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Sport

GIRONE DIFFICILE? NELLA NORMA

ETTORE PAGANI - 13/12/2013

Terrificante. Tra tanti aggettivi che, in chiave drammatica e sconsolata si è pensato di definire la sorte toccata all’Italia nel sorteggio mondiale, questo è uno dei pochi non comparsi. Per il resto si è sfiorato il paragone con il disastro.

Ma proprio l’Inghilterra, ma proprio l’Uruguay ci dovevano capitare!

Passi la Costarica (che però… non si sa mai) ma le altre: da far tremare i polsi. Meglio le caviglie. Certo che, tutto sommato, ma senza arrischiare matematiche sicurezze – se ci fosse stata solo la Costarica non sarebbe guastato. Italia contro Costarica A, Costarica B, e Costarica C. Meglio ancora se il girone fosse stato formato solo da Italia A, B, C, e D. Con maglie diverse, ovviamente, tutto azzurro avrebbe potuto creare problemi.

Partendo dal presupposto, allora, che “contro” qualcuno bisognava pur giocare non guasterebbe tener presente che tra questi qualcuno non figurano, nel girone infernale dei nostri, squadrettine del calibro – non certo da ridere – di Germania, Olanda, Brasile, Francia, Argentina solo per citarne alcune (Spagna a parte, ovviamente) senza allungare il brodo.

Un pensiero questo delle nostre non immediate avversarie che qualche consolazione potrebbe pur darla.

Per il resto si vedrà senza, però, non tener presente che qualunque delle “assenti” citate non sarebbe da temere – ma proprio per niente – meno di quanto non siano temibili Inghilterra e Uruguay.

Del resto gli inglesi, per quanto pericolosi possano essere, danno, già da parecchio tempo a questa parte, la sensazione di essere neppure lontanamente parenti di quegli stessi loro connazionali che formavano lo squadrone di S.M. la Regina anni addietro. E questo sia detto senza lasciar posto ad una svalutazione degli attuali da tenere, comunque, nel debito conto ma senza panico di sorta.

E senza panico sarà opportuno anche pensare all’Uruguay salvo il richiamo alla presenza di quel Cavani che, lo scorso anno, nel campionato italiano, ha fatto da supporto ad ogni vittoria del Napoli di Mazzarri. Senza, però, dimenticare che giocare in una squadra di club è condizione ben diversa da quella che si deve affrontare in una nazionale.

Lo stesso Cavani, nelle file uruguaiane, non ha mai mostrato pari strapotere a quello partenopeo.

Insomma, tornando al concetto che contro qualcuno si dovrà pur giocare, toccherà alla squadra italiana comportarsi degnamente e con talento.

Certamente dovrà dimostrare il meglio ottenuto in ogni partita di quelle sinora giocate in sede di preparazione e di qualificazione dove il “meglio” è affiorato solo a tratti nell’ambito dell’infinita serie di tentativi giustamente messi in atto dalla tenacia e serenità di Prandelli in qualità di “ricercatore”.

Sinceramente i suoi sforzi non può dirsi che siano approdati al massimo anche, e soprattutto, per la discontinuità (ad essere ottimisti) di qualche giocatore Balotelli in testa.

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