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Opinioni

L’ATTACCO PREVENTIVO

ROMOLO VITELLI - 25/11/2011

 

Il Governo Monti non si era ancora insediato che era già riuscito a mettere d’accordo la destra con la sinistra estrema. Bossi e la Lega Nord, Nicky Vendola ed il suo Sel, la Fiom, la CGIL, Francesco Storace e la sua Destra, gli Indignati italiani e gli studenti, i Cobas, con l’appoggio di giornali che vanno dal Foglio a Libero, dal Manifesto a Liberazione eccetera. E’proprio vero quello che dicevano i latini: “Extremitates, aequalitates!” (“gli estremi si toccano”). Infatti al di là di inevitabili differenze, leggendo la stampa di destra: sia quella più vicina alla famiglia Berlusconi (il Foglio, il Giornale) che quella fiancheggiatrice (Libero, Il Tempo) e l’organo della Lega, La Padania; e poi quella più propriamente di sinistra: Manifesto e Liberazione, il Fatto, si notano molte analogie e poche differenze. Destra e sinistra estrema sono accomunati da un attacco preventivo contro il governo Monti; un attacco che prescinde dai programmi e dalle scelte. Infatti: Il Foglio, Libero, il Manifesto, il Giornale e il Fatto rilanciando la teoria del “Grande Complotto” e ci stanno raccontando che in Italia la “democrazia è stata sospesa” e che il governo Monti è “espressione dei mercati e dei ‘poteri forti’ e della dittatura franco-tedesca.” Lo stesso Ferrero va ripetendo che “il governo Monti si conferma sempre più come un esecutivo dei ‘poteri forti’ che prosegue sulle questioni economico-sociali le politiche di Berlusconi e della Lega”; mentre Beppe Grillo e Domenico Scilipoti sembrano essere d’accordo sul fatto che “il Governo Monti è un golpe”.

Si tratta, com’è noto di personaggi della politica e di quotidiani politicamente ed idealmente di solito in contrapposizione tra loro, ma che si trovano per una volta concordi nel vedere dietro il Governo Monti delle forze occulte che tramano. Su questa questione dei “poteri forti” non vorrei dilungarmi anche perché, a chi l’aveva sollevata, ha risposto efficacemente ed ironicamente Monti, durante il dibattito alla Camera, lamentando se mai l’assenza in Italia di questi poteri forti. Come fanno i quotidiani della destra a sostenere che siamo in presenza di una “sconfitta della politica,” e che “il governo Monti sospende la democrazia?”. “Ma quale sospensione della democrazia. Se mai – dice lo scrittore Gianrico Carofiglio, senatore del Pd – si tratta del ritorno della vittoria della politica, di quella vera”.

La politica italiana, in questi diciassette anni di potere berlusconiano, è stata immiserita da continue violazioni delle regole democratiche, promesse non mantenute, da ruberie, scandali, volgarità e trivialità di linguaggio e di gestacci osceni in Parlamento e in tv, che hanno costretto il Cardinale Bagnasco alla fine a reclamare una purificazione dell’aria. Lo stesso Parlamento – ricorda E. Macaluso – “…è stato emarginato e chiamato solo a votare fiducie e sfiducie, autorizzazioni a procedere e leggi ad personam, mai impegnato in un confronto serio, forte, serrato sui grandi temi che attengono alla politica europea, all’economia, alla questione sociale, al domani di questo Paese”. Abbiamo dovuto attendere anni per poter vedere, durante il dibattito sulla fiducia a Monti al Senato e alla Camera, un Parlamento nella pienezza delle sue funzioni, tornare a discutere civilmente e democraticamente di problemi reali, con il linguaggio veritiero ed onesto della vera politica, quella cioè che si occupa di amministrare la polis, il bene comune e non gli interessi personali di qualcuno. Di fronte a questa innegabile novità, che solo di per sé è un valore impagabile di questa fase politica, bisogna chiedersi: “ Perché la variegata sinistra che oggi non siede in Parlamento, Sel, solo in parte compresa (anche se la sua posizione verso il Governo Monti meriterebbe un discorso a parte più articolato) ha assunto una posizione piena di riserve e di distinguo, se non un atteggiamento di opposizione pregiudiziale, nei confronti di una formazione governativa nata per evitare la bancarotta, cui la stavano portando Bossi e Berlusconi? Per certi aspetti questa polemica pretestuosa di oggi richiama alla mia memoria analoghe posizioni strumentali espresse dalla sinistra bertinottiana all’epoca del primo e soprattutto secondo Governo Prodi, affossato in nome di “equilibri più avanzati” (si è visto chiaramente poi quanto avanzati fossero quegli equilibri economico-sociali e politici portati avanti dal governo Berlusconi, vincitore delle elezioni!) ma anche quelle perverse forme di “benaltrismo”, che da sempre affliggono una certa sinistra, e che purtroppo le abbiamo sentite ripetere da Vendola a “Che tempo che fa,” da Fazio, domenica scorsa. Il “benaltrismo”, com’è noto, è quel neologismo derivante dall’espressione “occorre ben altro,” utilizzato di fronte a provvedimenti ritenuti, il più delle volte in modo pretestuoso, non adeguati alla situazione politica del momento, con il risultato che: “a furia di spostarsi sempre più a sinistra si finisce poi per ritrovarsi collocati a destra,” favorendo sempre di fatto il mantenimento dello status quo. La verità è che la fine dell’epoca berlusconiana e la nascita del Governo Monti hanno preso in contropiede, trovandoli impreparati quanti si erano attardati, a destra, ma anche a sinistra, in forme di lotta e/o di governo viziati da conservatorismi paralizzanti e/o da incrostazioni ideologiche del secolo scorso, improduttive ed inefficaci. Rigore, crescita ed equità: questa è la sintesi del programma presentato alla Camera da un governo composto unicamente di tecnici competenti, che hanno sostituito i “nani e le ballerine”del precedente.

