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Sport

DUE GRANDEZZE, AGOSTINI E ROSSI

ETTORE PAGANI - 08/01/2016

Giacomo Agostini in sella ad una MV Agusta

Giacomo Agostini in sella ad una MV Agusta

Capelli totalmente argentati così diversi dal nero corvino di un tempo e una certa presenza di rughe sul viso a prendere il posto di quella pelle liscia che lo distingueva allora al punto da essere scelto più di una volta anche come fotomodello. Capita anche ai campioni. Meglio ai campionissimi come quel Giacomo Agostini che la TV ci ha riproposto in qualità di spettatore e commentatore occasionale dallo stadio di Bergamo per una partita della squadra locale.

Era stato un tempo il portabandiera assoluto del motociclismo italiano. Senza tema del benché minimo rivale, dominatore di ogni gara. Ed era succeduto all’epoca meravigliosa in cui Tenni, Pagani, Bandirola, Ruggeri, Lorenzetti si dividevano la torta di ogni gara. Ma poco dopo da dividere non vi fu più nulla. Quando, cioè, Agostini comparve sulle piste quasi cannibalesticamente inghiottendo ogni successo.

Si correva, allora, su percorsi cittadini tortuosi e pericolosissimi con cordoli di marciapiede a far da cuscini spesso mortali alle cadute ad ognuna delle quali succedeva con quasi totale puntualità ad andare bene una frattura. Niente, ovviamente, in tali situazioni spazi di fuga laterali per le cadute, come esistono adesso pronti a raccogliere chi affronta male una curva o a consentire come ora avviene alla vittima di una caduta di rialzarsi illeso o – nell’ipotesi peggiore – solo leggermente contuso per riprendere subito la gara. Niente di simile allora e niente, ancor più, il meraviglioso equipaggiamento indossato oggi dai concorrenti valido a far da stupenda protezione al fisico.

Va detto, comunque, che ad Agostini il problema non interessava più di tanto per via di quella eccezionale abilità che gli consentiva di abbinare ad una condotta di gara perfetta una sicurezza di manovra altrettanto sicura.

Tanta fu la sua fama che in occasione di una mia presenza a Reika (una volta Fiume) mi sentii presentare un tracciato come circuito Agostini in tale occasione battezzato dalla gente del posto come omaggio al corridore italiano.

Stupendo potrebbe essere oggi un confronto tra Giacomo Agostini e Valentino Rossi sui circuiti attuali e con abbigliamento di gara in dotazione attuale ne avrebbe certo un vantaggio Agostini più avvezzo alle difficoltà di un tempo e quindi più facilitato dalle modernità. Ma non poco gioverebbe anche a Valentino la conoscenza dell’attualità. Fermo restando che le difficoltà del secondo quanto ad avversari da incontrare anche in campo internazionale ad Agostini non si erano presentate.

I dubbi su chi prevarrebbe non si possono cancellare. La certezza di quello che sarebbe uno spettacolo meraviglioso, invece, resta in tutta la sua interezza.

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