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Sport

PIAZZA PALLACANESTRO VARESE

FABIO GANDINI - 03/02/2023

pallacanestroQualche domanda a risposta elementare, giusto per introdurre come si deve l’argomento. Qual è la società sportiva più amata dai varesini, destinataria di una passione che nemmeno la mancanza di vittorie riesce a sopire? Semplice: la Pallacanestro Varese.

E ancora: qual è la società sportiva più vincente della città di Varese, capace di conquistare dieci titoli italiani, cinque Coppe dei Campioni (o Euroleghe, come si chiamano adesso), tre Coppe Intercontinentali, due Coppe delle Coppe, quattro Coppe Italia, una Supercoppa (l’ultimo trofeo conquistato) e 5 scudetti giovanili? Come sopra: la Pallacanestro Varese.

E infine: quale realtà viene ancora e sempre associata al nome Varese in diversi posti del mondo – quasi fosse l’unica equazione conosciuta e possibile, l’unica che possiamo vantare – dagli Appennini alle Ande, da Belgrado a Tel Aviv, da Mosca a Madrid? Esatto: la Pallacanestro Varese. «Ah sei di Varese? La grande Ignis! Meneghin, Ossola…». E poi tanti tifosi, sparsi ovunque nello Stivale, come una Juve del basket…

Tre interrogativi per uno più grande e definitivo: questa importanza per il cuore delle persone, questa fama dai tratti leggendari, questo blasone sicuramente sbiadito dagli anni ma ancora così identificativo della città e del suo orgoglio valgono l’intitolazione di una piazza o di una via?

Anche in tal caso la risposta non dovrebbe essere troppo complessa, ma la verità è che non ci ha mai pensato nessuno. Fino a oggi, almeno: la questione è stata infatti poco tempo fa presa in carico e nel cuore da due personaggi periti sia della materia – il basket e la conseguente malattia che a esso un po’ tutti qui ci lega – sia di un senso civico che induce ad amare anche attraverso la cura del ricordo.

Uno è Carlo Meazza, fotografo che non ha bisogno di presentazioni alle nostre latitudini, se non la sottolineatura della sua capacità di raccontare Varese e i varesini con le immagini meglio di tante parole. Lui è stato il progenitore dell’idea. A raccoglierla, con quell’entusiasmo fattivo che è una delle sue caratteristiche più belle e riconoscibili, il giornalista Flavio Vanetti, una vita a scrivere di basket e di sport senza mai nascondere (e, d’altronde, perché farlo?) l’amore per i colori del sodalizio cestisti prealpino. Tanto da immaginare e realizzare, nel 2013, il Percorso Ignis, dodici luoghi tra il centro e l’immediata periferia (si va da Corso Matteotti a Comerio, passando ovviamente per via XXV aprile e Masnago) consacrati alla squadra che fece tremare l’Italia, l’Europa e il mondo, con tanto di foto e cartelli esplicativi. Un po’ quello che avviene ad Aix en Provence per Paul Cezanne.

«Stiamo per lanciare una petizione per intitolare una piazza o una via della città di Varese alla Pallacanestro Varese – conferma Vanetti – Ci sembra doveroso che Varese faccia questo ulteriore “sforzo” verso la sua più grande gloria sportiva e verso la bandiera internazionale della sua identità. L’idea è già stata sposata da centinaia di persone, tra comuni cittadini, ex giocatori ed ex allenatori, tifosi e politici. Presto metteremo il documento nelle mani del sindaco Davide Galimberti, che è già stato informato dell’iniziativa e si è detto assolutamente favorevole, affinché lo porti in consiglio comunale e faccia partire l’iter».

Via Pallacanestro Varese. O piazza Pallacanestro Varese. Suona bene, vero? Sì, ma dove? «Un luogo ideale ci sarebbe e noi lo abbiamo fatto notare - continua Vanetti – Si tratta del piazzale dove sorge il palazzetto Lino Oldrini, oggi intitolato ad Antonio Gramsci…». «Non sappiamo se sia possibile una “sostituzione” – chiarisce ulteriormente Flavio – e di certo non vorremmo che nell’intenzione di fare del bene a Pallacanestro Varese si scateni una polemica politica o ideologica. In caso contrario, lo si faccia altrove: a noi va bene qualsiasi soluzione, basta che non si tratti di uno spazio completamente defilato».

Insomma: per la gloria sportiva della città, nessun sottoscala, please…

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