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Ambiente

SEA E CUV A CUORE APERTO

ARTURO BORTOLUZZI - 23/03/2018

malpensaL’aeroporto di Malpensa fa collegare Varese al mondo e la Arcisate Stabio permette a Varese di poter intessere rapporti con le porzioni di territorio più a nord di Italia e, soprattutto, con la Comunità europea.

Sono presenze di assoluta importanza per tutti coloro che abitano e lavorano nella provincia di Varese e oltre. Tutti dobbiamo, pertanto, richiedere la presenza dei cittadini interessati, non per ostacolarli ma invece per migliorarli e per renderli in linea con le esigenze dei cittadini che abitano il territorio. Ho così scritto al presidente di Sea, alle Ferrovie Nord, alla Regione Lombardia e ai sindaci dei nove comuni costituenti il Cuv (Consorzio urbanistico volontario di Malpensa) perché, Amici della Terra Varese, di cui sono il rappresentante, e il comitato “Difendere Somma” non vengono coinvolti né nelle attività del Consorzio urbanistico volontario né, da parte di Sea, nelle attività compiute e in quelle ipotizzate.

Amici della Terra Varese è un’associazione che tutela interessi diffusi che non possono non essere tenuti in conto. Siamo come associazione iscritti da anni nel registro provinciale delle associazioni di volontariato e abbiamo mandato già più di una lettera a Sea. In appresso si può trovare l’articolo che obbliga il coinvolgimento delle associazioni che si occupano della tutela del territorio che già in passato è stato deturpato e che ora rischia anche di venir occupato ad accogliere un aumento dello spazio dell’aeroporto di Malpensa e un collegamento ferroviario con la stessa Malpensa. Il coinvolgimento dovrebbe poi discendere anche dal Testo unico dell’ambiente primi tre articoli commi compresi.

Non comprendiamo questo atteggiamento di poca apertura verso il terzo settore.

Anche la lettera che ha inviato il comitato “Difendere Somma” non può non essere tenuta in estrema considerazione: esprime bisogni propri del territorio che vanno soddisfatti. Ho chiesto a tutte le persone cui ho scritto se conoscono quanto stabilisce la convenzione di Aarhus e la conseguente legge di ratifica ed esecuzione numero 108 del 16 marzo 2001. Sembra proprio di no!

Non possiamo trovarci tutte assieme, sciogliendo con comuni accordi il bandolo della matassa?

Le associazioni interessate (e i cittadini interessati) non potrebbero essere degli uditori delle riunioni del consiglio di amministrazione di Sea come delle riunioni dei sindaci del Cuv?

Questa è la proposta che ho fatto e che ho posto alle persone cui ho scritto.

La convenzione che ho appena citato statuisce proprio all’articolo 6:

Partecipazione del pubblico alle decisioni relative ad attività specifiche

1.

a) applica le disposizioni del presente articolo alle decisioni relative all’autorizzazione delle attività elencate nell’allegato I;

b) in conformità del proprio diritto nazionale, applica inoltre le disposizioni del presente articolo alle decisioni relative ad attività non elencate nell’allegato I che possano avere effetti significativi sull’ambiente. A tal fine le Parti stabiliscono se l’attività proposta è soggetta a tali disposizioni;

c) può decidere caso per caso, ove previsto dal diritto nazionale, di non applicare le disposizioni del presente articolo ad attività proposte per scopi di difesa nazionale, qualora ritenga che la loro applicazione possa pregiudicare il conseguimento di tali scopi.

2.

a) l’attività proposta e la richiesta su cui sarà presa una decisione;

b) la natura delle eventuali decisioni o il progetto di decisione;

c) l’autorità pubblica responsabile dell’adozione della decisione;

d) la procedura prevista, ivi compresi (nella misura in cui tali informazioni possano essere fornite):

i) la data di inizio della procedura;

ii) le possibilità di partecipazione offerte al pubblico;

iii) la data e il luogo delle audizioni pubbliche eventualmente previste;

iv) l’indicazione dell’autorità pubblica cui è possibile rivolgersi per ottenere le pertinenti informazioni e presso la quale tali informazioni sono state depositate per consentirne l’esame da parte del pubblico;

v) l’indicazione dell’autorità pubblica o di qualsiasi altro organo ufficiale cui possono essere rivolte osservazioni e quesiti nonché i termini per la loro presentazione;

vi) l’indicazione delle informazioni ambientali disponibili sull’attività proposta;

e) l’assoggettamento dell’attività in questione ad una procedura di valutazione dell’impatto ambientale a livello nazionale o transfrontaliero.

3. Per le varie fasi della procedura di partecipazione del pubblico sono fissati termini ragionevoli, in modo da prevedere un margine di tempo sufficiente per informare il pubblico ai sensi del paragrafo 2 e consentirgli di prepararsi e di partecipare effettivamente al processo decisionale in materia ambientale.

4. Ciascuna Parte provvede affinché la partecipazione del pubblico avvenga in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione può avere un’influenza effettiva.

5. Ove opportuno, ciascuna Parte incoraggia i potenziali richiedenti ad individuare il pubblico interessato, ad avviare discussioni e a fornire informazioni sugli obiettivi della richiesta prima di presentare la domanda di autorizzazione.

