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Pensare il Futuro

USCIRE DAI FOSSILI

MARIO AGOSTINELLI - 22/11/2019

?????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????Nella fase caratterizzata dal dramma dell’Ilva, in cui salute e lavoro si scontrano irrimediabilmente, è utile riflettere su esperienze sul nascere, che, partendo da valutazioni convergenti di occupati e abitanti, anticipano con progetti alternativi i tempi di una riconversione ecologica, sfuggendo così alla trappola della era contrapposizione.

È il caso di Civitavecchia, un territorio ingannato dall’impresa del carbone durata 70 anni e falcidiato da percentuali altissime di malattie tumorali e respiratorie. Presentato come opportunità di ricchezza, occupazione e benessere, non ha portato niente di tutto questo. La città si è divisa, ricattata dal dualismo ambiente o posti di lavoro. Famiglie, associazioni e partiti spaccati, amicizie frantumate.

Dopo 10 anni di produzione a carbone, la centrale Enel di Civitavecchia dovrà essere riconvertita. Un nuovo piano energetico si affaccia all’orizzonte, disegnato più sulle esigenze del mercato che su quelle dell’emergenza ambientale e della crisi climatica e della conseguente necessità di un progetto di transizione energetica. ENEL prevede tre gruppi (e forse un quarto) a turbogas sbandierando la riduzione di emissioni di CO2 dovute al passaggio al nuovo combustibile.

Ma così, non si esce dai fossili: anzi, potrebbe essere l’occasione per un impianto in porto di Gas liquido per alimentare le enormi navi di crociera che approdano e sbarcano migliaia di turisti attratti dalle bellezze di Roma.

Le trasformazioni a gas non garantiranno tutti i posti di lavoro e allora A2A, l’azienda milanese, avanza la proposta di costruire un suo inceneritore a Tarquinia. Et voilà il gioco è fatto. Non solo gas ma anche incenerimento dei rifiuti per non far mancare nulla.

Ma questo progetto calato dall’alto non ha fatto i conti con la nascita in città di un comitato S.O.L.E. (Salute, Opportunità, Lavoro, Ecologia.) NO ai fossili SI alle rinnovabili. L’emergenza climatica incombe, questa volta irrimediabilmente. L’occupazione da fonti fossili rispetto a quelle rinnovabili è data al peggio 1 a 6. Un posto di lavoro dal fossile, sei dalle rinnovabili. Nel frattempo, le energie rinnovabili hanno fatto passi da gigante. E il destino mette sulla strada del comitato una squadra di ricercatori bravi e appassionati al bene pubblico, che da sempre si occupano di fonti rinnovabili e che, in sede pubblica avanzano un progetto sotto il nome UN ALTRO FUTURO È POSSIBILE.

La città sta pagando il suo tributo di malattia anche alle grandi navi da crociera. Città galleggianti che bruciano il peggior combustibile al centro della città. Il progetto si allarga oltre i muri della centrale e ricorrendo alla messa in rete di un campo fotovoltaico al posto della centrale con centinaia di tetti fotovoltaici in compartecipazione cooperativa, mira a fare di Civitavecchia e del suo porto la prima esperienza italiana a zero emissioni, utilizzando come combustibile l’idrogeno prodotto per via elettrolitica dal sole. In questo progetto si richiede all’EMNEL una bonifica del territorio e di far parte di un polo di ricerca energetica

Il Comitato SOLE è il punto di arrivo di vecchie esperienze politiche e di battaglie fatte in nome del rispetto dell’ambiente e del diritto al lavoro, ma anche un punto di partenza per una rinnovata esperienza di lotta, rigenerata dall’incontro di vecchie generazioni, e quelle di giovani coscienti che vedono il loro futuro ipotecato, o da una obbligatoria fuga all’estero o da un futuro precario di servitù monotematica, ancora energetica ed esposta a danni alla salute.

E allora, tutti gli auguri all’impresa dei cittadini di Civitavecchia che hanno portato in Consiglio Comunale la loro proposta suffragandola col voto all’unanimità di tutti i consiglieri. SI alle rinnovabili e a posti di lavoro di qualità, con una contrattazione e un piano di riconversione ecologica d’anticipo, che mette tutti di fronte alle loro responsabilità, senza quei ricatti che scattano a cose fatte e rendono più arduo far fronte al cambiamento climatico, che si presenta in tutta la sua sconvolgente drammaticità in queste settimane.

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