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Sport

SORPRESA AI VERTICI DEL CONI

ETTORE PAGANI - 01/03/2013

Giovanni Malagò

Cambio di guardia al vertice del Coni.

Gli avvicendamenti nelle cariche in generale di solito non guastano. Almeno al momento. I rimpianti o i consensi, semmai, arrivano dopo. All’inizio, quindi, non esistono possibilità di tirare le somme, di fare bilanci o paragoni. Tutto si vede in seguito. Quel che conta, di solito, è l’opportunità degli avvicendamenti: evitano forme di potere sulle quali chi è in vetta rischia, addirittura di adagiarsi con inerzia quando non, addirittura, di farci conto di rinnovo in rinnovo.

Ecco, se tutto il resto sarà da vedere, qualcosa al riguardo dei poteri nell’attuale sostituzione s’è già visto. E si è visto che da noi la politica entra anche nello sport con le sue caratteristiche: non è una novità, sia ben chiaro, ma qualche volta (almeno… qualche) sarebbe bene evitare.

A quel che si è sentito dire c’è chi (il favoritissimo e invece silurato) ha gridato al tradimento. Partendo, infatti, dal presupposto che la matematica – anche per quel che riguarda il Coni e relative elezioni – non è un’opinione. Lo sconfitto, fatti i debiti conti e calcolate le altrettanto debite assicurazioni, avrebbe dovuto vincere certamente anche con buon scarto di voti. E, invece, dei voti – sempre a quel che si dice – sono arrivate le pugnalate alle spalle, quasi immancabili come le assicurazioni. Tanto più se vengono dagli amici. E più intimi sono peggio è.

Non sempre è consigliabile fidarsi di quelle sulle Rc auto figuriamoci delle altre!

Esultanza, invece, per il subentrante Malagò all’annuncio dei voti scattato in piedi a braccia alzate quasi come avrebbe potuto un’interista a un gol dell’attuale formazione nerazzurra o un milanista (sia pur nell’abitudine) vedendosi omaggiare dell’ennesimo rigore.

Malagò ha anche sottolineato, nel discorso di rito, la soddisfazione per il proprio trionfo con toni fin troppo accesi nel precisare la sicurezza (per la verità eccessiva) della propria vittoria.

Saremo compiaciuti di prendere atto dei riscontri positivi di tanta soddisfazione oppure rimpiangeremo o, se del caso, né l’uno né l’altro continuando il calderone a bollire a fuoco lento.

Per il resto solo l’impressione di una generale potere-mania. Il che del resto è nella normalità dei fatti.

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