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Cultura

POESIA COME PROFEZIA

FELICE MAGNANI - 07/12/2018

poesiaLa poesia è piacevole passatempo per aristocratici predisposti all’arte di proferir parole o prodotto di un artigianato di spessore?

Il poeta, nella sua storia lunga e tormentata, ha tentato di rispondere alle accuse che gli venivano mosse da una cultura povera di sostanza spirituale, spesso confinata in un materialismo assunto al ruolo di giudice, mettendolo in crisi non tanto sul piano dell’ attendibilità letteraria, quanto sulla capacità di incidere positivamente sulla vita sociale e politica della storia.

Una delle accuse dalle quali il poeta ha dovuto difendersi è stata quella di essere un intellettuale vivente fuori dalla società reale, professionista in un’arte rivolta più alla conferma di se stessa che alle domande di una realtà premurosa ed esigente.

Il poeta è stato visto e giudicato spesso come accentratore, sognatore, ludico ambasciatore di parole, esule di un mondo bisognoso di verità certe, immediate, di risposte concrete. È stato spesso giudicato e in parte anche vituperato come espressione di una ricca e aristocratica élite culturale, che non rientrava nei modelli della lotta acclamata sulle piazze, definito anche caratteriale commentatore di impalpabili pensieri e di assunti semantici, uomo colto, capace di intrigare e confondere, destabilizzare e disorientare, cesellatore che include nelle penombre impalpabili dei suoni per difendere il suo atto d’accusa, il suo essere perennemente figlio di studi e di vite rinchiuse, nelle quali costruire la sua assenza.

Di fatto la poesia è stata ed è un lievito di salvezza ogniqualvolta la società finisce tra le sabbie mobili di incalzanti utopie. Nel verso è raccolta la segreta bellezza del mondo, il significato recondito di un mistero da esplorare, l’essenza di un risvolto divino, la capacità di contenere e posizionare senza precludere, la possibilità di morigerate prudenze investigative, di aprire le porte di un’anima spesso confusa tra le nebbie e i vapori di un’ umanità in affanno.

Nella garbata armonia tra slancio e renitenza sta, forse, il segreto di molte delle verità che i poeti hanno testimoniato con la poesia, aprendo squarci di musicalità e di indizi idonei per imparare a conoscere più approfonditamente la natura umana di un pensiero o quale nuova strada intraprendere. Il poeta è stato avanguardia di rinascite culturali, sociali e morali, possibilità di respirare il tepore di una libertà costituzionale vivente dentro la poesia della storia. Fondamentali sono l’azione pedagogica del poeta e quella della poesia, il loro pieno diritto all’inclusione sociale.

Gran parte della letteratura italiana è dominata dalla poesia. Voci, suoni, pensieri e riflessioni aleggiano spesso nelle pagine dei libri di testo, richiamando l’attenzione sui valori di un’umanità pronta a raccordarsi con i suoi straordinari patrimoni d’intimità. Con la poesia aumenta il desiderio di andare oltre la matematica dell’esistenza, il desiderio di restituire spazio alle emozioni, ai sentimenti, alla purezza e alla genuinità, togliendo quella patina di pesantezza che impedisce di puntare decisamente verso quelle parti consce e inconsce che premono per liberarsi dai sovrappesi. È grazie all’autorevolezza profetica della poesia che la società dei consumi riposiziona le sue aspirazioni, cercando dentro la natura umana la forza per ricominciare.

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