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Apologie Paradossali

OCCUPARSI DELLE PERSONE

COSTANTE PORTATADINO - 08/10/2020

Bezos apre una materna d’ispirazione montessoriana a Des Moines

Bezos apre una materna d’ispirazione montessoriana a Des Moines

(S) Non so se vorrai insistere nel presentarci qualche altra proposta ‘concreta’, che poi concreta non è, mancando del contributo essenziale, il conquibus, dinero, moneta o come lo vuoi chiamare, per realizzarla. Di certo non puoi sottrarti al commento di due cosette di questo martedì, in cui scriviamo: i ballottaggi di Saronno e Legnano, entrambi finiti a favore del centrosinistra e l’inizio, cauto, della campagna elettorale di Roberto Maroni, alla sezione di Bizzozero della Lega.

(C) Non penso proprio di iniziare con un commento politico, ho promesso a me stesso e ai lettori la massima neutralità. Constato i fatti: al ballottaggio il centrosinistra recupera dappertutto e spesso scavalca l’avversario e vince. Non è una novità, da anni succede così al ballottaggio, infatti Maroni commenta: “Bisogna vincere al primo turno”.

Secondo fatto: il neo sindaco di Saronno, Augusto Airoldi si presenta più di centro che di sinistra, da una ‘vocazione politica’ che il giornalista della Prealpina (non io) definisce ‘comunitaria’ e da un impegno giovanile nella Democrazia Cristiana. Al primo turno la lista del PD e le due liste civiche a sostegno di Airoldi, si dividevano equamente il merito, portando il partito solo la metà dei voti raccolti dal candidato. Al ballottaggio, Airoldi raccoglie oltre duemila voti in più (da 6490 a 8882) e Fagioli mille in meno (da 6864 a 5884). Oltre il problema del ballottaggio c’è, penso una credibilità personale del candidato e una simile della coalizione.

(S) Se tu non vuoi commentare, la conclusione la tiro io: quando si tratta di elezioni comunali, gli elettori non si accontentano di votare uno schieramento, vogliono qualcosa di più, magari un programma preciso o almeno una persona che susciti fiducia.

(O) Come dire che il rischio dell’irrazionalità in politica, di cui parlava l’articolo Politica “viscerale” e emo-crazia (o vizi e virtù delle scelte di pancia), citato la scorsa settimana, potrebbe non valere o essere attenuato quando il voto riguarda una realtà territoriale e candidati che conosciamo bene.

(C) Credo proprio che sia così. Ma credo non sia sufficiente, come suggeriscono i seguaci di Maroni, citati nella cronaca fatta da ‘ La Prealpina’, andare a fare campagna elettorale per le strade e ai mercati rionali, o ascoltare la gente, occorre sviluppare programmi, renderli noti, correggerli se necessario, difenderli da attacchi interessati o semplicemente dai piccoli opportunismi che spesso si celano dietro i ‘no a tutto’. Viceversa forse non basterà a Galimberti essere supportato dal M5S, la cui alleanza, anzi, potrebbe far perdere qualche voto di centro o civico. Questo porta in primo piano la necessità (per tutti i candidati) di proporre fin d’ora programmi nuovi, coraggiosi, coerenti i loro principi.

(O) Vuoi quindi provare ad aiutare candidati ed elettori a formulare questo tipo di programmi suggerendo qualche sviluppo a proposito del PATTO FONDATIVO?

(C) Nel mio proposito avevo pensato di illustrare oggi la necessità di completare il sistema di tangenziali e circonvallazione la cui mancanza affolla di traffico automobilistico il centro di Varese, come se fossimo rimasti al tempo delle carrozze a cavalli, ma preferisco rimandare questo tema, perché sono stato colpito da due notizie che riguardano l’educazione, in particolare quella della prima infanzia.

La prima: “Bezos apre una materna d’ispirazione montessoriana a Des Moines. È solo l’inizio.

