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In Confidenza

CAMBIARE

Don ERMINIO VILLA - 30/04/2020

duccioSpesso fraintendiamo la parola “amore”, che non è soltanto passione e coinvolgimento, sentirsi preziosi e cercati da qualcuno (partner, figlio, amico). Amore è anche concretezza, quotidianità, fatica, fedeltà, passione (= patire!). Spesso il circuito d’amore viene interrotto dalle nostre lentezze e chiusure, dal nostro peccato. Se capissimo che Dio ci chiede solo di lasciarci amare, raggiungere e trasformare dalla sua misericordia…!

Ed è ovvio che l’amore cambia, mi cambia. Già lo fa l’amore di una persona; figuriamoci l’amore di Dio! Dio non ci ama perché siamo amabili, ma – amandoci – ci rende amabili e capaci di superare la parte oscura che abita nel profondo di ciascuno di noi. I cristiani sono quelli che “hanno creduto all’Amore”, perché l’amore che è in noi ci lascia liberi, ma anche ci tormenta, si nasconde, ci scandalizza al punto che ci domandiamo: “Ma dov’è l’Amore, quando accadono tragedie, di ogni tipo? Come è possibile credere l’Amore quando l’uomo arriva a vertici di crudeltà…?

Gesù ha parlato di Amore alla vigilia della sua passione: Lui ha creduto l’Amore anche nel momento del grande silenzio del Padre. Guardando Gesù “abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi” ed impariamo a conoscere e a credere l’amore che Dio ha per noi anche nella quotidianità della nostra vita, nei suoi silenzi drammatici… nella certezza che l’ultima parola è l’Amore.

Nell’esperienza dell’Amore, illuminata da Lui, trova senso anche la più drammatica delle esperienze umane. Per questo Gesù desidera che “la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena“. I discepoli sperimentano la “sua” gioia, una gioia che coesiste con il limite umano, con la paura, con il dolore, con il fallimento. Per questo il volto dei discepoli è (o dovrebbe essere) un volto gioioso, di chi gusta l’Amore che crede.

Chi si lascia amare dal Padre, “come” Lui, “come” Lui ama gli altri. Non si può fermare l’Amore: l’amore vicendevole è la prova della verità con la quale ci lasciamo amare dal Padre. Non esiste amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici, cioè vivere intensamente la propria vita offrendola, donandola l’uno all’altro, per infondersi vita reciprocamente.

Così è delineata una stupenda immagine della Chiesa: una comunità di amici, non di schiavi, a cui egli ha rivelato tutto ciò che ha ricevuto dal Padre. Una comunità di persone libere, perché amate da Lui; non di “iniziati”, che hanno segreti di mantenere. Una comunità costituita non da persone che hanno scelto il loro maestro, ma chiamate e amate da Lui, che rimanendo in Lui, sono mandate per portare al mondo il frutto buono del suo Amore.

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