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Ambiente

MALPENSA BRIDGE

ARTURO BORTOLUZZI - 21/02/2020

malpensaIl sindaco del comune di Somma Lombardo, presidente di turno del Cuv (Consorzio urbanistico volontario) di Malpensa ha espresso sugli organi di informazione il proprio pensiero sulla bontà dell’operazione Bridge (di cui diciamo in seguito) e sul suo apprezzamento delle parole dell’amministratore delegato di Sea che aveva voluto manifestare, sempre sugli organi di informazione, la propria volontà di presentare un nuovo masterplan dell’aeroporto sentendo per primi i bisogni del territorio.

Gli ho scritto facendogli presente come non concordassi con le sue parole. Per quanto riguarda lo spostamento dei voli da Milano a Malpensa, infatti, aveva dimostrato di non avere tenuto in debito conto quanto fosse stato certificato in passato, per le analisi di Arpa e Ats. La zona entro cui vi è l’aeroporto risultava gravemente inquinata non per traffico aereo bensì per il traffico delle autovetture e per le industrie esistenti. Risulta quindi molto irresponsabile, secondo me, che, stante queste analisi, possa essere giudicato positivamente lo spostamento di molti voli dall’aeroporto di Milano Linate a quello di Malpensa (operazione, appunto, denominata Bridge) non per decisione di un ente privato, ma di enti pubblici (Regione Lombardia e Comune di Milano) che dovrebbero avere maggiore attenzione per i cittadini e per le grandi bellezze del territorio.

Ciò che è mancato è che, riguardo a questi valori, neppure c’è stata un’attenzione da partedegli enti locali minori (alludo proprio ai Comuni) che per primi non si sono occupati di difendere ciò che viene dagli stessi amministrato (principalmente, esseri umani e territorio).

E ciò che maggiormente mi preoccupa è quello che il sindaco di Somma Lombardo si aspetta riguardo il nuovo masterplan da parte di Sea. Gli ho ricordato che troppo spesso vengono decisi ampliamenti dello scalo e nuovi collegamenti allo stesso, a prescindere da un piano urbanistico che vada a individuare quale possa essere il suo esatto futuro, le priorità di azione, le condizioni della popolazione, l’integrità dell’ambiente naturale circostante.

Ho raccomandato che sugli aspetti evidenziati sopra venga tenuta la massima attenzione. Riguardo agli stessi ho ricordato come si fosse espresso il decreto dell’allora presidente del Consiglio dei ministri D’Alema (consegnatomi da Lega Ambiente Gallarate), assunto in data 13 dicembre 1999 che invito a leggere e a considerare in quanto indica quali siano i monitoraggi su uomini e ambiente che devono farsi nonché alcuni diritti delle persone che abitano presso l’aeroporto.

Ogni tipo di monitoraggio, per l’aeroporto di Malpensa, che è stato aggiornato molto tempo addietro, ho chiesto al sindaco che per sua azione venga attualizzato. Gli ho domandato anche di verificare che tutte le analisi richieste dal decreto D’Alema siano fatte e vengano svolte.

Nulla abbiamo mai saputo dell’istituzione di un osservatorio ambientale permanente.

Gli ho chiesto, per evitare di ripetere argomenti già trattati, di tener conto di quanto avevo scritto (come presidente pro tempore di Amici della Terra Varese) al presidente della Regione Lombardia e, per conoscenza, proprio ai Comuni del Cuv in data 7 luglio 2014.

Sui beni amministrati, ho ribadito che mi attendo che nelle decisioni che verranno da lui assunte venga tenuto sempre in conto quanto gli ho scritto, come anche di quanto indicato nella sentenza cosiddetta “Quintavalle”.  Ha, infatti, sostenuto e affermato che di Malpensa debbono occuparsi le istituzioni e non i privati, le stesse hanno dato ragione a Umberto Quintavalle a tutela della sua proprietà, Cascina Tre Pini nel Parco del Ticino entro cui sono morti 100mila alberi, a causa, egli sosteneva, del traffico aereo di Malpensa. Le perizie svolte dai tecnici di parte constatarono, infatti, una presenza sopra la norma di ossidi di azoto e di idrocarburi policiclici aromatici, più noti con la sigla Ipa, sostanze derivanti da combustioni incomplete di idrocarburi e vero e proprio veleno per la vegetazione.

La proprietà Cascina Tre Pini è riconosciuta di pregio ambientale, e a favore della stessa vanno assunti provvedimenti concreti per ridurre l’impatto degli aerei in decollo da Malpensa.

La salvaguardia non deve e non può essere parcellizzata ma occorre sia rivolta a tutto il territorio limitrofo all’aeroporto. Allo sviluppo non deve rinunciarsi ma questo deve essere fatto nel rispetto di coloro che abitano il territorio varesino

  proposito delle dichiarazioni dell’amministratore delegato dell’aeroporto di Malpensa, che si è detto intenzionato a rivolgersi al territorio, ho richiesto a lui e ho pregato il sindaco di Somma Lombardo, di tenere in conto questa proposta in linea anche con i principi contenuti nel Codice dell’Ambiente, tra cui quelli di precauzione e di prevenzione. Ho ricordato anche a entrambi il principio di sussidiarietà, introdotto dall’Art. 3-quinques del Codice dell’Ambiente che ha le sue radici sia nell’ordinamento comunitario (Art 130 dell’Atto Unico Europeo e poi nel Trattato di Maastricht) che in quello nazionale.

L’Art. 118 della Costituzione incarna infatti il principio di sussidiarietà e i relativi principi di differenziazione e adeguatezza. Sussidiarietà, che si esprime con un’esigenza di prossimità con la società, la collettività e il territorio; differenziazione, che afferma come non sia necessaria la corrispondenza tra istituzione e funzioni spettanti; adeguatezza, che prevede l’obbligo di rispondenza della collocazione delle funzioni rispetto alla realtà.

In base a ciò, e anche con riferimento al decreto Dalema, ho chiesto all’amministratore delegato di Sea (invitando il Sindaco di Somma Lombardo a sostenere la mia azione) che faccia partecipare due o tre rappresentanti delle associazioni ambientaliste iscritte nel Registro provinciale delle associazioni di volontariato, ad assistere, senza diritto di parola, a tutte le riunioni del Consiglio di amministrazione di Sea Malpensa. La stessa infatti è, lo ricordo ancora, gestita, per la quota di maggioranza, da enti pubblici. Dovrebbe perciò avere in massimo conto le necessità di persone, animali e paesaggio. Vedremo così quanto è estesa l’apertura al territorio di Sea Malpensa.

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