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Urbi et Orbi

PERSONAGGI DEL PRESEPE

PAOLO CREMONESI - 20/12/2019

presepecalabroHa avuto coraggio papa Francesco a ricordare ai cristiani il valore del Presepe in occasione della sua visita a Greccio. Invitandoci ad allestire nelle case e negli uffici quello che ha definito un Vangelo vivente, ha anche infranto la rigida gabbia del ‘religiously correct’.

Mi veniva in mente questo pensiero sballando e srotolando come ogni anno le statuine di legno del presepe (le nostre sono state scolpite in Val Gardena) e scoprendomi ancora una volta stupito come un bambino di fronte a questo o a quel personaggio, accendendo una lucina, navigando con la mente ai tanti Natali passati a Castronno, guardando fuori dai vetri i fiocchi di neve: “Cosicché l’ottantesimo anno (significando per ottantesimo l’ultimo quale esso sia) ci ricorderà la fine. E la sua prima venuta, la seconda venuta” scriveva Thomas Eliot.

Intorno al presepe si sono ricomposti conflitti, sanate ferite, versate tante lacrime. Pensiamo ai dialoghi tra Peppone e Don Camillo davanti al Bue e all’Asinello in ‘Giallo e Rosa’ di Mondo Piccolo. O a certe sacre rappresentazioni costruite con poveri stracci e cartoni in un campo profughi.

“ll Presepe ha l’aspetto di un paesaggio calabrese. Dalle valli sbucano fiumi, le montagne sono ripide e selvagge. Il figurinaio che ha fatto i pastori sa che i ragazzi si fermeranno a guardare una per una le figurine. Perciò, meno che i soldati di Erode; tutti i pastori somigliano a persone conosciute. Sembra un paese vero. C’è quello che porta la ricottina, c’è il cacciatore col fucile, c’è quello che porta l’agnello e fuma una lunga pipa, c’è il mendicante. La gente che balla fra il tamburino, il piffero e la zampogna davanti al Presepe, c’è l’osteria dove si ammazza il maiale e la gente accanto alla fontana, dove la donnina lava i panni. Ci sono persino i carabinieri che hanno arrestato un tale che ha rubato anche nella Santa Notte! I Re Magi spuntano dall’alto della montagna coi moretti che guidano i cavalli. La stella splende e sulla grotta e gli angeli vi danzano sopra leggeri e celesti come i pensieri dei bambini e degli uomini in questi giorni”. Così Corrado Alvaro, in ‘Gente d’Aspromonte’ con poche efficaci pennellate, ci porta nel profondo Sud.

Ma è a un brano poco conosciuto di Piero Chiara, per altro pubblicato integralmente proprio da RMFonline il 23 dicembre di tre anni fa, che voglio consegnare ai lettori i miei auguri. “Ogni anno, verso la metà dicembre, mio padre, che quando ero bambino aveva già quasi cinquant’anni, andava nei boschi sul far della sera a tagliare un alberello, lo portava a casa al primo buio e lo drizzava sopra un profondo ripiano della nostra cucina. Avvicinandosi il Natale, sera per sera si dava da fare intorno all’albero, tirando dietro di sé una tenda che mi impediva di seguire il suo lavoro, benché sapessi che, come l’anno prima, vestiva l’albero con fiocchi di bambagia, festoni di pagliuzze luccicanti e palloncini di vetro colorato, appendendovi qualche mandarino, caramelle, cioccolatini neri e duri come sassi, piccoli torroni melmosi nelle loro scatolette bianche, due o tre sonagli e un campanellino di vetro che tintinnava ad ogni muover di fronda dell’alberello. Ai rami più bassi e più solidi appendeva dei salamini alla cacciatora, un mazzo di peperoncini rossi che gli mandavano i suoi parenti dalla Sicilia e qualche scatola di sardine o di alici in salsa piccante. Quando l’albero era fatto, tornava nei boschi a raccogliere un mezzo sacco di muschio col quale componeva un bel tappeto su tutto il ripiano, che poi popolava di pecorelle, asini e pastori ritagliati da un foglio e incollati su sagome di cartone. Ai piedi dell’albero, in una capanna di paglia, metteva un bambolotto di celluloide con le braccia alzate, più grosso delle due statuine di gesso di San Giuseppe e della Madonna che gli stavano accanto e perfino dell’asino e del bue. In primo piano, posava infine sul muschio uno zampone di Modena simile a un avambraccio nerboruto, che sembrava il personaggio più importante del presepio”.

Domandiamoci: qual è stasera il personaggio più importante del mio Presepe?

Buon Natale dalla capitale.

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