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Sport

APPRENDISTI? DISTINGUIAMO

ETTORE PAGANI - 27/09/2013

Apprendisti calciatori…

Apprendistato per i giovani calciatori. È cosa buona. Meglio soprassedere sul rituale seguito “e giusta”.

Dare la stessa valutazione a quello che spetta ad un lavoratore subordinato parificandolo a chi scegli uno sport sperando in una carriera che se troncata senza seguito avrebbe lasciato l’interessato all’asciutto sembra un po’ eccessivo.

D’altro canto se si tiene presente che gli “apprendisti calciatori” di norma non sono privi anche di un trattamento economico che assicura quanto meno il mantenimento e che è poi tale se non superiore a quel che percepisce “l’apprendista lavoratore” il provvedimento e le motivazioni poste a base dell’opportunità di un’estensione ai giovani calciatori appaiono per lo più infondati.

Capita, insomma, a giovani calciatori quello che capita agli apprendisti di qualsiasi lavoro subordinato.

Toccherà, poi, al giovane calciatore, ritenuto inidoneo costretto a lasciare il calcio, di cercarsi altro lavoro. Subendo, insomma, esattamente la stessa sorte dell’apprendista lavoratore non ritenuto idoneo, alle mansioni affidategli.

Fermo restando – è il caso di ripeterlo – che, svolgendo il suo apprendistato quale calciatore, il giovane avrà sicuramente fruito di un certo trattamento economico.

Cosa “buona”, dunque, l’apprendistato per giovani calciatori non senza qualche riserva sul definirla “giusta”.

Come “utile” – peraltro – lo si potrebbe senz’altro motivare purché il carico del trattamento incida solo ed esclusivamente sulle casse delle società senza ricadute sui terzi come trattamenti previdenziali a carico dello Stato e, quindi, puntualmente, del cittadino. Oppure, anche più semplicemente, con aumenti di costi di biglietti d’ingresso, abbonamenti o quant’altro. Sempre a danno del privato.

Il che non è facile da escludere.

La critica – se di critica si vuole parlare – non pretende di essere drastica o demolitrice di un possibile provvedimento.

Del resto quando lo si definisce buono o, comunque, (e forse meglio) utile non si può parlare di giudizio negativo in maniera assoluta. Non si può, invece, non criticare disparità di trattamento in situazioni simili e non si può non prendere atto come quello dei giovani calciatori sia, già di per sé, più favorevole rispetto interessi d’altri.

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