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In Confidenza

IMPORTANZA DI DONARSI

Don ERMINIO VILLA - 28/07/2017

papaGesù di Nazaret nei suoi incontri quotidiani, nel suo sguardo sul mondo e l’umanità, non ha mai lasciato cose e persone come le aveva trovate, ma ha trasfigurato tutto e tutti. Ha fatto nuove tutte le cose. Ogni luogo dell’umano, del resto, va vissuto pienamente e abitato dall’azione dello Spirito Santo, affinché ciascuno diventi testimone, e attraverso l’incontro e il dialogo, sappia suscitare desiderio dell’Oltre in quanti hanno smarrito il senso della vita o sono gravemente feriti nel corpo e nello spirito.

Come comunità ecclesiale – ha detto il Card. Bagnasco al termine dei lavori del Convegno – assumiamo con rinnovato impegno la disponibilità all’incontro e al dialogo per favorire l’amicizia sociale nel Paese e cercare insieme il bene comune.

È bello essere responsabili gli uni degli altri e sentirci tali! Una responsabilità che si estende anche oltre la comunità cristiana e raggiunge tutte le persone, fino alle più lontane, ben sapendo che “non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere” (Papa Francesco, Discorso a Prato, 10 novembre 2015).

Partendo dalla fede in Cristo, la via del nuovo umanesimo scelta dalla Chiesa italiana, si deve realizzare nelle alleanze che la vita quotidiana ci chiama a custodire e a risanare, se infrante: l’alleanza col creato, l’alleanza uomo-donna, l’alleanza fra generazioni, l’alleanza fra popoli, culture e religioni, l’alleanza fra i singoli e le istituzioni sia civili che ecclesiali. A questo contribuisce anche la gratuità del volontariato che è un fattore tipicamente nostro, italiano.

Al nostro mondo, così esposto al rischio dell’autosufficienza o alla tentazione di ridurre Dio ad una astratta ideologia, l’esistenza di Gesù, fattasi dono perfetto, rappresenta l’antidoto più efficace. La vita di ognuno, infatti, “si decide sulla capacità di donarsi”; è in questo trascendere se stessa, in questo trascenderci, che la vita “arriva ad essere feconda” (sono espressioni molto incisive del Papa).

Con questo spirito i Convegnisti di Firenze hanno fatto ritorno alle proprie Chiese e ai vari territori d’Italia, senza la paura di guardare in faccia la realtà, anche le ombre, anche le proprie, ma con la lieta certezza di coloro che riconoscono, nella complessità del nostro tempo e nei suoi travagli, la presenza operosa dello Spirito Santo, la fedeltà di Dio al mondo.

Con questa letizia la vita riprende, ma con questo sguardo di fede e con il sorriso dei credenti, rincuorati e confermati.

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