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Attualità

ECONOMIA VARESINA: LA CRESCITA È POSSIBILE

GIANFRANCO FABI - 31/03/2012

Giorgio Squinzi, neo presidente di Confindustria

Un primo passo, molto significativo, è stato compiuto. Tutte le realtà economiche del territorio varesino si sono messe insieme per guardare con spirito collaborativo alle scelte da compiere e alle decisioni da prendere per rimettere in moto la crescita non solo economica, ma anche come miglioramento delle condizioni sociali nel territorio. Un “Tavolo di concertazione” è stato infatti istituito nel 2009 per iniziativa di Camera di Commercio e Provincia di Varese riunendo tutte, ma proprio tutte, le organizzazioni imprenditoriali e tutti, ma proprio tutti, i sindacati. E quindi industriali e commercianti, artigiani e agricoltori, insieme a CGIL, CISL E UIL e con la partecipazione diretta della due Università (Insubria e LIUC) hanno iniziato un cammino comune che ha avuto un suo primo risultato con la realizzazione di una ricerca che è stata presentata nei giorni scorsi a Varese. Una ricerca frutto del lavoro congiunto dei due atenei che è già esso stesso una dimostrazione della possibilità di realizzare uno spirito cooperativo e di collaborazione capace di mettere a frutto le migliori risorse.

L’indicazione di fondo è che recuperare un sentiero solido di crescita è possibile, ma è necessaria una stretta collaborazione tra i protagonisti del territorio con una visione il più possibile unitaria sulla strategia da sviluppare. Ecco quindi la necessità di incrementare le politiche tradizionali (come i sostegni alla crescita, alle politiche commerciali, al supporto all’imprenditorialità, al potenziamento del credito) e insieme di sviluppare aspetti più specifici, afferma il rapporto, “come l’intermodalità dei vettori di comunicazione, l’abbattimento delle frizioni sul mercato del lavoro, le misure di facilitazione del trasferimento tecnologico, la progressiva affermazione di pari opportunità professionali e occupazionali”.

Particolarmente interessanti tre osservazioni finali che vogliono “sgombrare il campo da alcuni abusati luoghi comuni. È possibile infatti – si legge nelle conclusioni di rapporto – affermare che: orientarsi sempre più verso i settori high tech non è di per sé garanzia di innovazione, innalzare il livello del capitale umano disponibile non è di per sé garanzia di successo, il buon funzionamento del mercato del lavoro interno è più che mai una determinante strategica della competitività”.

C’è in queste affermazioni una logica molto concreta: quella di una innovazione non fine a se stessa, ma saldamente ancorata alla tradizione produttiva. È allora necessario migliorare le condizioni operative delle imprese, ridurre vincoli e oneri impropri, sviluppare in tutti i suoi aspetti la capacità di affrontare i nuovi modelli di mercato con una sempre rinnovata apertura internazionale.

È significativo che queste indicazioni cadano nello stesso momento in cui per il vertice della Confindustria è stato designato, con queste stesse motivazioni di fondo, Giorgio Squinzi, il presidente della Mapei, molto noto anche per la sua passione ciclistica. Proprio Squinzi è stato, tra l’altro, uno dei maggiori sponsor e sostenitori del mondiale di ciclismo che nel 2008 hanno portato Varese in primo piano nel mondo con l’Ippodromo ribattezzato per l’occasione “Mapei cycling stadium”.

Squinzi ha superato di pochi, nella votazione finale alla giunta di Confindustria, l’altro candidato, Alberto Bombassei, il presidente della Brembo. Entrambi rappresentavano comunque una scelta di concretezza e pragmatismo: imprenditori che hanno reso grandi le proprie imprese e che hanno saputo affiancare anche un forte impegno associativo in molti ambiti.

Il programma di Squinzi vede ai primi posti la logica dell’efficienza insieme a quella del dialogo, della competitività insieme alla collaborazione. Una collaborazione tra dipendenti e imprenditori, ma anche tra imprese e imprese in una logica in cui tutti chiedono solo di poter giocare al meglio il proprio ruolo.

E così le indicazioni della ricerca congiunta LIUC/Insubria sembrano rispecchiare le indicazioni di fondo del nuovo presidente di Confindustria: valorizzare la realtà superando i vecchi schemi, privilegiare il dialogo, avere fiducia nelle proprie capacità. Senza dimenticare che comunque per vincere è indispensabile continuare a pedalare.

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