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Noterelle

LA NUOVA INFANZIA DELLA NONNA

EMILIO CORBETTA - 20/03/2015

nonnaLa nonna è una mamma all’ennesima potenza? … No! Non è questa la definizione giusta. La nonna è sempre singolarmente originale e conta molto nella nostra società.

La nonna è una donna che è stata mamma, quindi che ha passato l’esperienza della maternità, che l’ha coinvolta inevitabilmente in tutte le sue doti psichiche e fisiche, ma che ora non può più essere mamma.

Ai nostri giorni, con artifici para-chirurgici e di laboratorio, si può rivivere una maternità indipendentemente dall’età, ma il fisico ed il corredo ormonale naturale non sono quelli dell’età feconda. Resta comunque una esperienza diversa, che è tutta da ristudiare sia nei suoi aspetti psicologici che fisici, culturali e morali.

La nonna è solo lei, irripetibile e unica. Un essere umano essenzialmente femminile, che ha superato il tratto della vita feconda, quindi non più in grado di donare la vita, ma che l’ama profondamente specialmente ritornando in contatto con nuove vite, che rigogliose si stanno sviluppando: i nipotini.

La donna nonna ritorna in contatto diretto con una esistenza nuova, che fiorisce progressivamente alla vita che ha, in quanto tale, tutte le sue note positive o negative, che riversa in modo molto pregnante su di lei nuovi affetti originali, affascinanti, prepotenti, coinvolgenti, decisamente diversi da quelli vissuti con i figli.
Accanto ai nipotini la nonna rivive intensamente la sua passata infanzia. Non è un ritornare bambina, ma è un’esperienza molto diversa e altrettanto intensa. Per il bimbo tutto è nuovo! Per lei questo non può essere, ma è un grandissimo godimento partecipare alla luce che brilla negli occhi del bambino felice di aver fatto una nuova conquista, felice di una nuova parola, felice di uno spettacolo nuovo, come ad esempio un tramonto, che da solo non saprebbe percepire ma che viene fatto proprio contemporaneamente alla nonna …. cosa vuol dire? La nonna guida nelle esperienze nuove, la nonna può educare, con la sua intelligenza, con la sua sensibilità, con il suo coinvolgente affetto. Anche la mamma, anche il papà possono e devono fare questo, ma è una posizione diversa: quella della mamma ha l’immenso amore materno, quella del papà è più razionale, più voluta.

La sensibilità della nonna non può non essere diversa: si sta verificando un particolare evento, il tramonto e l’aurora unite nella continuità dell’unicità della vita. E non è poco: il bimbo non può e non deve avere la consapevolezza del tempo, mentre la nonna questo lo sta vivendo profondamente in se stessa ed è quindi molto grata e coinvolta nella percezione di una nuova vita.
É felice quando il bimbo invita: “Nonna, raccontami una storia, ma non quelle sulle pagine dei libri, ma quelle che escono dalla tua bocca!” E questa domanda l’aiuta a superare gli egoismi e le dolenzie della senilità, il lato scuro del tramonto appunto, che così riceve una grande carica per essere superato.
Purtroppo non tutti hanno la possibilità di vivere questa stupenda avventura. Non tutti sanno, riescono o possono viverla, perché tanti sono gli eventi che possono impedirlo, salute o predisposizione o momenti sociali. Sono questi ultimi che ai nostri giorni possono essere anche quelli che impongono il contatto dei nonni con i nipoti, quando i genitori, impegnati in crudeli professioni che intralciano la vita famigliare, devono affidare ad altri i figli.
Importanza sociale dei nonni, oltre che affettiva. Una necessità che comporta il superamento della così detta famiglia nucleare, che ritorna ad essere una famiglia di più generazioni, quindi più reale e va a rivalutare l’importanza delle generazioni di età più avanzata, che vengono trascinate verso “l’invecchiamento attivo”, evento che si sta valutando e studiando nelle sue caratteristiche psicologiche, fisiche, sociali. Ma non è questo l’importante, quello che veramente e maggiormente conta invece è lo scambio d’amore e d’affetti tra le varie generazioni.

L’esperienza vitale e gioiosa portata dalla generazione infantile va a ripagare il grande strappo avvenuto quando i figli si sono staccati dalla nonna, allora madre. Distacco lancinante inevitabile: è lei donna che in definitiva ha lanciato nella vita i figli, ma quando se ne sono andati, anche nel tripudio della festività del matrimonio, inevitabilmente in lei donna ancora madre, come appena detto, qualcosa si è spezzato; ora appunto questo qualcosa si riallaccia con nuova esperienza nella singolarità dei bambini e la spinge a mormorare fra sé e sé :”Che belli i miei bimbi”.

 

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