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In Confidenza

AMICIZIA TRA UOMO E DONNA

Don ERMINIO VILLA - 18/05/2018

Henry Moore, Gruppo di famiglia, 1945

Henry Moore, Gruppo di famiglia, 1945

L’amore, che da giovani si era manifestato nella felice esperienza dell’innamoramento, poi nel tempo cambia, si adatta alle circostanze e, se è vero, si consolida sempre più.

Col matrimonio i due diventano marito e moglie, procreando diventano genitori, quando il figlio si sposa diventano suoceri, e quando questo procrea a sua volta diventano nonni.

La loro vita si arricchisce di relazioni affettive, che rilanciano la loro vita in un’avventura sempre nuova. Il filo rosso che ha unificato il loro cammino è stato l’amore, che nel tempo ha prodotto nuovi frutti di vita per sé e per gli altri.

Per questo il dono d’amore promesso nel matrimonio si traduce in mille gesti e parole diffusi sull’arco intero della vita: si tratta infatti di un amore originale, “totalizzante ed esclusivo, fedele e fecondo”, che si differenzia da qualunque altro amore, perché possiede la spinta ad uscire dalla solitudine unendosi ad un’altra persona, ma racchiude anche le risorse per rinnovarsi continuamente e mantenersi sempre vivo e capace di produrre vita nuova.

L’amore coniugale genera altri amori: a partire dall’amore di coppia, due sposi diventando genitori generano un nuovo amore, quello parentale (l’amore dei genitori per i figli). I figli, a loro volta, sviluppano tra di loro un altro amore: quello fraterno verso i fratelli e quello filiale verso i genitori.

Così, dall’amore coniugale, nascono altri amori, che formano tra di loro un ciclo completo di amore che, partendo dall’uomo e dalla donna, ritornano all’uomo e alla donna.

In questo senso si può dire che la famiglia è l’esperienza più carica di amore di ogni altra, perché in essa vivono e si potenziano a vicenda almeno quattro tipi diversi di amore: quello coniugale, quello parentale, quello fraterno e filiale.

Ognuno di essi è diverso dall’altro e potenzia e arricchisce gli altri. Non solo, ma insieme formano un “capitale affettivo” che è benefico per la stessa società, perché tende a trasferirsi – anche se con modalità nuove – nei diversi momenti della vita sociale, umanizzandola con i diversi amori che genera nelle fasi successive della vita.

L’amore è indubbiamente gioia, ma anche responsabilità; è possesso, ma anche donazione; è ricevere vita, ma anche donare vita; è dolce riposo, ma anche impegno e fatica; è sentirsi accolto, ma anche donarsi; è costruire la casa degli affetti, ma anche aprirsi agli altri in uno scambio permanente di vita.

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