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Ambiente

VIA COL CAR POOLING

ARTURO BORTOLUZZI - 03/03/2017

carpoolingNel corso del 2002 un quotidiano di Varese aveva lanciato l’idea di fare dell’Avt (Azienda varesina trasporti) una ditta che fosse artefice di un progetto di Car sharing comunale. Nessuno, in ambito pubblico, ha coltivato questa proposta. Amici della Terra Varese di cui sono presidente l’ha fortemente caldeggiata ma, malgrado ciò e il nostro scrivere (quello di Amici della Terra Varese) al Comune per spingerla (abbiamo riproposto questa proposta anche nel 2004 quando venne decisa la riduzione del capitale dell’azienda), non abbiamo mai trovato nessuno che l’abbia voluta sposare.

Ci ha pensato un altro Comune diverso da Varese a metterla in pratica. Per il sindaco Galimberti, a nostra detta, quella della mobilità sostenibile sarebbe un’iniziativa importante da portare in avanti, soprattutto in questo momento in cui siamo assediati dalle polveri sottili, adottando oltre al Car sharing, possibilmente anche con auto elettrica, anche il Car pooling. Prima di Varese si è, infatti, mossa vittoriosamente Seveso che ha voluto coinvolgere i propri cittadini con lettere, inviate casa per casa, e attraverso il proprio sito Internet.

Le prime quattromila lettere sono già arrivate nelle case. E presto diventeranno ottomila: una per ogni famiglia di Seveso. Ma c’è anche chi non ha aspettato l’avviso del Comune: in quattrocento hanno risposto al questionario online, mostrandosi disponibili a collaborare e aderendo spontaneamente all’iniziativa.

È partito «Stoppiamoci»: il primo progetto di car pooling su scala comunale in Lombardia voluto dal sindaco Paolo Butti. L’idea è di convincere il maggior numero di cittadini a unirsi e utilizzare una sola macchina con più persone a bordo per andare al lavoro, a scuola o a fare shopping. Un progetto pilota è partito nel quartiere Altopiano: uno dei più popolosi della città. Qui le adesioni (da quanto possiamo leggere sul Corriere della Sera) sono già così numerose che da marzo sarà possibile attivare il servizio. Si calcola che potranno essere circa cinquecento le auto che resteranno in garage. Tra i promotori e gli utilizzatori anche i comitati formati dai pendolari che si recano al lavoro a Milano. Molte mamme vicine di casa si sono organizzate per accompagnare a turno i figli che vanno nella stessa scuola. Ma ci sono anche pazienti diretti all’ospedale San Gerardo e perfino pensionati che frequentano lo stesso centro sociale. Un successo non inaspettabile.

Non è un caso che un progetto del genere sia nato a Seveso: la città della bassa Brianza, di 23.400 abitanti e a 22 km da Milano, ha un problema di viabilità in quanto tagliata in due dai binari della Milano-Asso, lambita a sud dai binari della Saronno-Seregno; è dunque un crocevia della viabilità su ferro. Da qui passano duecento treni merci al giorno che trasportano le merci a Malpensa. I passaggi a livello sono sei. E le sbarre si abbassano cento volte al giorno. Un incubo per chi vive e lavora nella città brianzola. Nelle ore di punta (dalle 7 alle 8.30 e dalle 17 alle 19) le transenne restano abbassate anche per 15 o 20 minuti. Con colonne di auto che si allungano anche fino a 2 km, paralizzando le vie del centro storico.

“L’interramento delle linee ferroviarie è stato per anni il sogno di tutti – spiega Butti –. Ma la realtà ha insegnato che è irrealizzabile. Una iniziativa come il Car pooling può dare un contributo significativo al miglioramento della qualità della vita dei cittadini. E i cittadini possono essere i protagonisti del cambiamento. I dati sono confortanti: a regime potrebbero essere coinvolti fino al 30% di chi abitualmente usa l’auto. Oltre al Car pooling, il Comune vuole puntare anche sul Car sharing. Quattro automobili elettriche a noleggio tra un mese saranno a disposizione della stazione di Seveso Centro e nella frazione di Baruccanali. Il bando è stato vinto da una società del gruppo FNM. Nel frattempo anche la Regione Lombardia ha affrontato il “nodo Seveso”: il Pirellone ha stanziato 68 milioni di euro per raddoppiare i binari ferroviari da Seveso a Meda (sulla Milano-Asso) e da Seveso a Seregno (sulla Seregno-Saronno).