Da tempo non si sentivano simili parole di verità in Parlamento; ma questo governo Monti, ci ricorda che siamo in presenza di un “esecutivo di emergenza nazionale” voluto tenacemente dal Presidente Napolitano. A sentire certi distinguo di Di Pietro e di Vendola sembra che queste forze non si rendano conto a pieno dell’eccezionalità della fase di transizione e di crisi che sta vivendo la nostra società e delle conseguenze nefaste per il nostro Paese in caso di fallimento di Monti. Penso che questo governo sia il nuovo che sta faticosamente nascendo dalle vecchie macerie berlusconiane in questa fase convulsa di transizione. Le fasi di transizione e di crisi, com’è noto, hanno sempre comportato pericoli, ma anche opportunità positive .Questo lo hanno sempre saputo bene i cinesi. Nella loro lingua la parola crisi è composta di due ideogrammi: uno per indicare pericolo, un altro opportunità. Oggi il governo tecnico, al contrario di quel che dicono i giornali della destra e della sinistra radicale e giustizialista, sta riaprendo i canali della politica, offrendo a tutte le forze di opposizione e di maggioranza l’opportunità di rigenerarsi e di riposizionarsi. Gli effetti positivi di questa fase nuova per L’Italia cominciano già a farsi sentire in Europa e nelle cancellerie internazionali che contano, nei mercati e nel clima politico generale del Paese ed avranno importanti conseguenze sulla vita nazionale: dopo la “fase Monti” nulla sarà come prima! Le conseguenze e gli effetti si faranno sentire non solo sugli assetti attuali dei partiti, ma anche sulle coalizioni. Il centro – destra berlusconiano potrà riformarsi come vera destra, dando al nostro Paese finalmente quella destra costituzionale ed europea, di cui l’Italia ha tanto urgentemente bisogno. Ma anche la sinistra nel suo insieme è chiamata a ridefinire il suo assetto politico, e a darsi un profilo unitario riformista e alternativo al centro-destra all’altezza dei problemi nuovi del Terzo Millennio. Bersani e Casini sono i leader di partito che più hanno contribuito alla nascita del governo, assicurandogli un impegno pieno e incondizionato. Il PD, compatto ed unitario al suo interno e il Terzo polo stanno impegnando, in questa fase politica di sostegno incondizionato a Monti, non solo il loro presente, ma anche il loro futuro e questo dovranno ben saperlo i vari Vendola e Di Pietro se non vorranno compromettere le loro alleanze future. Mano, mano che l’opera di risanamento di Monti andrà avanti, gli orfani di Berlusconi del Pdl e la Lega lavoreranno per logorare il governo e procurarne la caduta. Sarebbe una iattura se l’opposizione della sinistra estrema e le riserve di Sel e dell’Idv dessero una mano agli “sfascisti”. Oggi c’è bisogno dell’apporto di tutte le forze sane del Paese per portare a buon fine il programma di risanamento morale ed economico dell’Italia. Il berlusconismo e l’antiberlusconismo avevano paralizzato e commissariato la politica. Oggi dopo la caduta del governo non vi sono più alibi per nessuno. “Tutti i partiti”- dice Macaluso sul Riformista – sono chiamati al loro interno a ridefinire scelte su temi su cui si è sempre soprasseduto e glissato: lo Stato e l’economia, la riforma dello stato sociale, il ruolo dei sindacati, ecc.” Questa fase può preparare una competizione elettorale fondata su grandi scelte e non sul dilemma Berlusconi sì, Berlusconi no. Solo così potremo tutti insieme contribuire ad elaborare una politica riformista, restituendo a tutti gli Italiani una speranza.

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