Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Apologie Paradossali

RIMEDIO SBAGLIATO

COSTANTE PORTATADINO - 01/11/2019

Donne sacerdote nella chiesa protestante

Donne sacerdote nella chiesa protestante

(O) Avventura della conoscenza, ricerca di valori e significati, a prezzo di rischiare l’ambiguità; da queste conclusioni della precedente apologia, ti senti in grado di affrontare le novità dell’ultima settimana, quali il tracollo elettorale dell’alleanza di sinistra, o il sinodo dell’Amazzonia, o quant’altro ti suggerisca questo filo rosso della necessità di non scrivere di vicende umane con il fucile in mano e l’elmetto in testa?

(S) A mia volta ti voglio chiedere come componi, invece, questo elogio dell’ambiguità con quello della santità, che ne è il contrario. Il santo è proprio la persona in cui non c’è ambiguità, ma tutto si è rivolto a Dio.

(C) Dicevo piuttosto che bisogna esplorare lo spazio tra dogmatismo e relativismo, ma è giusto precisare che ulteriormente diverso è il momento della ricerca, che l’autore citato chiama ‘avventura della conoscenza’, dalle definizioni dottrinali, pastorali o morali. Nella conoscenza c’è sempre un prima e un poi, un cambiamento, l’ingresso di un diverso in un ordine preesistente e il suo superamento, normalmente l’incremento delle potenzialità del soggetto conoscente. Questo è possibile se i due elementi, il vecchio e il nuovo sono reciprocamente compatibili, non tanto opposti da respingersi, con la scomparsa dell’uno o dell’altro, ma nemmeno identici, così da non portare al soggetto una nuova conoscenza, ma solo il rafforzamento di quella preesistente.

(S) Tu vuoi dire che, come nella generazione naturale, anche nella conoscenza deve avvenire una specie di ibridazione, devono congiungersi due diversità per creare un concetto più ricco, una conoscenza più vasta. Ma bada che, stando all’etimologia, ‘ibrido’ significa ‘frutto di violenza’; non ti stupire se considero con sospetto tutto ciò che si presenta sotto questo profilo. Magari i motori ibridi sono un’ottima cosa per le automobili, so che tu ne sei entusiasta, forse anche i vegetali, a mala pena nel regno animale potrei guardare con attenzione e simpatia le caratteristiche del mulo, come incrocio tra la sobrietà dell’asino e la velocità del cavallo. Badate bene che non considero ibridi (proprio perché non si tratta di razze diverse) i soggetti umani nati da genitori con caratteristiche somatiche anche molto differenti. Molto diverso è il caso del livello culturale e spirituale, in particolare di quello religioso. In questo caso la mescolanza di elementi diversi non produce accrescimento di conoscenza, ma solo confusione. Entrando subito nel merito della domanda di Onirio, rispondo che ritengo sbagliato che la Chiesa adotti per l’Amazzonia regole disciplinari e riti diversi, anzi del tutto eccezionali, rispetto al resto del mondo. Gli illustri padri sinodali s’illudono proprio se pensano di poter reclutare un gran numero di sacerdoti per le missioni, in Amazzonia come altrove, consentendo loro il matrimonio. Non vedono che nemmeno la gente comune si sposa più? E a che cosa serve aggiungere simboli etnici (non mi spingo per puro senso del pudore a definirli ‘idoli pagani’) che si chiamino pachamama o in qualsivoglia altro modo? Non bastano Gesù, la Madonna e i Santi?

(O) Caro Bastiano, ti prego, non imbracciare il fucile e non indossare l’elmetto. Siamo tutti d’accordo che la Chiesa non deve diventare una specie di Onu delle religioni o lo strumento per risolvere tutti i problemi di questo mondo. Però è giusto che non taccia se vede che come gli altri anche noi cristiani non ci comportiamo evangelicamente, tra le altre circostanze, verso i poveri e in particolare i più emarginati, e verso l’ambiente. Dobbiamo invece guardare con favore il fatto che la Chiesa Cattolica con questo sinodo si porta all’avanguardia nell’affrontare le grandi crisi mondiali o almeno, due delle più importanti: quella ambientale e quella della crescita della diseguaglianza. Nemmeno devo nominare quella della guerra, tanto è evidente la sua solitudine, rispetto alle manovre solo egoistiche delle grandi potenze.

