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Editoriale

FORZA VARESE

MASSIMO LODI - 06/11/2020

sindaco2-Sindaco Galimberti, che giorni sono?

“I peggiori dall’avvio del mio mandato”.

-Più che nel marzo scorso, irruzione del Covid?

“Allora fummo sorpresi, scattò la tormentata reazione, pagammo un prezzo. Adesso non ci aspettavamo un bis con tale crescendo. Due le differenze: meno casi gravi, ma numero di contagi decisamente superiore”.

-Perché Varese, dopo Milano e con Monza e Como, al centro del disastro?

“Non entro nella questione epidemiologica, roba da esperti. Sento dire che a Bergamo e Brescia si patirebbero minori danni grazie a una sorta d’avanzata immunità di massa. Resto sul piano economico-sociale: il vantaggio del prima è diventato lo svantaggio del poi”.

-Cioè?

“L’appartenenza all’area metropolitana milanese, che va oltre la cerchia periferica del capoluogo di regione. Ne siamo cittadini per ragioni di lavoro, studio, svago, sport eccetera”.

-Gravitazione insieme virtuosa e no…

“Nelle megalopoli è un fenomeno della contemporaneità. Su scala mondiale”.

-Cosa le chiedono i varesini che incontra?

“Quanto durerà l’epidemia”.

-La risposta?

“Ancora a lungo. Diamoci maggio come traguardo d’uscita”.

-Schiscia bosinità: speranza o certezza?

“Nessuno ha certezze. Speranza ragionevole”.

-Coltivabile in che modo?

“Seminando responsabilità: obbedire alle indicazioni utili a prevenire l’attacco del virus”.

-Sono indicazioni sufficienti?

“Aiutano, se seguite da ciascuno”.

-Ovvero: non le seguono tutti…

“Un mese fa era così: allegra incoscienza. Adesso situazione cambiata. Anche i giovani multati fuori dalle scuole hanno compreso che va indossata la mascherina”.

-E gli altri?

“Vedo molta accortezza. S’è compreso che con quest’infezione non si scherza”.

-Come mai tanta superficialità prima della gran paura?

“Messaggi sbagliati. Da imprenditori, medici, politici e personaggi popolari sono venute parole fuorvianti”.

-Negazionismo?

“Sottovalutazione. Banale e tragica. Pensavano che la pandemia fosse in archivio. Invece no”.

-Per farvi fronte, come siamo messi a Varese?

“Le strutture ospedaliere resistono. Straordinario lavoro del personale. E reparti d’emergenza che danno il massimo, pur se sotto una micidiale pressione”.

-Fuori dagli ospedali si potrebbe fare di più?

“Indipendentemente dalle decisioni istituzionali, mutevoli di periodo in periodo, automigliorarsi nell’osservare le note regole. Tipo: evitare le feste in famiglia. Scaglionarsi negl’ingressi ai supermercati. Scordarsi l’assembramento all’esterno di negozi e locali pubblici”.

-L’ex Quiete verrà utilizzata?

“Dicano Ats Insubria e ospedale se ritengono utile che lo sia. Il Comune ha fatto il suo, ottenendo il via libera giudiziario”.

-Pronostico?

“Mi auguro un sì, temo un no”.

-Il lockdown bis è una strategia vincente?

“Il percorso che ci sta davanti è ancora lungo. Irrazionale chiudere tutto e subito. Col Covid bisogna convivere. Vedere lontano e chiaro, usando pazienza e intelligenza. Ci aspetta ancora una maratona”.

-Niente sprint, ritmo regolare…

“E continuato nel tempo”.

-È intelligente proporre la reclusione degli over 70?

“Una sciocchezza. Agli anziani va raccomandato d’essere molto attenti a sé stessi. E basta. Poi li si aiuta. Portandogli a casa la spesa e i farmaci”.

-Anche dandogli conforto psicologico?

“Specialmente e con gratitudine. Sono e restano un pilastro della società, altro che il contrario”.

-Qual è la lamentela più ricorrente che le arriva?

“La difficoltà a ottenere risposte veloci, precise, concrete sul versante sanitario. Mi si dice: chiamo qui e là, non trovo una voce che sciolga il mio quesito. È la conseguenza dello stress emergenziale in cui versa l’intero settore”.

-Un caso pratico: il vaccino antinfluenzale c’è, non c’è? E chi lo pratica?

“Non c’è ancora per tutti. Ma ci sarà. Provvederanno i medici di base. Chi nel suo studio, chi associandosi a colleghi in un ambiente più ampio. All’ex scuola Salvemini riceveranno i pazienti una ventina di dottori, numero forse destinato ad aumentare”.

-A proposito di scuola. Resistere alla chiusura di elementari e prima media?

“Resistere, intervenendo tempestivamente in caso d’allarme infezione”.

-Resiste anche la progettualità municipale?

“Basta guardarsi attorno. I cantieri sono aperti e attivi: piazzale Kennedy, piazza Repubblica, rotonde accanto alla nuova Esselunga di via Gasparotto eccetera. E l’orizzonte s’allarga in ogni occasione possibile. Vedi il caso della trasformazione viabilistica di largo Flaiano”.

-Fuori d’Italia: contento del voto Usa?

“Biden vincitore è una buona notizia. Uno stile diverso aiuterà gli americani, e noi con loro, a ridimensionare comportamenti e posizioni sia in politica sia nella vita relazionale. Abbiamo bisogno, per superare la crisi, di persone che siano esempi positivi anche nei toni. L’Italia e l’Europa dal nuovo corso statunitense trarranno vantaggi per superare la pandemia e vincere il terrorismo”.

-Dentro la privacy: come vive casa Galimberti l’incubo virus?

“Quando rientro la sera, mia moglie Pamela chiede: novità particolari? E’ sempre in un’attesa apprensiva. Teme guai nuovi e complicati”.

-E i figli?

“Nel linguaggio di Stefano e Matteo, undici e dodici anni, è entrato il Dpcm. Sanno cos’è, s’informano sul suo moltiplicarsi, non perdono una conferenza stampa di Conte”.

-Inimmaginabile scuola di vita, fino a poco tempo fa…

“E non la si può marinare. Bisogna abituarsi. Siamo entrati in un mondo sconosciuto, va vissuto”.

-Anche andando al supermercato a fare la spesa per la mamma, come ha rivelato una foto…

“Per la mamma Rosa e per il papà Renzo”.

-Gliela sollecitano loro?

“Affatto. Facciamo io e mia moglie”.

-Succedeva anche prima?

“No, i miei genitori badano a sé stessi. Ma ora è importante tenerli al riparo dai rischi. E ci si adopera. Succede in ogni famiglia. Ci mancherebbe che non succedesse”.

-Ne usciremo?

“Sono ottimista nell’epoca del pessimismo. A patto che ciascuno faccia la sua parte, e che l’insieme funzioni”.

-Non sempre dà quest’impressione…

“Peccato. Diamoci la mossa: siamo un Paese, non un mosaico di paesi”.

-L’Amministrazione civica risponde alla domanda di sostegno sociale?

“Con varie iniziative a favore delle fasce deboli. Il sito del Comune e le nostre newsletter ne sono testimonianza. Ci affianca il mondo del volontariato”.

-Per chiudere: sentimento prevalente?

“La preoccupazione. Subito dopo, la fiducia”.

-Forza Varese?

“Sappiamo storicamente come fare il tifo per noi stessi. Forza Varese!”.

-Abbassare la curva del contagio alzando il tifo nella curva del civismo…

“Stiamo lì tutt’insieme. Distanziati e protetti. Ma la bandiera è una sola”.

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