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Spettacoli

IL NOTAIO DI CUVIO

SERGIO REDAELLI - 04/10/2013

Ermanno Maculan e Sarah Maestri in abiti di scena (foto Mauro Ponti)

Il volto del caratterista dal lungo naso curioso e dallo sguardo inquieto e indefinibile, un po’ ingenuo ma passionale, lo ha notato Sarah Maestri fra i duecento aspiranti attori in fila per una parte alla Camera di Commercio. Era assolutamente adatto a un personaggio di Piero Chiara: “Tu come ti chiami? Ermanno Maculan? Bene, sei scritturato. Sarai il notaio Ronchi”. Più o meno così il buon Ermanno da Induno Olona, 62 anni, sposato e padre di due figli, un’onesta carriera alle spalle da operaio meccanico-tessile con l’hobby della bicicletta e una lunga militanza nella compagnia filodialettale del paese, si è trovato di colpo a vestire i panni della star nel film Il Pretore di Cuvio. Più di quanto avrebbe mai osato sperare.

Subito dopo aver realizzato che faceva parte del cast, è corso a procurarsi una copia del romanzo di Chiara. “Come lettore valgo poco – ammette –. Finora avevo solo sentito parlare dello scrittore di Luino, ma adesso che l’ho scoperto lo sento vicino e sto diventando un collezionista dei suoi libri. Al mercatino di Varese ho trovato una copia di Vedrò Singapore, prima edizione del febbraio 1981 con la firma dell’autore. L’ho pagata tre euro, una fortuna sfacciata. Com’è nata la mia partecipazione al film? Ho letto su Varesenews che cercavano comparse e mi sono incuriosito. Mi piace mettermi in gioco. In passato ho interpretato piccoli ruoli teatrali, il commissario ne Ul Curtil di Cassinett, il medico in All’Uspizzi di Vegit s’è Liberà un Lett e il signor Whiterspoon in Arsenico e Vecchi Merletti ma questo è molto, molto di più”.

“Nella primavera scorsa ho avuto la parte del passante curioso nel film Scherzi, il thrilling del regista Alessandro Damiani tratto da una storia di Paolo Franchini che uscirà in dicembre al cinema Multisala Impero. È stata un’esperienza amatoriale ma mi ha dato il coraggio di presentarmi al cast del Pretore di Cuvio. È stata la mia rampa di lancio”. Ermanno, operaio specializzato, si è occupato per trentacinque anni delle macchine circolari per calze e maglieria alla Mec-Mor di Induno Olona. Nel tempo libero giocava al pallone nell’Aurora Calcio e, memore dei successi ottenuti durante la naia quando corse i campionati italiani dei cinquemila, sudava nelle gare podistiche della Valceresio. Con buoni risultati soprattutto nella mezza maratona.

“Ho fatto tanto ciclismo con le gare dell’Udace – ricorda – e molto teatro, quello sì. Fin da ragazzo accompagnavo i miei fratelli nella sala Monsignor Comi dove si esibiva la compagnia Deo Et Caesari con il cavalier Giancarlo Lancia regista tuttofare. Negli intervalli della commedia i miei fratelli salivano sul palco per l’intermezzo musicale, Gigi al sax e clarino, Antonio alla tromba, Edoardo Novati alla fisarmonica e Giancarlo Bortolotto alla chitarra elettrica. Io portavo gli strumenti e restavo a vedere lo spettacolo. La passione è nata allora. Con il passare degli anni, la compagnia Deo et Caesari si sciolse, le subentrò il Teatro-Giovani e dopo una pausa nacque il Portico degli Amici, la compagnia di cui faccio parte che è tuttora in attività. Fu un’idea del regista Carlo Riva, parlando tra amici sotto il portico del municipio”.

Decisivo è stato l’incontro con l’attrice Sarah Maestri. “Fu lei a volere che le comparse del Pretore di Cuvio sostenessero un provino cinematografico che di solito non è richiesto, porti solo due foto e un foglio con i dati fisici, nome, cognome, precedenti esperienze di recitazione e profilo attitudinale. La notte prima del provino non ho chiuso occhio. Ero agitatissimo. Ci hanno fatto recitare un monologo a scelta e io ho improvvisato una barzelletta in dialetto ma non è andata bene, ero troppo emozionato. Mi hanno detto: “Le faremo sapere”. Alla presentazione nei Giardini Estensi ho avuto la prima sorpresa, ho saputo che ero stato preso come comparsa e mi hanno convocato per le prove degli abiti in via del Cairo, davanti a un camion adibito a sartoria. Vestito alla moda degli anni trenta, completo scuro, cappello e cravatta”.

Poi il miracolo. Come di solito avviene solo nei film. “Sono uscito per spostare l’automobile, Sarah mi ha visto e ha fatto un cenno con delicatezza: “Ciao Ermanno”. Mi ha dato un paio di battute da leggere, siamo andati dal regista e mi ha comunicato che ero promosso sul campo: “Da oggi sei il notaio Ronchi”. Ero al settimo cielo. Sarei già stato soddisfatto di fare la comparsa, figurarsi un ruolo tutto mio. Mi sono presentato al primo ciak nella sala del tribunale di Varese già calato nella parte. Era la fine di luglio. Recitare è un sogno che si è realizzato, pensavo fosse impossibile per me. Mi dà gioia avere condiviso un mese di vita con il cast degli attori, dalle quattro del pomeriggio alle due di mattina, una famiglia, dopo il lavoro tutti seduti sotto il sole con il cestino distribuito dalla produzione e poi di nuovo alle prove, fino a mezzanotte”.

 “Che cosa mi aspetto per il futuro? Spero mi chiamino per girare un altro film. Credo di avere un viso espressivo. Mi piace stare in mezzo alla gente e sul set tutti mi vogliono bene. Il teatro è bello ma il cinema lo è di più, non c’è il contatto diretto col pubblico ma è più elettrizzante. Quando il pretore cornuto entra al caffè Clerici viene schernito, tutti ridiamo alle sue spalle. Nella vita reale non farei mai una cosa del genere, ecco la magia che ti trasforma in un’altra persona. Il cinema mi ha arricchito e avvicinato alla lettura. Continuerò a frequentare i nuovi amici con cui ho un rapporto personale su Facebook. È un po’ come andare a militare insieme, le differenze d’età non contano, sono in contatto mail con il regista Giulio Base e con Mattia Zaccaro Garau, scrittore e poeta che interpreta il ruolo dell’avvocato Landriani. Di tutto questo ringrazio Piero Chiara”.

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