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Cultura

ROMANZO E DRAMMA

MANIGLIO BOTTI - 11/10/2019

augiasIl Vangelo, anzi i Vangeli contrariamente a quanto si pensi non sono libri di facile lettura e comprensione, e ciò nonostante lo stile sia tra i più lineari e consequenziali e i princìpi in essi contenuti tra i più chiari e inequivocabili.

Sia per quanto riguarda la riflessione su concetti di fede e sia – soprattutto – per le storie di personaggi talora solo accennati o poco delineati in questa sorta di Carta costituzionale della cristianità, ci soccorre ora un prezioso volumetto pubblicato da Einaudi e scritto da Corrado Augias, sotto forma di intervista, con Giovanni Filoramo: Il grande romanzo dei Vangeli.

Augias, che si proclama ateo, è un giornalista molto noto, già autore o coautore negli ultimi anni di diversi libri di impronta religiosa o di “politica” della Chiesa (Inchiesta sul cristianesimo, Inchiesta su Maria, Le ultime diciotto ore di Gesù, Tra Cesare e Dio: come la rivoluzione di papa Francesco cambierà gli italiani…); Filoramo è professore emerito di Storia del cristianesimo all’Università di Torino, e autore anch’egli di varie pubblicazioni inerenti il tema.

Il libro di Augias e Filoramo, dunque, sottopone alla nostra attenzione i grandi problemi teologici dibattuti nell’arco degli ultimi due millenni da studiosi e pure da grandi santi e dottori della Chiesa ma anche, come detto, “spaccati” sulla vita e sulla presenza di personaggi che fanno da corollario alla manifestazione terrena e drammatica di Gesù. Basta dare una scorsa ai titoli dei capitoletti: uno straordinario cugino (cioè san Giovanni Battista), Giuseppe uomo buono e pio, Giacomo e Pietro, la Maddalena, Pilato, Giuda, lo stesso personaggio di Maria…

Non si pensi che il tornare a parlare dei grandi problemi della teologia, che nei secoli hanno pervaso di sé i Concili della Chiesa, e delle storie di queste figure della cristianità ci sottragga dall’attualità o addirittura dalla quotidianità.

È capitato la scorsa estate, per esempio, nei giorni vicini alla festa dell’Assunta, passeggiando sul lungomare di Rimini di incrociare adepti che innalzavano cartelli con su scritto: Non è lei che vi protegge e vi guida (ndr: la Vergine Maria) ma solo Lui! Inalberando altresì poster e immagini di Gesù, barba bionda e occhi azzurri, un Gesù un po’ zeffirellesco in verità e molto poco ebreo o palestinese.

In particolare si articola il percorso interpretativo della figura della Madonna (Mea-Domina), madre di Dio, in un quadro che amplierebbe la Trinità (concetto già di per sé non facilissimo) quasi a una compartecipazione divina a quattro…

Ma Maria – spiega Filoramo – “non è madre della sostanza divina (…), non può essere madre di una padre ingenerato; è madre del Figlio nella sua dimensione o natura umana”.

Tolgono ogni dubbio sulla Fede, che non è per sua natura materia di dubbi, le raffinatezze espositive di Filoramo e le domande incalzanti e precise di Augias?

Probabilmente no. Ma la lettura del “romanzo” dei Vangeli è interessante e aiuta.

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