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Fisica/Mente

CALORE UMANO

MARIO CARLETTI - 11/12/2020

febbreNon ci sono più le stagioni. Questo, almeno alla nostra latitudine, è un dato di fatto. Purtroppo se ce ne accorgiamo in modo così netto in un periodo di tempo così breve, come è una vita, ciò significa che si tratta di un cambiamento avvenuto davvero nel giro di poche decine di anni.

Per parlare quindi di temperature, adattamenti e freddo ho dovuto aspettare fine novembre e forse ho anche anticipato i tempi.

Fatto sta che il nostro organismo è una macchina meravigliosa ma concepita per funzionare a pieno regime solo in un range piuttosto limitato. Per questo si è dotato di una serie di ‘optional’ pronti ad essere attivati per perdere, acquistare, mantenere la temperatura il più possibile costante.

La temperatura definita come ideale nel nostro organismo è convenzionalmente di 37° Celsius, ben sapendo comunque che ci sono diversità tra soggetto e soggetto ed anche nella stessa persona se cambiano determinati fattori.

La misurazione della temperatura varia anche semplicemente in base al luogo dove viene misurata per cui quella rettale (interna) è generalmente superiore a quella misurata nel cavo orale, la quale è a sua volta superiore a quella misurata esternamente (ascella).

Non solo ma la misurazione è influenzata anche da altri fattori come ad esempio la durata dell’applicazione (due minuti interna, cinque ascellare), la temperatura ambientale ed il sudore della pelle, vicinanza o meno ad attività fisica (andrebbe misurata almeno dopo mezz’ora di riposo), periodo del ciclo nella donna fertile (più alta durante l’ovulazione).

Vi sono poi altre situazioni fisiologiche note: è più alta nell’infanzia che nell’età anziana (diversi metabolismi), aumenta dopo un pasto ed in modo maggiore se lo stesso è ricco di proteine (termogenesi alimentare), è generalmente più bassa al mattino rispetto al tardo pomeriggio, aumenta con l’attività fisica intensa e prolungata.

L’aumento della temperatura corporea (febbre) è una delle risposte al nostro organismo contro infezioni da virus, batteri e funghi.

L’ipertermia invece avviene o per aumentata produzione o assorbimento di calore o per cattiva dispersione e può portare ad una patologia nota come colpo di calore.

Al contrario l’ipotermia avviene quando la temperatura scende sotto i 35° rettali. Ciò può accadere per esposizioni a temperature molto basse per abuso di alcoolici (provocano dispersione di calore per vasodilatazione cutanea) o per mancanza importante di tessuto adiposo protettivo (cachessia).

Quali sono le cause principali di produzione del calore umano?

Il primo è il metabolismo basale, vale a dire l’insieme delle reazioni biochimiche necessarie a far funzionare organi ed apparati a riposo.

Infatti non siamo capaci di trasformare l’energia al 100% ed ogni reazione produce una certa quantità di calore.

La digestione di ogni singola sostanza che contiene calorie ha un costo energetico, denominato azione specifica degli alimenti, che è maggiore per i pasti ricchi di proteine.

La produzione di calore aumenta poi quando noi facciamo attività fisica e crescerà con il coinvolgimento di più masse muscolari, la durata e la maggior intensità dello sforzo.

La dispersione invece del calore può avvenire per conduzione, irradiamento, convezione ed evaporazione.

La termoregolazione è il sistema di risposta del nostro organismo agli sbalzi di temperatura e, come ricordato, ha il compito di mantenere una omeostasi termica fondamentale per il funzionamento delle nostre cellule.

Per perdere calore quindi noi sudiamo, aumentiamo la frequenza e la profondità del respiro in modo da favorire l’evaporazione e poi con il tempo rallentiamo il nostro metabolismo basale (ormoni tiroidei) e variamo la quantità di sangue che viene distribuito a livello cutaneo arrivando ad utilizzare, in quelle zone, circa un terzo dell’intera gettata cardiaca.

Invece per non disperdere calore ricorriamo al brivido, un’attività muscolare involontaria che coinvolge la muscolatura dei bulbi piliferi e può superare di parecchio (circa 7 volte) l’attività metabolica dei muscoli a riposo. Aumentiamo le reazioni biochimiche in alcuni tessuti particolari come fegato, muscolo e tessuto adiposo bruno (situato soprattutto tra le scapole). Anche l’attività cardiaca è incrementata con il duplice scopo di produrre calore e trasportarlo poi in tutto l’organismo.

Quindi quali regole osservare?

Mantenere in casa una temperatura tra i 18 ed i 22 gradi, fare sempre molta attenzione alle fonti di calore (bruciature, intossicazioni ossido di carbonio etc.) ed anche all’aria condizionata (che andrebbe usata almeno sopra i 30°) che dovrebbe portare i gradi tra i 24/27.

Prestare attenzione ad umidità e ventilazione degli ambienti, entrambi fattori che influenzano il microclima (e la respirazione).

Scegliere le ore ideali per fare ogni tipo di attività esterna in base al clima (no attività fisica intensa con troppo caldo o freddo).

Molta attenzione a non sbagliare abbigliamento, coprire le estremità quando fa freddo, favorire la sudorazione quando è molto caldo.

Alimentazione, compresa idratazione (no alcool al freddo!!), funzionali alle temperature ed alla attività che si affronta (bere spesso se fa caldo).

Sembrerà banale ma non lasciare mai in macchina persone od animali al sole e ventilare l’abitacolo prima di partire in caso di grande calore accumulato all’interno.

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