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Noterelle

EX CASERMA, NUOVE TRUPPE

EMILIO CORBETTA - 17/02/2017

casermaLa nostra Caserma. Un edificio storico ora al centro della città, ma che all’origine era alla periferia o per lo meno fuori porta, come dovevano essere le caserme nell’Ottocento. Non antichissimo, non dall’architettura notevole, ma caserma classica, non più definibile costruzione “ vecchia”, ma senz’altro “storica” e come tale accettata e valorizzata.

In quelle mura tanti ragazzi hanno sofferto, fatto la dura vita della “naia”, sono passati dalle umili e dolci esperienze del “paese” ai timori dell’attesa per andare “al fronte” dal quale molti non sono tornati e molti, tornati, hanno conservato nell’animo e nel corpo piaghe scontate per tutta una vita.

Sono ancora tanti i varesini che hanno ricordi di momenti di tensione passati lì dentro, anche non militari. In tempo di guerra molte spose dovevano andare lì a prendere il povero stipendio lasciato dai mariti al fronte, che rinunciavano a percepirlo là dove si trovavano per lasciarlo alla famiglia.

Ora da qualche decina d’anni perplessità, discussioni, progetti e contro progetti, banali furberie, programmi di abbattimento, ingenue manovre per provocare il crollo, programmato abbandono, qualche forzato rattoppo come il rifacimento dei tetti.

Prima ancora dell’acquisto da parte del Comune il Ministero delle Difesa la mise a margine come altri edifici analoghi disseminati in tutta Italia. Via le truppe, ci abitarono due ufficiali con famiglia mentre in un’ala furono ben alloggiati uffici e sedi di associazioni che fecero ottima manutenzione dei locali occupati.

A complicare la situazione lo sciagurato rapporto con lo scavo del posteggio sotterraneo di piazza della Repubblica, anche quello ricco di controversi progetti e collegato nelle vicende al non felice teatro tenda, alla scomparsa del rimpianto mercato coperto, ricordato dai varesini con rimpianto analogo a quello per il teatro di piazza Giovane Italia.

Dopo l’acquisto l’inerzia progettuale del destino di questo edificio: dentro l’Università? Dentro il teatro nuovo, messo longitudinalmente? No! Messo di traverso al lato maggiore. Intanto va giù il muro lungo via Pavesi. Canali di scolo delle acque piovane lasciati a libera perdita per anni. Pianticelle nascono nei pluviali complicando tutto, presenza di brutte piante rigogliose dietro la palizzata di legno che ospita cartelloni pubblicitari. Balordi si infilano negli sfondati delle palizzate. I varesini perplessi, quasi silenzio. Poi Sgarbi, poi una intendente delle Belle arti bloccano il teatro in caserma. E poi continue perplessità contrarie: giù tutto? Facciamo giardinetti? No su tutto e nuovi progetti sulla caserma, sulla piazza, sul teatro e così via su tutto il comparto.

Ora invece ci si avvia ad un polo culturale, termine che dice tutto e nel contempo non precisa nulla. Gli spazi nella costruzione sono enormi e ci sono saloni molto alti che permettono realizzazioni di soppalchi con aumento degli spazi. Le arcate del cortile permettono favolose composizioni estetiche. Il recupero del cortile, ricoprendolo a vetri, offre spazi dalle infinite utilizzazioni.

Gae Aulenti sarebbe stata felice di progettarci dentro un salone multimediale (utile per dare respiro al salone estense, chicca troppo abusata), una nuova sala consiglio con moderne tecnologie comunicative, sale studio per la biblioteca (qualcuno parla di tutta la biblioteca qui), uffici vari tra cui un distretto per la polizia urbana, angolo bar per gustare ottimi caffè, angoli per negozietti super specializzati (bottoni d’arte, spezie rare, ceramiche artistiche, oggettistica d’arte, eccetera), sedi di associazioni storiche, sale ritrovo, ufficio informazioni turistiche, aree espositive e molto altro.

Mi sono messo al posto della famosa progettista oramai scomparsa. Ho abusato. Domando scusa. Mi auguro che gli attuali incaricati sappiano progettare qualcosa di sempre più bello.

Problemi importanti: la voglia degli attuali amministratori di fare, di mettere a posto quel sito con annessa piazza, richiede la “opposizione costruttiva” della minoranza che per il bene della città non dovrebbe mettersi di traverso, ma dare una spinta nel positivo, punzecchiando al meglio la maggioranza. La cittadinanza di Varese è matura ed apprezzerebbe molto una politica diversa da quella che avviene in altre parti della nazione e specialmente nella ineffabile capitale.

Ah! Altro particolare importante: i soldini?

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