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In Confidenza

MISERICORDIA TERAPEUTICA

Don ERMINIO VILLA - 25/02/2022

misericordiaIl Papa con “misericordiare” invita ad avere pietà, sentire compassione.

Da cui ‘misericordiati’ sono coloro che hanno ricevuto misericordia.

Paolo confida la sua esperienza personale: ha ottenuto misericordia.

Si riconosce peccatore, cioè mancante, vuoto, incapace, impotente…

Il peccato che ha in sé è più forte; sente di avere una natura incline al male.

Anche noi non siamo capaci di fare il bene; quante volte sbagliamo!

Ma proprio perché ha scoperto di aver ricevuto una grazia grande da Dio, si sente in debito ed esprime un’immensa gratitudine!

La comunicazione della misericordia precede la scoperta della miseria.

Dio ha a cuore la nostra miseria, cura, risana, riporta alla santità della prima origine.

Il suo perdono non è un semplice lasciar correre.

Alla stessa stregua non è una soluzione l’amnistia generale, perché banalizza il peccato, mentre il male sempre fa male.

Salvezza è la misericordia terapeutica. Il perdono è guarire. Il passar sopra non dà soddisfazione.

Ecco perché il Signore che usa misericordia è la cura che risolve i nostri pronlemi.

Quando uno incontra la sua misericordia riesce a superare lo stato precedente.

Gesù è venuto per usare a tutti misericordia: i peccatori li ricupera…

La sua potenza è a servizio della nostra impotenza umana.

La misericordia di Dio che si è fatta presente ed operante in Gesù, iniziata qui, ma che durerà fino alla pienezza del tempo.

Ecco perché ‘potete essere a vostra volta misericordiosi’.

Chi ha ricevuto misericordia deve provare com-passione con chi soffre:

perché avendo provato le sofferenze prima lui è in grado di aiutare quelli che sono in condizione di miseria.

La misericordia comprende tre momenti decisivi: gli occhi (accorgersi della debolezza e delle necessità altrui),

il cuore (la miseria dispiace, se ne prova compassione) e le mani (l’intervento per soccorrere le necessità).

‘Siete beati anche voi, che potete vedere, compatire, aiutare, come mediatori di una grazia terapeutica‘.

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