6. a) la descrizione del sito e delle caratteristiche tecniche e fisiche dell’attività proposta, compresa una stima dei residui e delle emissioni previste;

b) la descrizione degli effetti significativi sull’ambiente dell’attività proposta;

c) la descrizione delle misure previste per prevenire e/o ridurre tali effetti, comprese le emissioni;

d) una sintesi non tecnica di quanto precede;

e) una descrizione sommaria delle principali alternative prese in considerazione dal richiedente;

f) in conformità della legislazione nazionale, i principali rapporti e pareri pervenuti all’autorità pubblica nella fase di informazione del pubblico interessato ai sensi del paragrafo 2.

7. Le procedure di partecipazione devono consentire al pubblico di presentare per iscritto o, a seconda dei casi, in occasione di audizioni o indagini pubbliche in presenza del richiedente, eventuali osservazioni, informazioni, analisi o pareri da esso ritenuti rilevanti ai fini dell’attività proposta.

8. Ciascuna Parte provvede affinché, al momento dell’adozione della decisione, si tenga adeguatamente conto dei risultati della partecipazione del pubblico.

9. Ciascuna Parte provvede affinché il pubblico sia prontamente informato della decisione adottata dalla pubblica autorità, secondo le opportune procedure. Ciascuna Parte rende accessibile al pubblico il testo della decisione, nonché i motivi e le considerazioni su cui essa si fonda.

10. Ciascuna Parte provvede affinché, nei casi in cui un’autorità pubblica proceda al riesame o all’adeguamento delle condizioni di esercizio di una delle attività di cui al paragrafo 1, si applichino mutatis mutandis e ove opportuno le disposizioni dei paragrafi da 2 a 9 del presente articolo.

11. Nel quadro del proprio diritto nazionale e nella misura in cui ciò sia possibile e opportuno, ciascuna Parte applica le disposizioni del presente articolo alle decisioni riguardanti l’autorizzazione all’emissione deliberata nell’ambiente di organismi genericamente modificati.

E all’articolo 7: Partecipazione del pubblico a piani, programmi e politiche in materia ambientale.

Ciascuna Parte stabilisce le disposizioni pratiche e/o le altre disposizioni atte a consentire al pubblico di partecipare all’elaborazione di piani e programmi in materia ambientale in un quadro trasparente ed equo, dopo avergli fornito le informazioni necessarie.

A tal fine si applicano i paragrafi 3, 4 ed 8 dell’articolo 6. L’autorità pubblica competente individua il pubblico ammesso a partecipare, tenendo conto degli obiettivi della presente convenzione. Nella misura opportuna, ciascuna Parte si adopera per consentire al pubblico di partecipare all’elaborazione delle politiche in materia ambientale.

Sembra impossibile sia per Sea sia per Ferrovie Italiane che venga stabilito tutto ciò, ma la convenzione di Aarhus è stata sottoscritta dall’Italia attraverso una legge che è in vigore e che non può essere applicata solo se ciò conviene all’attuatore di un’opera che è impattante per il suolo.

Ho scritto che reputo molto importante che coloro che amministrano tengano in massimo conto il dibattito riguardo la giustizia amministrativa, nonché le decisioni legislative e giudiziali della comunità europea sul modo di governare e di curare gli interessi pubblici. Il riferimento è, innanzitutto, al principio di sussidiarietà, che nella sua dimensione orizzontale, va a ridisegnare i rapporti tra poteri pubblici e privati cittadini, singoli o associati, valorizzando fortemente la loro partecipazione alla gestione della cosa pubblica. Vi è l’intento di realizzare una maggiore efficienza nell’erogazione di servizi e nell’assolvimento di funzioni, tradizionalmente, spettanti alla pubblica amministrazione. Introdotto ufficialmente nel testo della Costituzione italiana, con legge costituzionale 3 del 2001, esso attribuisce al privato una valenza ed una potenzialità considerevoli nel perseguimento di finalità pubbliche, determinando una sorta di integrazione funzionale con le strutture pubbliche ed imprimendo una forte accelerazione a quel processo di rinnovamento, iniziato negli anni novanta e volto a ridimensionare le distanze tra cittadini ed istituzioni, per consentire la loro immedesimazione nella funzione amministrativa.

Nel ruolo di “complici” e non più di soli “destinatari” dell’azione amministrativa, essi esprimono le esigenze avvertite dalla collettività in un dato momento storico-politico, offrendo elementi utili per la predisposizione di interventi adeguati e proporzionati all’entità degli interessi della collettività. Vengono monitorati i cambiamenti che, negli ultimi anni, stanno coinvolgendo il nostro ordinamento, incidendo, in maniera significativa, sul modo di “amministrare” e di curare gli interessi pubblici.

Considero che sia proprio fondamentale la partecipazione delle associazioni ambientaliste, come dei cittadini interessati, e che la politica, come le società che perseguono un pubblico scopo non si nascondano, lasciando che si sopisca il dibattito ambientale, per poter agire scegliendo autonomamente che cosa i cittadini debbano tollerare. Faccio fatica a comprendere, lo ribadisco, le ragioni di chiusura di un’amministrazione di un pubblico aeroporto a realizzare una condivisione delle scelte che i cittadini intendono perseguire.

Occorreva anni fa, infatti, e occorre secondo me ora, discutere dell’inserimento dell’aeroporto di Malpensa nel territorio varesino. Questo non è mai stato fatto.

Non voglio non godere dell’aeroporto di Malpensa e combatterlo, perché calato dall’alto. Desidero, invece, che sia governato e che venga finalmente pianificato il suo inserimento nel territorio.

Allo sviluppo non deve rinunciarsi, ma questo deve essere fatto nel rispetto di coloro che abitano il territorio varesino.

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