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Cara Varese

LA SANITÀ CHE NUOCE

PIERFAUSTO VEDANI - 13/12/2019

angera

Protesta per l’Ospedale di Angera nel 2016

Al capezzale dell’ospedale di Angera si discute, ci si confronta nel tentativo di migliorare seri problemi (assistenziali, sociali, economici e politici) che hanno preoccupato e poi anche inviperito la popolazione a seguito dell’applicazione della nuova riforma sanitaria. Il mirino dei cannoni di Palazzo Lombardia per il primo attacco alla nostra salute venne orientato su un obiettivo ritenuto di scarsa importanza: la chiusura del punto nascite dell’ospedale Ondoli con conseguente vigorosa ribellione delle mamme e delle giovani famiglie, tutte dimostratesi toste e combattive contro il provvedimento teso al “risparmio” delle risorse disponibili

Pensato -si fa per dire- dalla Regione Lombardia, dotata di una mirabile amministrazione di Centrodestra, il sistema sanitario era al primo taglio dei fondi distribuiti da anni per offrire a tutti una accettabile sanità.

Fu una scelta incauta e anche un tantino stupida quella di andare a rivoluzionare un bene come le nuove famiglie, inoltre il disastro politico e psicologico assunse dimensioni preoccupanti perché i gestori del nostro territorio, apparvero di capacità gestionali pari a quelle dei serragli romani.

La grande crisi non esplose subito grazie alle contorsioni spettacolari di Salvini, dopo la sua fuga dal governo nazionale e la fulminea iscrizione al torneo del progresso europeo. Competizioni in atto con punte vivaci e depressioni da girone di raccattapalle.

L’attenzione sulla salute della regione dei Sette Laghi non è però mai caduta anche se di elezioni regionali non se ne parlerà da noi per molto tempo, ma essendo ormai chiaro che a seguito di altre belle pensate la sanità del Nord Ovest di Lombardia potrebbe minare il grande potere del Centrodestra, presente e futuro politico del calderone politico saranno determinati dai risultati di una rivoluzione sanitaria che non si è fermata ad Angera ma ha trovato ben attivi focolai degli ospedali di Varese, Busto, Gallarate e di altre istituzioni “minori” del territorio.

Cambierà molto se non tutto per spendere meno per la sanità. È già una realtà, se si sta alle prime mosse, la violazione del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della nostra costituzione quando oggi la politica richiede chiarezza assoluta e soprattutto verità.

La sanità lombarda ha già nuociuto ai cittadini: in qualche occasione essi sono stati sacrificati alla burocrazia per esempio sembra sia rimasta tempo fa addirittura rimasta senza controlli la morte di un cittadino che, colpito da emorragia cerebrale in prima serata, è finito sul tavolo operatorio dopo 8 ore e passa all’ospedale di Gravedona, Alto Lario!!, dove era stato trasportato in elicottero alle 5 del mattino.

Aperto e chiuso, per dirla con gergo chirurgico. Nessuno è stato chiamato in causa, la burocrazia dei ricoveri ha vinto facilmente. Se ci fosse stato per esempio un rapporto dei carabinieri, sempre i veri amici dei cittadini, forse le cose sarebbero andare diversamente, non certo per chi non ha potuto accogliere l’ammalato ma per chi ha imposto sistemi di accoglienza e soccorso di una rigidità allucinante e senza coordinarsi con l’intera rete ospedaliera per eventuali urgenze in un ristretto ambito di tempo.

Se la sanità lombarda dovesse imboccare la strada di un rigore inaccettabile ci dovrà essere da parte della popolazione una risposa adeguata e democratica. Che può andare dalla pubblica protesta alla richiesta di aiuto alle istituzioni, tutte.

Il voto sarà l’ultima risorsa, ma di grande impatto.

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