Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Società

PRIMA L’EDUCAZIONE

MARIO DIURNI E LAURA FORMENTI - 14/02/2020

legalitaUno degli argomenti più dibattuti oggi in ambito politico, sociale ed educativo è quello concernente la cultura e l’educazione alla legalità e conseguentemente ai valori del civismo. In un periodo storico di intenso e rapido mutamento sociale è necessario chiedersi come le nuove generazioni valutino e si rapportino a questi valori. Tra i giovani di oggi vi è una sorta di indifferenza verso la legalità come coacervo di norme e schemi prefissati, mentre emerge forte il bisogno di leggi e regole condivise, frutto di una volontà comunitaria, secondo principi di equità e giustizia. Senza condivisione di una volontà generale non vi è la percezione di senso di comunità tra i giovani e ancor meno senso di appartenenza ad essa, se non nell’area della “socialità ristretta” della rete familiare e dei rapporti amicali. La multiculturalità della società contemporanea, portatrice di valori eterogenei, non sempre integrabili, amplifica la difficoltà a sentirsi parte di una comunità allargata, che non si riconosce negli spazi e nei tempi definiti dai confini, ma spinge i singoli ad un’opera di mediazione tra istanze personali e realtà contingenti

Nella società è in atto da anni una fase di “ denormativizzazione”, nella direzione di un indebolimento dei valori tradizionali come ad esempio quelli espressi dalla religione e dalle ideologie politiche ed al contrario una crescita delle libertà personali, a fronte di una sfiducia generalizzata nelle istituzioni e una debolezza oggettiva degli “ agenti mediatori”, con un aumentato senso di insicurezza e un’aumentata tolleranza verso alcuni comportamenti individuali non convenzionali (sessualità, addiction). Va segnalato inoltre che il diffuso senso di sfiducia condiziona la percezione dell’alto grado di illegalità diffusa nel nostro Paese, a partire dalla criminalità organizzata di stampo mafioso, dalla criminalità comune, fino alla corruzione; secondo un’indagine di Trasparency international condotta su 180 nazioni sulla legalità percepita, l’Italia si colloca al 54° posto.

Da tutte le indagini effettuate emerge chiaramente che l’educazione alla legalità è un concetto che inizia in famiglia, seguita dalla scuola come agenzia educativa e dal gruppo amicale, ma i modelli di riferimento dei giovani sono oggi molteplici e variegati, con il rapido sviluppo della comunicazione attraverso i “ social media”, che influenzano grandemente il comportamento dei giovani e contribuiscono a volte al loro disorientamento.

Emerge altresì una propensione dei giovani al cambiamento ed alla formazione di una coscienza civica personale, che diventa poi il metro di giudizio più importante, con i valori individuali anteposti a quelli comuni sociali e politici, con una visione restrittiva delle leggi, viste come limitanti della propria libertà, con un apparente quadro di incoerenza tipico delle giovani generazioni. Esse mantengono comunque inalterata la speranza e credono che si debbano assumere tutte le misure necessarie di contrasto alla illegalità.

In conclusione si può dire che l’educazione in famiglia resta il primo luogo di identificazione, il primo archetipo di appartenenza, il primo modello di valori e di pensiero per lo sviluppo di una “cittadinanza attiva”. Questo modello di contributo alla socializzazione ed al rispetto delle leggi, deve necessariamente essere inserito in un processo più ampio, che coinvolga i cosiddetti corpi intermedi, gli “ agenti mediatori”(Colombo- 2016”), in modo da eliminare le criticità dovute alla scarsità di spirito civico e di rispetto di regole comuni, che è un dato cronico presente nel nostro Paese e di mancanza di punti solidi di riferimento, che al contrario sono sentiti come esigenza personale per una socializzazione condivisa.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login