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Attualità

PRIMA CAPPELLA, TEST CON ESPLOSIVI

SERGIO REDAELLI - 26/09/2014

Il punto dove sorgera il parcheggio (foto Antonio Zaffaroni)

Il punto dove sorgerà il parcheggio (foto Antonio Zaffaroni)

I lavori per la costruzione del nuovo parcheggio alla Prima Cappella inizieranno ai primi d’ottobre e il sindaco promette che all’apertura del cantiere si farà un’ultima prova prima d’iniziare lo sbancamento della roccia. Il progetto proseguirà soltanto se i risultati saranno quelli garantiti dal Comune e cioè che non ci sia alcun segnale di pericolo per la chiesetta dell’Immacolata. Attilio Fontana conferma: “Siamo assolutamente sicuri di quel che facciamo, d’accordo con la Curia condurremo delle simulazioni con due, tre, quattro microcariche esplosive per verificare gli effetti delle onde d’urto sulla massa compatta della roccia. Abbiamo sofisticate attrezzature e sarà presente un tecnico incaricato della Curia. Siamo pronti ad abbandonare il progetto qualora ci fossero motivi d’allarme per la chiesetta del ‘600 e, fatta anche quest’ultima verifica, i lavori per il parcheggio andranno avanti spediti”.

Dunque i giochi sono fatti, Palazzo Estense non torna indietro. Il parcheggio s’ha da fare e si farà, non c’è padre Cristoforo che tenga. “E non è vero – dice il sindaco – che la Curia ha preteso dal Comune un impegno a eventuali risarcimenti. Sono tutte storie”. Il test servirà per registrare non tanto gli eventuali danni (che potrebbero anche rivelarsi in un secondo momento) ma i movimenti e gli scossoni provocati alla chiesetta dalle onde d’urto, a scanso di futuri equivoci o differenti valutazioni su possibili danni. La giunta va avanti anche di fronte all’ultimo richiamo alla cautela che Riccardo Broggini, vicepresidente della Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, ha espresso alla conferenza-stampa per la presentazione del nuovo spazio espositivo dedicato a monsignor Macchi: “Per realizzare il parcheggio – ha detto Broggini – sarà necessario rimuovere cinquemila metri cubi di roccia e un amico ingegnere esperto di cementi armati, di cui non faccio il nome, afferma che le onde d’urto potrebbero senz’altro provocare danni all’Immacolata”.

A nostro avviso, dopo le grida d’allarme lanciate da più parti e le rassicurazioni piovute non solo dal Comune ma più o meno esplicitamente anche dalla Sovrintendenza e dal Parco del Campo dei Fiori, non si può andare avanti in eterno con i dubbi e le polemiche. Che ognuno si assuma le proprie responsabilità e se ci saranno errori chi li commette pagherà. Bisogna pur dire che se i cittadini hanno democraticamente eletto i propri rappresentanti amministrativi, non possono mettere in dubbio le loro decisioni a ogni passo. Se c’è una cosa che non è mancata sul parcheggio alla Prima Cappella è il dibattito politico duro, anche aspro. Si sono formati gruppi d’opinione contrari all’opera e il sindaco e la giunta hanno perfettamente capito di avere toccato un argomento sensibile, il Sacro Monte è caro a tutti i cittadini come una nonnina da proteggere con amore e delicatezza.

Non possiamo pensare che il sindaco, cresciuto all’ombra dell’Arco del Rosario come tanti altri varesini, voglia danneggiare con la chiesetta dell’Immacolata definitivamente la propria immagine e il bilancio del proprio mandato. Sarebbe autolesionismo bello e buono, anzi pazzia. Ha ricevuto abbondanti richiami alla prudenza e siamo certi che si è posto per primo e di persona tutti gli scrupoli del caso. C’è da dire che la Curia non ha preso finora alcuna posizione ufficiale sul parcheggio alla Prima Cappella e il silenzio sembra in questo caso assumere il valore di un assenso. Non c’è dubbio che il Sacro Monte meriterebbe uno studio adeguato e complessivo di accessibilità e utilizzo come da anni si affannano a ripetere cittadini emeriti come l’architetto Ovidio Cazzola e il designer Paolo Zanzi. Questa visione d’insieme per ora non c’è e la colata di cemento per il parcheggio alla Prima Cappella non è il miglior biglietto da visita. Ma il mandato per governare la giunta Fontana lo ha, ai varesini resta il compito di giudicarne alla fine l’operato.

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