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Divagando

I DIMISSIONATI E IL NON DIMISSIONARIO

AMBROGIO VAGHI - 31/10/2014

consiglioA poco meno di diciotto mesi dal rinnovo del Consiglio Comunale di Varese con la Giunta Fontana quanto mai impegnata nel difficile recupero di “punti qualità” e le opposizioni avviate decisamente verso la probabile conquista di Palazzo Estense, ecco il botto. Dopo alcune settimane di un tira e molla iniziato con le elezioni provinciali il sindaco Fontana sta per eseguire gli ordini e sfrattare gli uomini dell’NCD. Cosa non da poco trattandosi di scacciare il proprio vice sindaco e un assessore.

Questo accade dopo venti anni di governo leghista-forzista fortemente limitato nei risultati positivi, caratterizzato da una gestione incolore dei fatti ordinari e sopratutto da errori macroscopici che graveranno sul futuro della città. Il tutto mentre matura la volontà di cambiare finalmente musica e suonatori, tanta è l’insofferenza davanti alle insufficienze ormai avvertite da sempre più ampi strati di popolazione, non solo tra quelli maggiormente attenti ai problemi civici. Da qui l’auspicio ormai diffuso che si ricerchi, che si faccia avanti, una personalità cittadina che diventi domani il nuovo sindaco a capo di una rinnovata maggioranza di partiti e liste civiche unite in una coalizione con programmi, intenti, persone affidabili. Soprattutto persone animate da passione sincera, da amore per la loro città.

Il problema del futuro sindaco sembra per nulla interessare gli attuali reggitori del Comune. La Lega è più che mai a corto di figure spendibili, con l’avvocato Fontana verso il termine dei suoi due mandati e non più ripresentabile per legge. Con l’esaurimento della sua carica propulsiva, confermata dalla recente perdita anche della Provincia, essa appare priva sia di personaggi storici che di eventuali nuovi arrivi. Lo stesso vale per i supporter di Berlusconi, che a Varese, pure in maggioranza, hanno sempre lasciato il pallino nelle mani dell’alleato verde. Ora si trovano in aperta rottura con l’NCD, ma non sono stati loro i più determinati a scacciare il centro destra di Alfano dalla giunta comunale di Varese. Hanno lasciato l’incarico ai leghisti. Meglio non infierire, non si sa mai che il futuro possa portare un rientro delle pecorelle smarrite.

Passato in seconda linea il “tradimento” alle recenti elezioni provinciali ed i lunghi anni passati a “sgovernare” insieme nelle Giunte, per i leghisti il “casus belli” è diventata l’operazione “Mare Nostrum”. Quella intesa a salvare le vite di quei poveri disgraziati immigranti che si avventurano su vecchie carrette nel Mediterraneo.

Il tutto con l’NCD varesina determinata a non lasciare il campo. Fino all’ultimo decisa ad aspettare il licenziamento vantando sia l’assoluta fedeltà al programma sia l’aver condiviso la non brillante gestione comunale sempre in buona armonia con leghisti e forzisti. Ce ne è a sufficienza per escludersi da ogni futuro raggruppamento elettorale che si porrà come obiettivo amministrativo la discontinuità coi metodi e la gestione del passato.

Ben diverse le aspettative di chi sta all’opposizione sia in Consiglio Comunale e dei cittadini rappresentati dai vari comitati “di scopo”, sorti spontaneamente nel tentativo di arginare le magagne più eclatanti della Giunta Fontana. Tutti col pensiero rivolto alla necessità di cambiare, di voltare pagina al più presto possibile. In primis il PD che ha tracciato la sua strada di avvicinamento alle prossime elezioni e che non pare per il momento interessato ad indicare come e chi vorrebbe futuro sindaco, ma che potrebbe essere indotto dagli eventi ad accelerare i tempi.

“Il PD crede che sia arrivato il momento di far ripartire la Città, a cominciare dall’analisi dei problemi e proponendo le possibili soluzioni che abbiano la prospettiva di rendere Varese una città europea moderna ed efficiente”. Sta costruendo le linee fondamentali del programma attraverso quattro grandi progetti. “Varese da rilanciare”, rivolto alle attività produttive, al lavoro e al commercio. “Varese da vivere” rivolto alle problematiche culturali e giovanili. “Varese più bella ” per migliorare la qualità della vita affrontando i temi dell’ambiente, della”città estesa” o “Grande Varese”, dell’urbanistica e della mobilità. Infine “Varese sociale” sarà il progetto che comprende i temi delle nuove povertà e dell’immigrazione.

Il risultato di una prima elaborazione verrà presentato alla città dal prossimo gennaio con conferenze, incontri e dibattiti pubblici. La partecipazione dei cittadini arricchirà la proposta nei suoi vari aspetti. Un programma da costruire mattone per mattone nel modo più ampiamente partecipato. Il metodo appare corretto. Se mai i promotori dovranno evitare di redigere una immensa “lista della spesa”, ricchissima di dettagli ma che potrebbe generare un programma talmente esteso dal nascondere le vere linee guida. Linee guida da sottoporre infine a forze politiche, personalità, movimenti, raggruppamenti civici disposti a mettersi in coalizione per vincere l’importante partita.

Si spera che durante tutto questo percorso si facciano avanti, anche con le loro proposte, eminenti figure di varesini amanti della loro città, disposti a spendersi per uscire dalla morta gora ventennale.

Non mancano valenti cittadini che hanno dimostrato eccellenze di valore. Se mai mancano le volontà di impegno civile frenate dal dubbio che l’elettorato nostrano abbia la effettiva volontà di rompere col passato e di innovare veramente il campo. Bisognerà che partiti e movimenti incoraggino queste personalità ad uscire dal bozzolo. Sarà il momento per tutti di guardarsi in faccia. E si deciderà se passare o meno dalle “primarie”.

Ora gli avvenimenti galoppano. Per il sindaco Fontana si tratta di mettere insieme i cocci. I numeri per andare avanti, seppure risicati, ci sono. In soccorso sono immediatamente giunti a sostituire gli scacciati “traditori” due consiglieri comunali dell’UDC, quello di Casini. Avanti tutti insieme appassionatamente? Rimpasto di Giunta? Pare certo che Fontana, male consigliato, non farà l’unica cosa auspicabile in questo frangente: rassegnare le dimissioni ed anticipare di un anno le elezioni per il nuovo sindaco e consiglio comunale.

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