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Sport

GUAI ANCHE NEL TENNIS

ETTORE PAGANI - 29/01/2016

tennisMancava! Il tennis proprio mancava. Non che l’assenza si sentisse contando di bisogno da ovviarvi con una presenza ma insomma perché mai il tennis non avrebbe potuto fare parte del già più che sufficientemente nutrito tabellone sportivo degli inghippi. Perché mai?

Ed eccoci serviti! Con la notizia di risultati truccati per favorire la solita indegna e furfantesca schiera dei giocatori.

Eccoli, dunque, apparire pure nel tennis arrivando a corrompere anche gli illibati maneggiatori di racchette. Ex illibati, ovviamente, se è vero che la truffa arrivava anche a trovare la compiacenza di campioni di buon nome e ad addomesticare anche trofei di grande prestigio.

E pensare che una volta, non poi tanto remota, per fare cadere la colpa di risultati truccati occorrevano le zampe (almeno quattro rispetto alle più che sufficienti due gambe attuali) dei cavalli da corsa. Sembrava, questo, dunque, il campo su cui “operare” in tutta tranquillità: il più propenso alla truffa il verde degli ippodromi. Così si pensava e non sempre a ragione.

Ora invece gli spazi si sono allargati con punti di gioco fondamentalmente reperibili tra Russia e Italia (pare) salvo ulteriori precisazioni.

La tavolozza dei colori, dunque, si arricchisce dal verde degli ippodromi e dei campi di calcio al rossiccio di quelli del tennis. Par di sentire un’eco stonata ripetere: se lo fanno i calciatori che pur a soldi stanno meglio di noi e perché mai non dovrebbe essere anche a noi consentito?

A parte la discutibilità del raffronto economico, visto che stando almeno a quel che pare l’inghippo riguarda anche, e soprattutto, nomi famosi, di norma si toccano retribuzioni non precisamente misere. Rimarrebbe, salvo errori, pur sempre la questione morale.

Sarebbe interessante avere, al proposito, il parere di campioni di un tempo andato tipo Gardini, Sirola, Pietrangeli, Panatta e quant’altri che salvo omissioni portavano magliette candide prive di macchie deturpanti.

Il quadro delle intromissioni balorde nello sport non tende dunque a diminuire. E neppure diminuirà finché la cosa potrà essere osservata quasi da lontano senza interventi drastici. Per esempio non gusterebbe anche se si arrivasse a far cambiare mestiere a chi si presta.

Continua, invece, a soffiare un vento che man mano si affievolisce sino a placarsi nel nulla. Ma si potrà almeno sperare nella regolarità di qualche torneo di scopa d’assi?

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