi di deficienze della mano pubblica, spesso inconcludente e ritardataria nel progettare un futuro vincente per la comunità cittadina.

Dopo il cedimento se non il crollo delle società di basket e calcio, ecco che è quasi a zero il Premio letterario dedicato a Piero Chiara e si annuncia la crisi che potrebbe minare alle fondamenta l’attività del Centro Geofisico Prealpino, strepitosa realtà culturale, indispensabile servizio alla città, al territorio, alla Lombardia, infine scuola di vita e di scienza che Salvatore Furia ha donato alla città.

Davanti a un quadro generale che rischia di aggravarsi come si reagisce a livello istituzionale? Soprattutto con esercitazioni verbali, con intenti, con eventuali mediazioni. Nessun tipo di intervento finanziario sembra possibile perché non c’è un euro in cassa: da Regione, dal Comune e dalle macerie della ex Provincia sale il coro di un popolo vinto, senza speranza, un Nabucco 2, tanto per intenderci. Roma nel suo furore di risanamento li ha lasciati tutti in braghe di tela.

E adesso a Palazzo Estense,Villa Recalcati e Pirellino di viale Belforte seguendo l’esempio dei disperati tifosi del Parma Calcio, pensano di esporre il cartello “Chiuso per rapina”.

Basket e calcio richiedono interventi e presenze particolari, per il Premio Chiara e per il Centro Geofisico ci possono essere risposte, presenze, collaborazioni di diverso tipo. Il premio letterario visse già una stagione difficile: era al quinto anno di vita, il Comune era commissariato. Fu tempo di economia di guerra: tante rinunce, ma sostanza immutata e la manifestazione nulla perse di dignità formale e di contenuti. Si faccia così anche oggi.

Non credo sia possibile una cura dimagrante per il Centro Geofisico dove il volontariato è di casa, è stile di vita, ma bisogna evitare che la responsabilità della gestione del Centro in termini di finanziamento diventi un set di pallavolo tra ex Provincia e Regione.

Per una situazione più chiara e tranquilla, in grado di garantire al Centro la maggiore serenità possibile è auspicabile la collaborazione dei tanti ex giovani che hanno vissuto con Furia gli anni della nascita della realtà di Campo dei Fiori. Un ruolo importante potrebbero averlo i rotariani, da sempre fedeli custodi della memoria del loro grande amico.

Perché tutti insieme, istituzioni e cittadini, possano appendere all’ingresso del Centro il cartello “Aperto per amore”. Nel ricordo di un uomo che ha amato Varese come pochi.

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