Jeff Bezos, ceo di Amazon, aveva lanciato l’idea delle scuole in giro per l’America qualche anno fa. Aveva raccontato che avrebbe voluto dare ai figli di famiglie con difficoltà economiche la possibilità di ricevere un’istruzione, magari di impronta montessoriana, come l’ha ricevuta lui o anche Larry Page e Sergey Brin di Google, e ai genitori la possibilità di avere un posto gratuito e di qualità in cui lasciare i bambini durante le ore di lavoro. In questi anni ha continuato a lavorare al progetto e martedì, con un post su Instagram, ha annunciato l’apertura di una scuola a Des Moines, Washington, e sarà la prima di una serie di istituti che intende inaugurare in quartieri svantaggiati. Si tratterà di una materna, per bambini dai tre ai cinque anni e accoglierà un’aula singola per circa dodici studenti. Jeff Bezos è l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di almeno 176 miliardi di dollari – in agosto ha superato per pochi istanti i 200 miliardi, diventando la prima persona a varcare quella soglia – è anche il fondatore della compagnia di veicoli spaziali Blue origin e il proprietario del Washington Post e quando ha deciso di lanciare questo progetto scolastico era il 2018, ha messo a disposizione due miliardi di dollari e lo ha fatto con una promessa: applicare il modello Amazon alle scuole. Bezos sostiene che le stesse “ossessioni” che lo hanno portato a realizzare l’azienda di Seattle possono essere applicate a tutto. E come Amazon è cresciuta con “l’ossessione per il cliente”, le scuole del progetto Day 1 Academies Fund devono basarsi sul fatto che il cliente questa volta sarà il bambino”.

La seconda, (segnalatami dall’attento prof. Bruschi): Macron ha annunciato l’approvazione, il prossimo 9 dicembre, di nuove norme che imporranno “dall’inizio dell’anno scolastico 2021 la scolarizzazione obbligatoria per tutti a partire dai tre anni”. Luca Volontè, su ‘La Nuova Bussola Quotidiana’, commenta: Nel suo discorso alla Francia di venerdì 2 ottobre, il galletto francese, vezzeggiato da tutta Europa, se da un lato ha riaffermato la “la neutralità dello Stato e in nessun caso la cancellazione delle religioni nello spazio pubblico” ed evidenziato che il problema è “il separatismo islamista e la sua ideologia”, dall’altro ha annunciato la approvazione, il prossimo 9 dicembre, di nuove norme che imporranno “dall’inizio dell’anno scolastico 2021 la scolarizzazione obbligatoria per tutti a partire dai tre anni. L’istruzione domestica sarà strettamente limitata ai requisiti sanitari … Poiché la scuola deve prima inculcare i valori della Repubblica, non quelli di una religione”. La Repubblica dunque è l’unica religione ammessa, di fatto, nelle scuole di Francia. Né più né meno di un ritorno alle nefaste celebrazioni rivoluzionarie già introdotte da Robespierre per promuovere un nuovo futuro di pace e gioia. Non solo, Macron nell’estremo tentativo di “non discriminare” i musulmani francesi nel loro insieme e preso atto della incapacità di combattere l’islamismo, introduce una legge liberticida dei diritti di tutti”.

Le due notizie possono dare luogo a commenti anche diversi, ma convergono sulla ‘scoperta’ dell’emergenza educativa e di come essa deve essere curata a partire dalla prima infanzia, per rispetto ad un principio facilmente comprensibile, anche se non evidente a prima vista: si tratta di un investimento che ovviamente sarà più redditizio, anche in termini morali, ma certamente in quelli economici, quanto prima verrà realizzato. Non è un’idea mia, ma di un premio Nobel, per l’Economia nel 2000, James Heckman: “Gli studi più recenti dimostrano infatti che in fatto di sviluppo cognitivo, ma anche di capacità relazionali e di concentrazione, gli investimenti nei primissimi anni di vita di un bambino, cioè dalla nascita fino ai tre anni di vita, hanno il rendimento più alto e costano molto meno rispetto a interventi in altre fasce di età. Il premio Nobel Heckman lo ha dimostrato chiaramente, in particolare riferendosi all’infanzia più svantaggiata, quella cioè che vive in un contesto familiare o territoriale penalizzante. In sostanza, se un Paese ha intenzione di elevare il capitale umano della sua popolazione e offrire migliori opportunità ai cittadini del futuro dovrebbe destinare una buona parte di risorse proprio nei primi anni di vita dei bambini”.

Il mio commento ad ambedue le notizie è sintetico ma convinto: benissimo l’investimento sulla prima infanzia, ma non sottraendo alla famiglia, qualsiasi convinzione civile e religiosa abbia, il diritto e il dovere di educare i figli. Non conosco le intenzioni di Bezos, posso solo sperare che siano veramente prive di secondi fini e che mirino ad aiutare le famiglie, salvaguardando la loro libertà.

