Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Società

PRESENTE E FUTURO

MARIO DIURNI E LAURA FORMENTI - 18/10/2019

millenniansLa prospettiva di visione del futuro deve necessariamente essere quella delle giovani generazioni, usando come chiave possibile di lettura il presente, inteso come “tempo di attesa inoperosa che qualcosa accada nella propria vita, come tempo di piacere, svago e interazione, come tempo di scelte che impegnano positivamente verso la costruzione della propria identità adulta, verso il futuro personale e collettivo” (Alessandro Rosina).

Il tempo dei giovani di oggi è quello dell’accelerazione, ha la forma di un tempo impaziente, con l’idea di un futuro che deve arrivare il prima possibile. Il presente è il tempo della digitalizzazione della vita quotidiana, è il luogo della realtà virtuale insieme a quella reale.

Sono queste le dimensioni di tempo e di spazio in cui le giovani generazioni intrecciano le relazioni con gli altri, costruiscono e cercano di affermare la propria identità ed il proprio stile esistenziale.

 Identità è un concetto difficile, è un raccordo delicato tra plurimi concetti, richiede riflessione a vari livelli per ben definirla; certo è che l’identità sociale non può prescindere da un impegno di consapevolezza del proprio essere, sia nel rapporto con gli altri che con la società.

Cosa si intende dunque per giovani generazioni?

I Millennials, cioè quelli che hanno compiuto 18 anni all’inizio del nuovo millennio e che avrebbero dovuto cambiare il mondo con la freschezza, l’entusiasmo e novità delle loro idee non sono più giovani. Le grandi aspettative che si avevano nei loro confronti, sono state in parte disattese, soprattutto nel nostro Paese e molteplici sono le cause che hanno determinato un bilancio non completamente positivo di questa generazioni nei campi dello sviluppo e della innovazione. Crisi economica, bassa crescita, invecchiamento della popolazione, il ruolo culturale preponderante della famiglia, ma soprattutto scarsa attenzione da parte dello Stato e dei corpi intermedi nell’investire nella formazione, nelle politiche sociali e del lavoro.

I giovani d’oggi sono quelli tra i 15 e 24 anni, la cosiddetta Generazione Z.

I temi maggiormente sentiti nell’incontro con queste nuove generazioni, magistralmente descritti nel Rapporto Giovani 2019 dell’Istituto Toniolo, sono la dimensione educativa e sociale, il civismo e la giustizia sociale, l’autonomia dalla famiglia, la cultura e l’educazione alla legalità, l’attenzione per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, i comportamenti a rischio, il valore dell’amicizia.

Cosa fare affinché queste giovani generazioni non corrano il rischio di cadere nella condizione di NEET, neither in employement or education or training?

Come impedire la “povertà educativa”, cioè l’abbandono degli studi, prima che venga completato il percorso formativo?

Come migliorare la percezione negativa che i giovani NEET hanno del proprio benessere soggettivo e del loro stato di salute?

Quali azioni intraprendere affinché queste giovani generazioni non acconsentano ad una “autodifesa psicologica”, tranquillizzante ma troppo spesso paralizzante, che li spinge a togliere valore agli obiettivi prefissati, che è difficile o impossibile raggiungere? Ad esempio realizzazione nel lavoro, realizzazione personale con formazione di una famiglia con figli?

Investire sulle nuove generazioni e sul loro futuro, significa favorire l’integrazione tra le loro ambizioni, i loro bisogni e quelli socio comunitari. Significa traghettare e collocare giovani educati in un sapere critico all’interno di una società che cambia rapidamente.

(continua)

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login