Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

AMARE IL TEMPO

FELICE MAGNANI - 21/04/2017

tempoRiflettere sul tempo significa ripensare se stessi, riandare alle radici di un viaggio iniziato nel grembo materno, conoscersi un pochino meglio, tentare la definizione di un profilo umano alla luce di tutto quello che abbiamo vissuto.

La vecchia cultura cattolica indugiava spesso sulla funzionalità umana del tempo nella sua proiezione terrena e divina, ci si trovava spesso a mutuare contatti, a stabilire rapporti, a creare corrispondenze, a procedere a revisioni. Si guardava un po’ su e un po’ giù, un po’ dentro e un po’ fuori, si cercava di dare un senso, di applicare la legge a un sistema legato agl’impulsi di una natura vincolata a una ciclica scansione temporale.

Nella vecchia società contadina il tempo era venerato come un dio, rispettato, amato, temuto e in qualche caso volutamente rifiutato per la sua intransigenza. C’era un tempo per tutto: la nascita, la crescita, lo studio, il lavoro, l’amore, la dolcezza, la sofferenza, il calore, la freddezza, la severità, tutto ruotava attorno a momenti, periodi, epoche, anni. Ogni frazione aveva la sua storia e ogni storia si componeva di migliaia di emozioni, sentimenti, stupori, meraviglie, ricerche, abbandoni, momenti consequenziari o imprevedibili che facevano scattare un pensiero vicino o lontano, una retrospettiva o una prospettiva, un’ involuzione o un’ evoluzione. Lo studio era, in alcuni casi, una fastidiosissima sequenza di date da ritenere a memoria, da conservare come se il mondo fosse scomparso e risorto ogni volta con un volto diverso. La famiglia scandiva l’idea del tempo, un’idea che diventava inclusione familiare e sociale. Fuori da quel tempo, diritto e dovere uscivano dalla storia creando inganni perseguibili. Tutto filava secondo una logica di natura provvidenziale.

Nella vecchia filosofia lo spirito stava con la materia anche quando sembrava isolato e privo di forza. Il tempo era vita e soprattutto speranza. Si guardava al passato, al presente e si costruiva il futuro, cercando di scandire i mesi, gli anni, le ore, i minuti, di essere dentro quello spazio definito per ciascuno, da qualcuno che di quello spazio era signore assoluto.

C’era una sorta di interdipendenza, di integrazione, di collegamento che superava di gran lunga anche il pragmatismo più involuto. Il tempo era amato e conservato perché inclusivo, capace di risvegliare la parte nobile della natura umana, quella che si legava alle cose belle, alla vita innanzitutto. Era infatti il più grande alleato della vita e tra loro due c’era una sorta di patto nel quale ciascuno giocava un ruolo, un patto in cui la distanza tra la vita e la morte diventava breve come il tempo di un’alba o di un tramonto e tutto si doveva comporre fuori dai pensieri controversi di una società tradizionalmente conflittuale.

La cultura cattolica fondava sul tempo la sua forza, consegnava all’uomo le chiavi per incontrare Dio con cuore puro e sincero. Ogni sermone puntava sulla distanza, una distanza che diventava inesorabilmente brevità, fermento, accelerazione, coscienza, capacità di dare un volto credibile al cammino. La consapevolezza cattolica della vita era il collante di una storia in cui le creature si sentivano spesso sole e indifese, incapaci di approdare a un porto sicuro.

Conoscere il tempo significava essere coscienti di un destino, di una missione, di un mandato in cui anche il minimo poteva offrire il massimo.

Oggi il pensiero ha lasciato il posto all’azione e diventa sempre più difficile occupare il tempo, pensando. Chi dedica la vita al pensiero rischia di essere fuori dai giochi di una storia che si muove rapida, confusa, imprevedibile, incapace di ragionare all’interno di un sistema di rapporti e di conseguenze. E così in molti casi sfugge il senso, diventa realmente difficile capire, prevedere, osare o proteggersi da qualcosa di cui non si conosce fino in fondo la verità.

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login