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Sport

BETTOLE: SEMPRE TRISTEZZA

ETTORE PAGANI - 03/10/2014

bettoleLa fantascienza applicata all’ippica. Come titolo di un romanzo sulla situazione di viale ippodromo, ovviamente in Varese, sarebbe sicuramente indicato. Le tinte? Giallo-rosa con netta prevalenza per la prima.

Volendo distinguere i due colori ed assegnarli in parti esatte non vi sarebbero dubbi: il giallo al 100% alla società ed il rosa al risultato del prodotto 2014 cui si è incredibilmente approdati in una situazione di ritenuta impossibilità di concretizzarsi, appunto, mettendosi in atto lo svolgimento dell’annuale stagione estiva (sia pure ridotta) sulla effettuazione della quale nessuno avrebbe scommesso anche un solo euro.

Osanna, al miracolo, dunque! Ma che sia possibile una ripetizione del prodigio sembra, allo stato, almeno improbabile.

Ci spieghiamo. È inutile continuare a sottolineare l’indiscutibile presenza di una crisi dell’ippica sul territorio nazionale quando, al di là di questa e più in profondità, esiste una crisi della società locale che non si risolve e che, per la verità, relativamente alla quale si trascinano fra opposizioni di ostacoli su tutte le strade per una definizione positiva.

Per la verità parlare di tutte le strade è, decisamente, improprio posto che la via giusta da praticarsi sarebbe una sola: quella del subentro di una nuova composizione sociale rispetto all’attuale. Ma appare evidente che la grave crisi economica che travaglia la Varesina non possa consentire il subentro di terzi se non con pieni poteri e con acquisto dei poteri stessi liberi da ogni indebitamento, che poi l’eventuale nuovo sodalizio possa continuare a chiamarsi Società Varesina Corse Cavalli o con altro nome poco importa. E poco importa che si continui con galoppo e trotto o con il solo trotto.

Almeno poco importa ai fini della sistemazione societaria. Potrebbe importare, invece, agli ippofili locali, probabilmente poco propensi alla sparizione del galoppo. Ma è questo discorso marginale e oggettivo non ostativo di eventuali uniche possibilità di salvezza dell’ippodromo.

Sul piano sostanziale chi si era (si noti il passato) dichiarato disposto a costituire una nuova società o a subentrare all’attuale pretendeva – ovviamente – di prendere le redini libera da ogni passività. L’occasione utile e non era mancata. La cosa appariva di tutta normalità ma non ha trovato positiva riscontro sì che l’interessato alla successione -disposto anche alla costruzione di un impianto per il trotto- si è, ovviamente, dileguato.

Tutt’ora continua a dibattere nella più profonda situazione paludosa. E i debiti della Varesina – che pure pare vanti anche crediti – continuano ad accavallarsi. Si continuano a mantenere due centri di allenamento mentre anche gli occupanti delle scuderie Olona pare non adempiano più al pagamento degli affitti probabilmente ritenendosi danneggiati dalla situazione.

Ovviamente non sono solo questi gli aspetti di un bilancio negativo sui quali incidono, naturalmente, anche le spese di ordinaria amministrazione : pur di non minore entità. A fine ottobre dopo essere stata rinviata una prima volta (si notino le date 8 settembre e 28 ottobre…) si dovrebbe tenere un’assemblea con all’ordine del giorno un fin troppo ottimista aumento di capitale.

E intanto si continua a vivere in una antipatica e, ancor più, disastrosa incertezza.

A far lievitare la quale non si comprendono – questo è il punto – le ragioni che volutamente impediscono una radicale sostituzione societaria unica via di salvezza.

Dell’ippica varesina questa è la storia. Le altre sono questioni di inutile contorno. O fantasie.

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