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In Confidenza

I CONTEMPORANEI

Don ERMINIO VILLA - 02/11/2018

Trinity Church a New York

Trinity Church a New York

Di quale mondo siamo contemporanei? Come possiamo diventare sale e luce del mondo? Quale ruolo possono avere i giovani nella società di oggi? Secondo quali criteri fare delle scelte?

Il Sinodo dei giovani sulla fede e il discernimento vocazionale ha avvertito l’esigenza di trovare le vie per rispondere alle sfide di una società profondamente secolarizzata. È “secolare” ciò che appartiene al “secolo”, cioè al mondo (come si diceva – una volta – in italiano), in opposizione a ciò che riguarda la Chiesa.

La secolarizzazione designa il movimento con il quale le società occidentali si sono affrancate dalla tutela della Chiesa (a partire soprattutto dalla rivoluzione francese) e hanno rivendicato la loro autonomia dalla religione. La secolarizzazione è anche la convinzione, condivisa da molti, che tutto può esistere, organizzarsi e trovare un senso senza richiami e riferimenti all’invisibile.

L’importanza eccezionale assunta dalla scienza e dalla tecnica è una delle cause della secolarizzazione e della crisi nella trasmissione della fede: molti pensano che Dio non è più necessario ad un uomo “adulto”, che sa spiegarsi ogni cosa.

Noi viviamo in questo ambiente “fortemente secolarizzato”, lontano dalla Chiesa ed estraneo alla fede in Cristo risorto. Tutto ciò, naturalmente, rafforza l’invito ad essere testimoni del Signore.

Ma richiede anche che ciascuno viva un’esperienza personale di Cristo e sappia rendere ragione, con sufficiente chiarezza, della propria fede. Non è possibile, infatti, trasmettere in maniera felice il nostro patrimonio vitale se siamo “ondeggianti”.

Da Cristo incontrato personalmente nella fede ci viene la possibilità di guardare il mondo e le persone in modo nuovo, dando spazio ai grandi slanci che abitano il cuore dei credenti. Il che significa, concretamente, rifiutare il conformismo e la mediocrità, cercare insieme con altri la verità della vita e tessere vere solidarietà attorno a noi.

Amare il mondo non è una cosa scontata. Ma poiché, nonostante la corruzione del peccato, il mondo non ha mai smesso di essere l’oggetto dell’amore di Dio, allo stesso modo merita anche il nostro amore, senza riserve.

Nel Concilio Vaticano II la Chiesa afferma di essere a servizio del mondo. Tutti dobbiamo lavorare per umanizzare, nel nome del Vangelo e con gli altri, il mondo contemporaneo. Sono tante, infatti, le persone ferite dalla vita, escluse dallo sviluppo economico, senza un tetto, una famiglia, un lavoro; molte si perdono dietro false illusioni o hanno smarrito ogni speranza… Ma come Dio si è legato a questa storia umana, condividendo la nostra vita, così dobbiamo fare noi, per offrire a tutti una speranza concreta…

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