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Ambiente

CANI IN CITTÀ

ARTURO BORTOLUZZI - 01/11/2019

caniDagli organi di informazione locali sono informato delle condizioni deplorevoli della “palestra dei cani” a Borsano che è l’unica esistente a Busto Arsizio. Ciò, non tanto per la cattiva conduzione delle opere di ordinaria amministrazione da parte del Comune (sfalcio del verde, pulizia dei luoghi da parte dei netturbini e altre similari), quanto, invece, per il deplorevole stato dei giochi degli animali, degradati e arrugginiti ovvero usurati dal trascorrere del tempo, ovvero offesi da opere di manutenzione approssimative ovvero, infine, compromessi da ripetuti atti vandalici. Condizioni, insomma, pietose, quasi sempre pericolose.

Si pensi alle pedane per gli scavalchi, ormai inutilizzabili se non si vuole che il proprio animale si faccia male a causa a causa dei buchi che sono divenuti ormai caratteristica di quasi tutte le assi. Pure le fontanelle sono sistemate in maniera approssimativa e non danno certo l’impressione di essere sicure, né decorose.

È impossibile anche tenere lontani gli animali che sconfinano dal luogo a loro dedicato, dai frequentatori del parco che camminano o accompagnano bambini. Le reti che dovrebbero servire a distanziarli sono anche esse cadenti (spesso tenute in piedi con pezzi di legno recuperati a casaccio) ovvero approssimativamente sostituite.

Non servono opere da poco. Come chiesto da Legambiente Busto Arsizio deve essere fatta per iniziativa comunale una struttura nuova, specificatamente dedicata e completa. I numerosi cani presenti in città hanno assolutamente bisogno di un luogo a loro dedicato dove fare agility. Il Comune deve rendersi conto che permettendo ai cittadini di essere proprietari di animali domestici, ci devono essere sufficienti spazi a loro dedicati (posti sotto regolare disinfestazione) e strutture in grado di poterli fare divertire. Affrontare un simile tema, porta necessariamente a considerare il modo con cui a Busto Arsizio vengono trattati i cani da compagnia.Mi rendo conto con strumenti non adeguati!Infatti, sono individuabili solo sei aree dedicate ai “beniamini”.

Ho scritto al sindaco, mandandogli una specifica nota, temendo che il Comune piuttosto che governare la presenza di animali in città, si limiti a tollerarli. Gli ho chiesto: quanti cani risultano presenti a Busto Arsizio? Come è aggiornata l’anagrafe canina? Quanto costa l’iscrizione all’anagrafe canina? Quali informazioni sono rese ai proprietari dei cani? Ogni quanto viene fatta una disinfestazione delle aree a loro dedicate? Chi è attrezzato a fare questa attività? Quanto costano queste azioni al Comune? Speriamo che il Comune faccia tutto. Se invece questo non potesse badare in proprio a tutti i compiti che, sono certo, debba provvedere ad attuare quale minimo provvedimento perché sia possibile ospitare con un minimo conforto l’animale, non pensa che sia opportuno discutere tutti assieme, Comuni e interessati, sul da farsi?

Noi vorremmo che i proprietari dei cani paghino al Comune una piccola tassa perché l’ente pubblico possa avere dei soldi per poter pagare a enti specializzati dei servizi efficienti per il proprio animale. Deve essere, comunque, assicurato da parte del Comune, che saranno fatte tutte quelle azioni atte a ridurre al minimo le possibilità che i cani possano contrarre malattie in spazi a loro dedicati. Come procede in città il recupero delle deiezioni canine?

Il Comune ha potuto valutare la proposta di attivare il metodo DNA, portato avanti principalmente da parte del Comune di Malnate e comunque adottato con successo in Germania.

Attendo una risposta chiarificatrice.

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