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Editoriale

STELLETTE

MASSIMO LODI - 02/07/2021

candidatiInfine il centrodestra sceglie per Varese. Il candidato sindaco è Matteo Bianchi, leghista di storia lunga e conosciuto profilo: è stato anche segretario provinciale. Arriva alla nomination in ritardo: il suo nome circolò prima che nascesse l’opzione Maroni. Ritorna e non rappresenta una sorpresa. Lo stupore è che si sia tergiversato prima di rimetterlo in gioco, non indicandolo ad alleati pronti a dichiararsi soddisfatti.

Nel messaggio d’intenti seguìto all’annuncio, Bianchi marca tre impegnativi asterischi. Stelletta numero 1: si presta al sacrificio municipale (perché di ciò trattasi: e vale per tutti, su ogni versante partitico) pronto all’adieu a una carriera parlamentare finora prodiga di gratificazioni e che altre gliene promette, sotto l’ala protettiva di Salvini. Non tutti han fatto e farebbero la stessa scelta. Stelletta numero 2: incrocerà con Galimberti armi leali, garantendo zero scadimenti sul piano della diatriba personale. È il rifiuto dell’oltranzismo nella lotta politica e l’adozione d’uno stile di confronto che ambisce ad essere moderato/alto. La terza stelletta: chiede alla Lega e ai sodali di Forza Italia e Fdi mano ragionevolmente libera nell’individuare i componenti della sua giunta, qualora gli capitasse di vincere. Non una rivendicazione d’illuminismo autoritario, ma d’una indipendenza d’azione che guarda alla società civile. Bianchi parla di “governo dei migliori”, e in ciò s’apparenta al sentire dell’avversario Galimberti. Che sul punto la pensa come lui.

Dunque la gara dovrebbe svolgersi -e senz’altro si svolgerà: vogliamo credere alle buone intenzioni del gentlemen’s agreement- obbedendo alle regole del fair play; applicando il metodo della concorrenzialità sui contenuti; digitando una cifra di chiamate individuali (d’incarichi assessorili) basata sul merito.

Se andrà davvero così, c’è da rallegrarsene. Vuol dire comprensione dello spirito del tempo; realismo civico, propedeutico a una buona amministrazione; prevalenza dell’interesse generale su particolarismi di bottega. Augurabile, di conseguenza, che le critiche verso il governo municipale uscente siano mirate ai fatti e non demagogiche; che le proposte alternative abbiano sostanza pragmatica, e dunque attuabile; che questa sorta di “draghismo” nell’arruolare i componenti della possibile squadra vittoriosa risponda ai criteri della competenza tecnica, della conoscenza locale, dell’esperienza settoriale. Aspettiamo curiosi la novità d’una rappresentazione elettorale che sia teatro d’avanguardia, mandando in archivio copioni logori e peraltro di nessun beneficio -quando se ne recitò il testo- alle sorti di Varese. In cinque anni si son fatti più progressi che nei precedenti ventitré, quando Palazzo Estense fu conquistato dal Carroccio. Nel prossimo lustro ci si aspetta la continuità se vi resteranno gl’insediati d’oggi, la rottura col passato infausto se li sloggeranno i rivali. Poi, avanti per Varese tramite l’augurabile collaborazione di tutti. A ciascuno il suo risultato, a ciascuno il suo ruolo, a ciascuno la sua responsabilità.

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