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Attualità

QUI MASNAGO, AUSTRALIA?

CESARE CHIERICATI - 25/10/2019

stadioIl film l’abbiamo già visto ma sono cambiati gli interpreti. Questa volta sono arrivati dall’Australia. Sono i rappresentanti di un gruppo di investitori interessato, in linea di massima, a rivitalizzare il vecchio Franco Ossola, costruito negli anni ’30 e di proprietà comunale, dal dicembre 2018 orfano del Varese precipitato nell’ennesimo baratro finanziario e di credibilità che lo ha cancellato dal panorama calcistico nazionale.

Qualche anno fa c’era già stata una manifestazione d’interesse da parte di un gruppo italiano, con una radice locale, che puntava alla costruzione di un nuovo impianto polivalente e attrezzato dal profilo commerciale. Non se ne fece nulla (ultima giunta Fontana) perché il progetto in sostanza non teneva conto del forte impatto urbanistico che un intervento del genere avrebbe avuto in una area di pregio della città ricca di vaste zone verdi e viabilisticamente nevralgica per tutta la parte Nord della città giardino. Un’area caratterizzata anche da altre funzioni, oltre a quelle sportive, già ben definite e radicate da tempo. Pensiamo ai tre corposi edifici scolastici (la scuola media Vidoletti, il Liceo artistico Frattini, il Liceo scientifico Galileo Ferraris), alla Caserma dei Carabinieri, ai numerosi edifici residenziali, in verità di scarso pregio, lungo via Borghi e a quelli, egualmente scadenti, ma più datati posti alla destra di via Manin e poi anche sulla sinistra dell’arteria salendo in direzione di S. Ambrogio. Per tacere dei centri commerciali Esselunga, Lidl, dell’emporio Euronics e della grande vasca di laminazione delle acque del Vellone, di recente realizzata, in fregio al parco Baragiola.

Già questo semplice elenco suggerisce che un intervento sullo stadio non può essere improvvisato, ma al contrario deve essere a lungo meditato e studiato con tutte la parti in causa. Servirebbe un masterplan dell’intero comparto perché, dicono gli esperti: “ Di norma rappresenta lo strumento ordinatore per gli interventi su un comparto urbano da risanare e riqualificare in modo unitario, organico e coerente….Per formulare qualunque intervento che modifichi o integri il tessuto urbano, si dovrebbero esaminare preventivamente, con rigore e competenza scientifica, i bisogni della città e dei cittadini che la vivono per integrare l’area nel contesto d’insieme con un solido impianto urbanistico” ( Semi di città pag 22). L’esatto contrario di quanto è stato fatto in Piazza Repubblica dove la fretta nella confezione e nell’approvazione del masterplan da parte dell’amministrazione comunale di allora si sono dimostrate esiziali impedendo una destinazione condivisa degli spazi disponibili dopo il risanamento, ancora tutto da fare, della vecchia caserma Garibaldi.

Il modello cui si ispirerebbe per Masnago la proposta australiana è quello di Melbourne dove il gruppo Centrum Stadia ha realizzato un impianto che ha fatto da volano economico a un pezzo della metropoli che conta 5 milioni di abitanti. “Non si tratta di ricostruire uno stadio – ha detto agli amministratori varesini il segretario della Camera di Commercio italo – australiana John Caniglia – ma di creare un quartiere polifunzionale per la città con un respiro internazionale. Un’area non solo di sport, ma anche di intrattenimento che porti eventi, turismo e posti di lavoro”.

Va ricordato che la collaborazione tra le istituzioni australiane e il nostro territorio ha un ottimo precedente, ossia lo European Training Center che dal 2011 ha sede a Gavirate. Di fatto la base europea delle nazionali (dal canottaggio al ciclismo) inserita felicemente in un territorio ricco di servizi, di infrastrutture, prossimo alla Svizzera e tutto sommato privilegiato da condizioni atmosferiche favorevoli. Se saranno rose….

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