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Sport

SERGEI BELOV: VARESE TI RICORDA

ETTORE PAGANI - 11/10/2013

Era di casa. Era quasi uno dei nostri. Varesino d’adozione cestistica. Tanto erano frequenti le sue apparizioni nella nostra città quale prestigioso capitano e grandissimo campione della moscovita “Armata rossa” regina del basket sovietico ed eterna rivale della pallacanestro varesina.

Eterna nel pieno senso della parola. Perché qualunque impresa internazionale stesse per affrontare l’Ignis sapeva già che se tutto fosse filato per il verso giusto avrebbe avuto in finale (salvo sporadiche eccezioni) l’armata condotta, e magistralmente guidata in campo, da Sergei Belov.

Grande sportivo, correttissimo nel gioco e nel comportamento. Mi torna piacevolmente il ricordo di quando, anche negli allenamenti varesini della sua squadra in preparazione alle partite ufficiali quale avversaria della Ignis, si scambiava qualche opinione, ovviamente in inglese salvo il “ciao”. Sempre sorridente dava – ogni volta – l’impressione di essere amico del nostro basket ed in particolare della nostra città.

Sorrideva anche quella volta che rischiai grosso con Gomelsky, grande coach dell’Armata. Quando – dopo averlo assicurato che non avrei riportato sulla Gazzetta il suo parere su un’espulsione toccata al sempre formidabile Dino Meneghin nel corso di una partita infrasettimanale di Campionato cui la squadra russa con il suo allenatore aveva assistito in vista di un confronto di Coppa conla Ignis.

Il giudizio di Gomelsky (“Not serius” per un campione) – contro ogni mia promessa – apparve il giorno dopo sulla rosea.

Un Gomelski piuttosto inferocito venne a cercarmi nel settore stampa dove io cercavo di mimetizzarmi sfruttando, inutilmente, l’altezza dei giocatori in panchina.

Il “Tu bandito!” del coach mi piombò addosso come una legnata interrotta da un fischio di inizio partito mai tanto gradito accompagnato da un sorrisetto di Sergei che, avendo assistito alla scena alle spalle del suo allenatore, cercava di contenere una più evidente (ma pericolosa) risata.

Un grande campione che ora ci ha lasciati per un altro pianeta ma che resterà come una stessa lucente nell’universo del basket.

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