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Apologie Paradossali

LA FORZA DELLA FELICITÀ

COSTANTE PORTATADINO - 27/07/2018

Ricostruzione nella patria di san Benedetto

Ricostruzione nella patria di san Benedetto

(S) Meeting, a Rimini per la trentanovesima volta, non ti stanchi di andarci e anche solo di parlarne o di scriverne?

(C) Per nulla. Nota il titolo di questa edizione: “Le forze che cambiano la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice”. Non ci si può stancare di cercare la felicità, per la semplice ragione che la ricerca stessa inizia a dare senso alla vita e quindi a renderla più felice.

(O) Ma il titolo del Meeting deve essere inteso correttamente: nel confronto perenne tra il soggetto umano e le contingenze storiche la priorità è dell’uomo. Letta male, la frase sembrerebbe dare la precedenza alle forze che cambiano la storia. Seguendo una linea di pensiero che, attraverso Marx, risale agli illuministi e ai rivoluzionari di ogni epoca.

(C) Ma non c è possibilità d’equivoco! La storia del Meeting e prima ancora di CL lo testimoniano. Il cambiamento della società è sempre stato visto come esito di un cambiamento del soggetto. È molto significativa una frase di don Giussani, citata proprio in occasione della presentazione di questo Meeting: “La soluzione dei problemi che la vita pone ogni giorno non avviene direttamente affrontando i problemi, ma approfondendo la natura del soggetto che li affronta”. Nemmeno negli anni del maggiore impegno politico e persino nel durissimo periodo del ’68 e dintorni si è mai inteso rovesciare questo rapporto, con l’adottare qualche formula magica di governo, nella politica o nell’economia. Questo principio ha consentito al Meeting di far incontrare e dialogare persone che le circostanze avevano collocato su posizioni opposte, anche veri e propri nemici. Ma ciascuno di loro si sentiva accolto nella sua personale umanità e la sua testimonianza, ancorché parziale, poteva essere valorizzata.

(S) Ma prima o poi bisogna scegliere da che parte stare, altrimenti si finisce nel limbo degli ignavi. O, come sta succedendo a tutto il mondo cattolico, non solo a voi, in quello dell’insignificanza della rappresentanza politica, un esito che sembrava il destino della Democrazia Cristiana, quarant’anni fa e che allora avete contribuito ad evitare, proprio scegliendo di unirvi ad una forza che non sembrava curarsi affatto della felicità delle persone. Il paradosso è questo: la forza che sta cambiando il mondo in questo momento è il populismo e non mi sembra che vi si ispira si faccia scrupolo di pensare alla felicità dell’individuo, almeno come la concepite voi, anzi prospera allegramente sulla sua infelicità, o almeno su quella insicurezza percepita che scatena il rancore sociale. Già ve l’ho detto la volta scorsa, prima o poi m’iscrivo a un partito populista. Reddito di cittadinanza o flat tax non saranno la felicità, ma sempre meglio che niente. Andate pure a Rimini a celebrare le liturgie utopistiche del dialogo e del buonismo, debolezze altro che forze.

(C) In uno dei momenti più tristi della storia d’Italia, al tempo della guerra tra Goti e Bizantini, un uomo si diede alla vita eremitica, perché voleva essere felice e ripudiava sia le lusinghe dei piaceri sia l’illusione del potere. Si chiamava Benedetto. Dice la presentazione di questo Meeting; “ Un singolo uomo riscopriva, nella sua esperienza personale, che il punto decisivo di tutta la storia, dello spazio e del tempo, stava nell’attesa della felicità. Un’attesa che rinasceva, instancabile, dall’incontro con una Presenza umana nuova, strana, irriducibile alla somma delle mere capacità dell’uomo. Uno sguardo diverso che, guardandoci, ci fa vedere tutto in modo diverso, positivo, libero. “ Un altro uomo applicava questa stessa forza, guardando la realtà con lo stesso sguardo, al governo civile e spirituale di Roma. Si chiamava Gregorio. Ciò cui Conformi non crede si è già verificato nella storia. Detto in altri termini, l’applicazione alla vita personale delle virtù specificamente cristiane, fede, speranza, carità, ha risuscitato nelle persone e nella società tutte le altre virtù, quelle del buon umanesimo antico. Queste sono le forze che oggi ci mancano, dimenticate dai genitori e dai maestri, che privilegiano competenze e abilità di immediata utilità pratica.

(O) Temo che oggi non riusciremo a colmare la distanza che ci separa dal nostro amico Bastiano Conformi. Voglio solo ricordargli quante persone di scienza e d’industria hanno portato la loro testimonianza di creatività e anche di successo al Meeting. Tra questi ci fu anche Sergio Marchionne, per cui si spendono oggi tante parole d’elogio. Lasciami concludere con una sua citazione dall’intervento del 2010: «Le strade comode e rassicuranti non portano da nessuna parte e di sicuro non aiutano a crescere, fanno solo perdere il senso del viaggio. La libertà di cui parlo è prima di tutto una libertà mentale, una condizione che raggiunge chi decide di confrontarsi con il mondo e di sposare l’etica del cambiamento».

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