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Ambiente

RESPIRARE MEGLIO

ARTURO BORTOLUZZI - 03/02/2017

polveriI bollettini di Arpa della Regione Lombardia hanno segnato fino a oggi (30 gennaio 2017) un inquinamento dell’aria di Varese fuori dai limiti consentiti per la presenza di polveri sottili (oltre i 50 mg per metro cubo) per 5 giorni consecutivamente.

È da considerarsi questo un fatto eccezionale? No, rispondo, ahimè no! Non voglio creare dell’allarmismo fine a sé stesso ma il Pm 10 è un inquinante cancerogeno certo (per attestazione dell’Organizzazione mondiale della sanità). Può essere combattuto e, anzi, ritengo che debba esserlo a tutti i costi.

L’inquinamento non può mai essere considerato un fenomeno normale e quindi essere accettato con rassegnazione. L’inquinamento di questi giorni lo considero quindi una questione grave e preoccupante. Le polveri sottili vanno ostacolate a larghissimo raggio, assumendo plurimi comportamenti tesi ad ostacolarle in casa, come in automobile. Con mezzi normali? No! Bisogna rendersi conto che l’inquinamento rappresenta una condizione che deve essere combattuta con mezzi speciali, non solo localmente ma in tutta la regione.

Sono procedimenti a lenta esecuzione (vertono, infatti, sul cambiamento del comportamento dei cittadini che da parte degli amministratori non si può tardare, secondo me, a far cominciare. La Regione Lombardia ha invece stabilito iniziative di basso profilo cui il Comune di Varese ha aderito. Penso che oltre a queste potrebbe fare qualche cosa in più. Il nostro corpo sociale merita l’adozione di provvedimenti in grado di farlo star meglio e di far star meglio il territorio in cui vive e lavora.

Chiedo quanto già ho consigliato in passato al Comune: l’attivazione di un tavolo intercomunale con i Comuni limitrofi a Varese, con i cittadini e con ATS e Arpa (senza buttare via quello che è stato fatto) per cercare di portare avanti progetti comuni di educazione collettiva.

Occorre fare in modo che noi si rispetti al meglio noi stessi, ma anche, gli altri; nonché si impari ad utilizzare in comune le energie e si sia istruiti a conservare, vivere e studiare anche le ricchezze del territorio, ancor più di proprietà pubblica.

Per favore, ho chiesto al sindaco di Varese, si abbia l’ardimento di insegnare qualche strategia nuova alla Regione. Il JRC a Ispra l’abbiamo noi in provincia. Organizziamo una riunione scientifica. Invitiamo gli imprenditori a proporre come migliorare l’area dove si vive e dove si produce. Invitiamo a Varese il già ministro Edo Ronchi e vediamo se il Comune abbia buttato via o no i soldi spesi grazie alla Fondazione Cariplo per attuare quanto Egli stabiliva nel Decreto con il suo nome.

Facciamo, insomma, uno sforzo di fantasia. Il Comune di Varese può essere, anzi, deve essere in Lombardia una voce diversa e deve insieme proporre qualcosa di nuovo, scatenando effetti virtuosi.

Ai primi del Novecento era Varese ad avere sistemi di trasporto, e in generale strumenti, per garantire ai cittadini una qualità della vita superiore in Lombardia. Non dobbiamo, quindi, adagiarci su quanto decide la Regione Lombardia. Adottare una tale metodica dirompente di governo del territorio e degli amministrati, sarebbe chiaramente in linea con quanto portato avanti dal progetto, sullo sviluppo turistico e culturale del territorio varesino, dell’attuale assessore alla cultura Cecchi. Questo (lo faccio presente forte e chiaro) non è, per filosofia, in alcun modo dissimile da quanto diceva il Piano strategico dell’area varesina, approvato dal consiglio comunale e sottoscritto anche da Amici della Terra Varese.

L’assessore alla cultura così condivisibilmente scrive: “ Quel che bisogna fare è lavorare alla costruzione di un rapporto pubblico-privato diverso. E cioè, investire sulla possibilità che risorse private partecipino a progetti di valorizzazione del patrimonio culturale non come beneficenza (leggi sponsorizzazione), ma in termini di un vero e proprio progetto. Il moltiplicatore su cui lavorare, non sono le sponsorizzazioni. Ma la cooperazione tra portatori d’interesse, che vuol dire partecipazione paritaria tra sistema industriale e finanziario, per un progetto di sviluppo dell’offerta creativa e culturale. Un po’ tutti hanno capito che ciò che va valorizzato è il territorio nel suo insieme. La valorizzazione, in quanto azione finalizzata a rendere disponibile la conoscenza, dovrebbe essere una prerogativa per innescare processi che siano di vantaggio per la collettività…”.

È giusto cercare di scatenare effetti positivi che possano essere indotti da una strategia che abbia alla base un accordo pubblico privato, capitanato sempre dall’ente pubblico di riferimento. Cosa ho notato invece: il comune di Varese (ho saputo degli organi di informazione) ha convocato i Comuni limitrofi a Varese perché si potessero avanzare proposte (e trovare accordi) per poter accedere al bando di concorso sulla mobilità sostenibile. Anche Amici della Terra Varese aveva proposto di attuare questo bando, ma non è mai stata invitata dal Comune di Varese. I Comuni convocati (ne sono informato solo, come detto, dagli organi di informazione) sembrano diversi da quelli chiamati in passato e, comunque, pare che non sia stata neppure convocata ATS che aveva portato un preciso piano di azione (rinnovato tra l’altro) al Comune.

Mi aspetto iniziative che, finalmente, possano dare attuazione a quanto da Amici della Terra Varese auspicato. Varese non può essere così ferma come ora. Può e deve fare di più senza dover avere la smania di battere solo strade nuove. C’è qualche metodica vecchia (poche), ma ancora pienamente valida, che il Comune di Varese può rendere meglio operativa. Lo faccia per favore!

L’assessore alla tutela ambientale ha con mia condivisione dato incentivi economici a chi migliora l’efficienza energetica di case condominiali. Se fossero più Comuni a decidere di poter trovare fondi per finanziare gli incentivi (anche decidendo con i privati un programma di azione) potrebbero essere di più i soggetti a godere delle agevolazioni, dando a un ampio territorio la possibilità di respirare.

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