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Pensare il Futuro

TOP TEN DELLE ASSURDITÀ

MARIO AGOSTINELLI - 23/10/2015

A volte, per desiderare un futuro migliore si parte, giustamente, da grandi aspirazioni, da una aspirazione ad una giustizia sociale e ambientale che vediamo violata. Ma basterebbe esaminare a quale livello di assurdità ci ha piegato il mondo in cui abitiamo, per desiderare un futuro diverso semplicemente eliminandole. Qui provo a metterne in fila le “Top Ten”.

1) La nostra economia non può funzionare senza un paio di punti di crescita percentuale all’anno, il che implica, a lungo termine, la crescita esponenziale, in totale contraddizione con la finitezza delle risorse del nostro pianeta.

2) La nostra economia non funziona mai “bene”, così come negli anni (o decenni) dopo una grande guerra. Le migrazioni provocate da guerre e colonialismo vengono pagate (in termini di vite, condizioni di lavoro e costi economici) dai migranti stessi.

3) le industrie (e commercio) di lusso e degli armamenti e le banche fanno spesso i loro profitti più elevati in tempi di crisi economica e sociale.

4) In tempi di crisi economica (come l’attuale) i mercati finanziari aumentano i tassi sui prestiti ai paesi più in difficoltà, invece di abbassarli in modo da riportarli al pareggio di bilancio.

5) Un CEO di grandi imprese è in grado di guadagnare circa mille volte il salario minimo dei dipendenti (non comprendendo i “paracadute d’oro”)

6) Nel nostro sistema socio-economico i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri.

7) I paesi con armi nucleari continuano a modernizzare le loro stesse armi, richiedendo però da parte di altri paesi un impegno complessivo a non costruire bombe, ma a contribuire alla spesa di mantenimento del sistema (19 miliardi/anno)

8) La spesa in armamenti a livello mondiale è attualmente 1.700 miliardi di dollari all’anno (circa 5 miliardi di $ al giorno)

9) Nel mondo di oggi c’è sovrapproduzione di prodotti inutili, quando c’è grande carenza e iniquità di distribuzione di beni essenziali

10) L’economia e i mercati finanziari operano a livello globale, così come allo stesso livello si manifestano i problemi più gravi (la povertà, il degrado ambientale, la crisi climatica, delle risorse idriche ed energetiche, la produzione e il possesso di armi di distruzione di massa). La politica invece opera in modo frammentato e conflittuale su base soprattutto nazionale.

Il mondo non ha tempo da perdere, ma quando verrà il bambino della favola di Andersen per renderci consapevoli del fatto che “il re è nudo”?

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