(C) Avete buttato sul tavolo troppi temi di discussione, per poterli contenere in una riflessione breve. Credo che il tema più intrigante sia quello del celibato dei sacerdoti. Riconosco che in qualcuno è insorto il timore che l’eventuale ammissione al sacerdozio di persone già sposate, provenienti dal diaconato permanente, sia solo l’esperimento per aprire al superamento del celibato sacerdotale, che resterebbe come libera scelta personale e come requisito per l’accesso all’episcopato. Non ci vedo, in sé, niente di male. È una disciplina tradizionale non solo delle Chiese ortodosse, ma anche delle cattoliche di rito orientale. Il mio timore è che oggi in occidente sia un rimedio sbagliato, che non serva ad aumentare il numero dei candidati al sacerdozio, ne indebolisca il fervore e il credito presso il popolo. Nemmeno credo che c’entri minimamente con la brutta faccenda della pedofilia. In ben altro modo deve essere prevenuto il rischio evidente di solitudine e di frustrazione che sembrano correre molti giovani preti, che naturalmente non è detto che deve risolversi in quel grave peccato, ma che dovrebbe comunque preoccupare, forse anche di più, i loro padri spirituali.

(O) Anch’io penso che il problema del numero dei sacerdoti non si risolva affatto allentando o togliendo il vincolo del celibato, né in Amazzonia né nelle più tranquille ed ecologiche tra le città europee. Ciò non toglie che possano essere avviati laici, anche sposati, a numerosi e importanti compiti nell’ambito della organizzazione ecclesiale. Sono altrettanto sicuro che lo stesso valga per le donne. Non ho l’ardire di esprimermi sulla questione della loro ammissione al sacerdozio, che comunque non considero per nulla legato alla questione della parità di diritti tra i sessi, ma rimane una questione teologica di difficile comprensione, non certo riducibile a banale correttezza politica. E sulla questione ambientale, mi pare che sia più che necessaria un’attenzione alla casa in cui abitiamo e che non abbiamo costruito noi, ma ci è stata data da Dio.

(C) La mia considerazione conclusiva, oggi non può pretendere di mettere d’accordo le preoccupazioni di Sebastiano e di Onirio, perché l’argomento è veramente troppo difficile, dobbiamo affidarci alla saggezza del Papa. Gli auguro solo di non essere precipitoso nella decisione e di non farsi influenzare da tendenze sociali e culturali che oggi appaiono irresistibili e che domani potrebbero essere già declinanti. Oggi le grandi convinzioni sociali sono diventate ancor meno che liquide, del tutto evanescenti. Potrebbe essere ingannevole abbandonare una tradizione millenaria pensando di ottenere consensi attuali. Pensiamo al rapidissimo declino degli ordini ospedalieri e caritativi, sostituiti dal welfare statale, mentre sono in ripresa gli ‘inattuali’ ordini contemplativi. Insomma, la testimonianza che la Chiesa può e deve offrire al mondo d’oggi è sempre la stessa: amare la presenza reale ed efficace di Gesù Cristo su questa terra. È questa l’ibridazione straordinaria ed efficace rispetto ad ogni conoscenza umana, la fede aggiunge qualcosa di definitivo che nessun altra ricerca umana può compiere. Mi permetto di aggiungere un brano (strano) di un autore contemporaneo a documentazione e suggestione di quanto ho tentato di dire.

Si tratta “Sunset Limited” di Cormac McCarthy.

Credere non è come non credere: Uno che crede alla fine arriva alla fonte della fede e non deve più cercare altro. Non c’è un altro. Ma chi non crede ha un problema, Si è messo in testa di sviscerare il mondo, ma ogni volta che becca una cosa falsa ce ne trova sotto altre due da spiegare. Se Dio dopo aver creato il mondo si è messo pure a girarci in mezzo, allora quando uno si alza la mattina può mettere i piedi per terra senza preoccuparsi di capire da dove è venuta quella terra. Ma se non è così, allora deve trovare tutta un’altra spiegazione di cosa vuol dire realtà”.

(O) Mi costringi a tentare d’interpretarti, per non lasciare nell’oscurità i poveri lettori: la conoscenza, il cambiamento, per usare la parola più cristiana, la conversione, possono avvenire sul serio solo grazie ad un segno imprevisto e gratuito che ti raggiunge senza che tu l’abbia voluto e che in un certo senso è YBRIS, ti fa violenza.

(C) Sì, volevo dire proprio questo, a proposito della sempre difficile appartenenza alla fede cristiana, ma credo valga per qualunque forma di certezza morale minimamente seria. Ci pensino anche quei politici che colpiti dal voto popolare degli Umbri, cercano di fare come se nulla fosse successo.

(O) OnirioDesti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login