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Chiesa

CREDETE NELLA LUCE

MASSIMO CRESPI - 29/06/2012

Gesù allora disse loro: “Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della luce”.Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose da loro. Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui; perché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E il braccio del Signore a chi è stato rivelato?E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora: Ha reso ciechi i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore, e si convertano e io li guarisca! Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui. Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma non lo riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi dalla sinagoga; amavano infatti la gloria degli uomini più della gloria di Dio.

Gesù allora gridò a gran voce: “Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me”. (Giovanni 12, 35-50)

Camminare mentre si ha la luce è essenziale per procedere, perché restando fermi si è poi costretti a brancolare nel buio delle tenebre, cercando di raggiungere la meta del nostro viaggio. Se si vuol procedere senza la luce che ci illumina la via, rischiamo di non sapere dove andiamo, se la direzione è quella giusta per giungere là dove vogliamo. Qualcuno pensa d’avere la luminosità sempre disponibile e s’attarda nel cammino, sosta per strada, ma le tenebre lo sorprendono mentre è rimasto indietro, lontano dal traguardo; così marcia per recuperare, tuttavia va a tentoni, sperando sia corretto l’indirizzo preso fidandosi dell’istinto o tirando la sorte sulla via da seguire. La luce non c’è continuativamente e lo sanno bene coloro che vivono con Gesù, nel tempo odierno come nell’antico; non sempre si vede la luce, si percepisce limpidamente la presenza del Salvatore che ci indica la strada adatta alle nostre esigenze, giusta per arrivare nel regno di Dio, obbiettivo finale. Spesso Cristo dopo averci istruito sul percorso da seguire sparisce, si dilegua, magari si trasforma, si maschera… Conta allora fare tesoro delle indicazioni ricevute dal Signore mentre è con noi, ricordarle e memorizzarle tanto da farle nostre ed utilizzarle ad occhi chiusi. Queste segnalazioni divine sono così tante e certe che non possiamo sbagliare rotta; a meno che non crediamo siano veritiere: “Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui”. In questo caso non serve avere buona memoria visiva, fotografica, per muoverci nella direzione detta da Gesù; non serve nemmeno la predisposizione del cuore: “E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora: Ha reso ciechi i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore”. Servirebbe credere con il cuore laddove la mente non arrivi, non s’apra, servirebbe renderlo morbido come quei “molti” i quali “credettero in lui” tuttavia “non lo riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi dalla sinagoga; amavano infatti la gloria degli uomini più della gloria di Dio”. Quei molti gli credono, col cuore diviso però tra l’amore per il Signore e l’amore per sé stessi, per la propria fama.

Dicevamo che non sempre si vede Gesù Cristo dato che se ne va, si nasconde: “Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose”, e aggiungiamo che egli grida a gran voce però: “Gesù allora gridò a gran voce”, per farsi comunque sentire e ascoltare. Egli si rivela, parla continuamente, che sia visibile, riconoscibile e che sia nascosto o coperto dalle forme del mondo. Osserviamo le parole del Salvatore, non le respingiamo o saremo condannati da quelle stesse parole di verità, nell’ultimo giorno.

Gesù ci insegna senza sosta la via per la santificazione esprimendosi, compiendo gesti illuminanti, sia che l’abbiamo sott’occhio, presente, sia che lo perdiamo di vista poiché ci indirizza comunque e ci desta dall’obnubilamento temporaneo, guidandoci verso di lui per mezzo della sua voce, non confondibile. Non siamo mai perduti, nemmeno nell’ombra della notte: egli si fa sentire con chiarezza. Possiamo non riconoscerlo rivestito dalle infinite forme della luce, ma certamente egli penetra dappertutto, sin nelle viscere della coscienza di ciascuno, comunicandoci il vero. Ciò nonostante è prudente procedere con la luce divina riconoscibile, ben accesa accanto, badando che non si spenga lasciandoci in difficoltà, mettendoci nelle condizioni di viaggiare nel buio quasi completo. Gesù c’è e rischiara la notte: perché non tenercelo sempre vicino, oliando la sua lampada? Seguiamolo ovunque va, non permettiamo si nasconda mai. Soprattutto, non allontaniamoci volontariamente da lui convinti lo si ritroverà, perché la sorpresa delle tenebre potrebbe essere definitiva.

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