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Lettera da Roma

IL PAPA E CL/3 ASSIEME A BERGOGLIO

PAOLO CREMONESI - 13/03/2015

sanpietro“Cosa sarebbe una mattina senza incontrarLo ancora ?” Si domanda in apertura dell’incontro Julian Carron. E d’altronde al mattino la mia anfora è vuota alla fonte cantiamo in una mattina fredda e tersa. A Roma per abbracciare Papa Francesco.

Alle sei del mattino Piazza San Pietro è una grande anfora vuota. Con il ‘collo’ rivolto a via della Conciliazione, attende solo di essere colmata sin dalle prime luci dell’alba da una costante processione di gruppi, famiglie, passeggini, anziani e bambini, liceali e pensionati. Alla fine saranno ottantamila. Ciellini arrivati da quarantasette paesi del mondo. Chi ha fatto coincidere l’incontro con le vacanze della comunità, come gli irlandesi. Chi ha organizzato treni speciali come i milanesi. Chi è giunto in volo dalla lontana Cina, dall’Uganda o chi dall’Australia, magari solo per seguire un tuffo al cuore.

 Che cosa può aver attirato a Roma tante persone cosi diverse per cultura, sensibilità, storia? “Mostrare – sembra rispondere da lontano don Giussani in un video trasmesso in piazza – la pertinenza della fede alle esigenze della vita e quindi – e questo quindi è importante per me -dimostrare la razionalità della fede”.

Per la recita delle lodi Piazza San Pietro diventa un gigantesco chiostro. Pur essendo in decine di migliaia, divisi in due cori, i salmi scorrono lievi come il mormorio di un ruscello di montagna. Nonostante il vento gelido si diverta a giocherellare con le sillabe, non c’è una sbavatura, una parola fuori posto. Quando s’alzano le noti struggenti e grevi di Jesu dulcis memoria tutta la piazza tace e pensando al karaoke ecclesiastico che certa Chiesa italiana predilige, anche le austere statue berniniane del colonnato finalmente sembrano ascoltare.

Tutto è teso a un incontro. “Il Caravaggio, la vocazione di Matteo, davanti al quale mi fermavo a lungo in San Luigi dei Francesi, ogni volta che venivo a Roma – esordisce Bergoglio -. Nessuno di quelli che stavano lì, compreso Matteo avido di denaro, poteva credere al messaggio di quel dito che lo indicava, di quegli occhi che lo guardavano con misericordia e lo sceglievano per la sequela. Sentiva quello stupore dell’incontro. È così l’incontro con Cristo che viene e ci invita”.

E poi Andrea, Giovanni, Simone, Pietro, Zaccheo, la Maddalena, San Paolo, Sant’Agostino… un fiume ininterrotto che ha raggiunto mia madre e poi me. “Questa è la scoperta decisiva per tanti i santi: Gesù Cristo sempre è primo, ci primerea, ci aspetta, Gesù Cristo ci precede sempre; e quando noi arriviamo, Lui stava già aspettando. Lui è come il fiore del mandorlo: è quello che fiorisce per primo, e annuncia la primavera”.

La primavera romana in realtà tarda ad arrivare. Fa freddo e i bimbi, soprattutto i più piccoli, iniziano a stancarsi. Ma che commozione sentirsi abbracciati in questo modo in una maniera addirittura “ingiusta” secondo i criteri umani, di Uno che mi conosce, conosce i miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso, mi stima, mi abbraccia, mi chiama di nuovo, spera in me, attende da me.

Tutta la spiritualità, tutti i carismi nella Chiesa - dice ancora il Papa – devono essere decentrati: al centro c’è solo il Signore!”. E poi il carisma non si conserva in una bottiglia di acqua distillata. Fedeltà al carisma non vuol dire “pietrificarlo”. Non vuol dire scriverlo su una pergamena e metterlo in un quadro. Il riferimento all’eredità che vi ha lasciato Don Giussani non può ridursi a un museo di ricordi, di norme di condotta. Comporta certamente fedeltà alla tradizione, ma fedeltà alla tradizione significa tenere vivo il fuoco della memoria del primo incontro. “Don Giussani non vi perdonerebbe mai che perdeste la libertà e vi trasformaste in guide da museo o adoratori di ceneri!”.

Gli ottantamila ( ‘Nemmeno il Papa se ne aspettava così tanti’, commenta il solito prelato ben informato) sciamano dalla piazza. Chi alla volta di stazioni e aeroporti. Chi alla ricerca della trattoria dove mangiare ‘alla romana’. Chi per raggiungere il pullman a nolo e chi il gruppo di amici con cui ha viaggiato tutta la notte. Sui rami della salita al Gianicolo i fiori di mandorlo iniziano a sbocciare.

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