“Tramontata definitivamente l’idea di fare correre i treni in galleria si è cercato di puntare sui sottopassi. Ma anche questa si è rivelata una scelta piena di difficoltà. Per non parlare del nuovo piano del traffico che si è impantanato in aula consiliare tra una selva di polemiche…”

 Insomma, questa iniziativa duplice del comune di Seveso del Car pooling e del Car sharing pubblici, la vogliamo rilanciare ora al Comune di Varese, perché possa essere attuata dalla nuova Giunta e dal nuovo presidente di Avt. Noi caldeggiamo venga assunta una tale scelta e chiediamo, fin da subito di invitare il sindaco di Seveso a un incontro. Non pensiamo che l’amministrazione di Varese possa rimanere, davanti all’inquinamento da Pm 10 di questi giorni, inerme come ora.

È vero che Varese è in Lombardia uno tra gli ultimi tre capoluoghi di provincia dove si verifica una situazione di inquinamento da Polveri sottili. Varese è peggiore però di città al di fuori delle pianura padana. L’inquinamento da polveri sottili è catalogato come cancerogeno; combatterlo è un dovere ed è un dovere che il comune di Varese lanci un segnale forte alla Regione Lombardia.

Come proponiamo di sconfiggere l’inquinamento? Facendo in modo che il Comune imponga uno stile di vita diverso da quello attuale: usare meno l’automobile e fare in modo che l’energia sia usata nelle abitazioni nella maniera più sostenibile, non venendo sprecata. Bisogna attuare il Decreto Ronchi e quindi fare il piano spostamenti casa scuola e casa lavoro utilizzando il più possibile il Car pooling e il Car sharing.

La proposta sarà quella di attivare non solo una iniziativa a livello di Comune ma di area omogenea, utilizzando magari i soldi di quella iniziativa riguardante la mobilità sostenibile a livello d’area di cui si era fregiato l’Assessore alla Tutela ambientale. Vanno poi coinvolte le maggiori imprese esattamente come si era fatto da parte del comune di Varese e Varese Europea con noi con Legambiente e con Ciclocittà quando Varese si era resa protagonista di un progetto innovativo con l’Assessore Federiconi.

Si erano, persino, coinvolte l’Università e le maggiori imprese varesine ed erano stati fatti dei corsi per istruire i possibili mobility manager. Era stato fatto inoltre, un Piano spostamenti casa-lavoro attuato con un referendum presso gli ospedali di Varese. Tutto il progetto (volto alla attuazione del Decreto Ronchi), nonostante fosse stato attuato con l’aiuto della Fondazione Cariplo, è stato, malgrado i nostri continui solleciti (di Amici della Terra Varese), completamente dimenticato dagli Assessori alla Tutela ambientale che si sono succeduti presso il Comune di Varese.

Confido che ora il nuovo assessore alla Tutela ambientale (che è stato anche presidente di Legambiente) ci aiuti ad attuare questo progetto facendo in modo che la Giunta comunale nomini il mobility manager di Varese città. L’assessore dovrebbe anche promuovere (così spero) una simile azione presso le maggiori aziende private e cercare di fare in modo che tutti gli enti, che hanno l’obbligo, applichino il piano spostamenti casa-lavoro e si preoccupino nei tempi di aggiornarlo. Andranno anche coinvolti la Provincia e i maggiori Comuni della stessa; inoltre anche quanti tra i piccoli Comuni vorranno aderire a questa iniziativa dovranno poter accedere al sistema di mobilità sostenibile.

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