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Fisica/Mente

LAVORO MALATO

MARIO CARLETTI - 12/05/2023

infortuniAlla fine del mese di aprile si è tenuta la Giornata Mondiale per la Salute e la sicurezza sul lavoro.

Tema ovviamente importante, attuale e non puramente scientifico, perché incardinandosi al mondo del lavoro, diventa ovviamente ancor più sociale, economico e politico.

Premessa scontata è che ogni Governo mette nel dicastero della salute, come uno dei punti centrali, proprio quello della promozione e prevenzione degli infortuni/malattie nel mondo del lavoro.

L’attuale Ministero della salute l’ha fatto rilanciando il Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza.

Declinati tre macro temi di riferimento: la sorveglianza sanitaria, i fabbisogni delle strutture di prevenzione e vigilanza sul territorio e la stesura di una strategia nazionale in tema di salute e sicurezza dei lavoratori.

Garantire condizioni di salute nei luoghi di lavoro per contrastare infortuni e malattie professionali (con particolare attenzione ai tumori)e promuovere la cultura della prevenzione sono considerate le due priorità.

Diamo qualche numero per definire il perimetro del problema: le statistiche del periodo 2018-2022, pubblicate dall’Inail (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni Lavoro), parlano di circa 700 mila infortuni denunciati nel 2022, con un incremento di circa il 27% rispetto al 2021, incremento che riguarda sia quelli avvenuti in occasione di lavoro che in itinere, cioè mentre la persona di sta recando al lavoro.

Per quanto concerne i settori gli aumenti hanno riguardato le denunce nel settore industria e servizi (circa 25% in più) e addirittura oltre il 46% nel conto Stato (ad es medici, dipendenti della scuola etc). Gli infortuni sono aumentati in tutti i settori produttivi (Sanità ed ass sociale +113%, trasporto e magazzinaggio +80%, alloggio e ristorazione +55%, per fare alcuni esempi). Su questi numeri grava evidentemente anche l’impatto Covid sui sistemi sanitari e sociali in genere.

I casi mortali sono stati 1090, con un 21% in più per quelli avvenuti in itinere, mentre in tutto il triennio in cui il Covid è stato presente nel Paese le professioni sanitarie sono state di gran lunga le più esposte.

Altro dato significativo è che delle oltre 60 mila patologie lavoro correlate, oltre 40 mila sono a carico del sistema muscolo scheletrico, seguite da quelle dell’orecchio (ipoacusie).

Per fare chiarezza ricordiamo che l’infortunio sul lavoro è una lesione originata in caso di lavoro da causa violenta, che a sua volta può portare a menomazioni parziali, totali o perfino a morte. Con occasione di lavoro si intende un nesso causale tra lavoro e rischio ad esso correlato, per cui segue l’infortunio.

Per itinere si intende infortuni avvenuti nel percorso tra casa/lavoro e viceversa anche se dovuti a colpa dello stesso lavoratore.

Malattia professionale è invece un evento dannoso che trae origine da cause connesse al lavoro che possono quindi anche agire lentamente e per gradi sull’organismo (tra queste la maggiormente nota e più diffusa è ancora l’asbestosi, la malattia da esposizione all’amianto).

Da queste poche note si capisce in modo chiaro come l’evoluzione tecnologica sia delle macchine che dei materiali usati nell’industria vada di pari passo con la possibilità di sviluppo di nuovo infortuni/malattie e che di conseguenza la ricerca specifica nel settore sia fondamentale ed imprescindibile. Qualsiasi nuova materia prima o qualsiasi nuova macchina/strumento entri nel ciclo lavorativo, deve essere studiata a fondo prima di essere utilizzata.

Sembra anche evidente che la vera lotta a questo enorme problema sia possibile solo con una crescita culturale e presa di coscienza dei datori di lavoro e dei lavoratori stessi: ipotizzare che le norme vengano rispettate solo con l’inasprimento delle pene si è già confermato percorso privo di risultati positivi.

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