Trovo invece certamente preoccupante il laicismo sottostante all’intervento di Macron, non solo per un rispetto della continuità dell’educazione familiare che comprende anche quella religiosa, (quindi per la sottrazione di un diritto fondamentale a chi, non islamico e fondamentalista, per esempio i cattolici, non ha nemmeno l’idea di educare al ‘separatismo islamista’) ma proprio perché questo presunto rimedio è certamente peggiore del male, in quanto i genitori islamici, si sentiranno offesi dall’idea laicista di Macron e saranno più facilmente indotti a comportamenti reattivi e ancor più separatisti. È sicuramente più logico e persino meno dispendioso puntare su un’accoglienza comunitaria, rispettosa delle diversità e convergente su valori condivisi, piuttosto che imposti.

(S) La centralità dell’educazione dell’infanzia è un messaggio alla prossima amministrazione comunale?

(C) Fin d’ora lo mando a tutti i possibili candidati. Ma penso che non sia solo un mio pallino, per gli anni trascorsi ad amministrare una Scuola dell’infanzia. Dal Papa all’Arcivescovo Delpini, alla ‘Lettera alla Città’, iniziativa voluta dal Prevosto di Varese, le autorità religiose sono preoccupate non tanto di un problema di catechismo, ma di formazione della persona nella sua integralità.

Ricordo, a questo proposito, che dalla prossima settimana Radio Missione Francescana, ospiterà periodicamente, nella trasmissione condotta da Angela Zani Cottini, un intervento dedicato a ‘Lettera alla Città’ e il primo sarà proprio dedicato all’educazione. Inoltre verrà a breve introdotta anche su RMFonline una rubrica dedicata a ‘Lettera alla Città’.

(O) Permetti che il messaggio per le scuole e i nidi d’infanzia lo mandi io? Non avrò vergogna di mandarlo più forte di quanto oseresti tu.

(C) Prego, fai tu.

(O) Premesso che le scuole dell’infanzia gestite direttamente dal Comune di Varese sono quattro e che sono presenti in città sei statali e sedici paritarie convenzionate con il Comune, appare evidente che la presenza capillare del servizio è supportata in gran parte dalle paritarie convenzionate, ancor più per quanto riguarda le sezioni primavera (9 su 11).

È logico richiedere che l’emergenza educativa sia affrontata dal Comune tenendo conto delle maggiori difficoltà incontrate a causa del covid19 dalle paritarie convenzionate e dalle famiglie che ne sono utenti e si pensi ad utilizzare lo strumento della convenzione anche per migliorare le strutture ricettive ed estendere il servizio, di sezioni primavera e di asili nido in particolare, piuttosto che farsi carico di una più onerosa gestione diretta. Insomma, Bezos e Macron non sbagliano quando individuano i servizi educativi per l’infanzia come un motore di promozione sociale e di formazione del cittadino, al punto che oserei sperare che anche in Italia questi servizi possano diventare gratuiti e quindi universali, senza però correre il rischio di diventare preda di una iniziativa solo speculativa o ideologicamente statalistica, come quella francese.

Anni fa, precisamente al momento dell’approvazione della legge paritaria avevo pensato che questo il conseguimento della parità effettiva, anche economica, non fosse troppo lontano; mi sono dovuto amaramente ricredere e vedo oggi persino in pericolo il modesto compromesso che ha supportato vent’anni di onesta, faticosa e volontaristica esistenza. Però se c’è un soggetto che può e deve fare di più è il Comune, specificatamente quello di Varese, una città che ha visto diminuire il numero dei suoi abitanti anche per i problemi legati ai servizi alle famiglie giovani. Sia questa la proposta di questa settimana: risorse per le Scuole dell’infanzia paritarie convenzionate col Comune di Varese, sufficienti per superare le difficoltà gestionali indotte dalla crisi del covid19 ed adeguate per ridurre le rette a carico delle famiglie, anch’esse in difficoltà.

E per venire incontro al tema del patto, proposto da Costante ai comuni della Corona, che tali benefici siano offerti paritariamente anche ai cittadini di questi comuni.

(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti

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