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Sport

TRA MAZZARRI E MANCINI

ETTORE PAGANI - 13/02/2015

manciniRaffronti si sprecano. C’è addirittura chi parla di una particolare affezione del pubblico nerazzurro per l’attuale allenatore e che avrebbe perdonato a quest’ultimo, appunto, quello che non avrebbe mai perdonato a Mazzarri che – si dice addirittura – se avesse ottenuto risultati pari a quelli del Mancini sarebbe stato “triturato”.

Ora che con Mancini nulla di meglio si sia visto – fin’ora – di più di quanto non si fosse visto con l’altro è un dato di fatto. Così come è dato di fatto che Mancini sia – da sempre – stato il beniamino dell’ex Moratti ma che anche il pubblico nerazzurro lo abbia adottato concedendogli i suoi incondizionati favori è tutto da discutere visti – meglio – sentiti i fischi che la squadra (senza esclusione del trainer) si è beccata in più di una delle sue più recenti esibizioni.

Noi sui due qualche dubbio l’avevamo già sollevato a priori senza attendere troppo magari osando. S’era detto che Mazzarri costruttore di squadre non era mai stato, quindi non idoneo per l’Inter che al momento della sua chiamata a Milano era tutta da costruire.

Quanto a Mancini ci si era permessi di rilevare quanto la presenza di Ibraimovich – grande nel periodo neroazzurro – determinante con qualche altro non precisamente insignificante collega fosse stata sui risultati della squadra.

Vero che su Mancini un giudizio per quanto fatto durante l’attuale presenza all’Inter può apparire prematuro, ma altrettanto è vero che allo stato poco di convincente sia stato capace di dimostrare e con l’aggravante dell’arrivo in nerazzurro di qualche buon giocatore di cui Mazzarri non disponeva proprio.

È presto per parlare ma non lo è per dare giudizi sul momento e su quanto Mancini abbia fatto dopo il suo arrivo all’Inter. E non è neppure presto per essere in disaccordo con non pochi che hanno ravvisato un progresso della squadra nerazzurra anche nell’incontro con il Napoli al riguardo del quale non ci pare proprio che l’Inter abbia giocato una così bella partita.

L’Inter è parsa, infatti, piena di una lodevolissima volontà (anche i fischi servono) frutto di elogiabile spirito dignitoso. Ha mostrato anche un’eccellente tenuta atletica espressasi in corsa, velocità e quant’altro. Ma purtroppo il tutto accompagnato da manovre approssimative e senza costrutto, mai frutto di un gioco ben coordinato quello necessario perché si possa accordare un giudizio positivo.

Non è azzardato dire che impostando tutto l’incontro nell’ambito di una serie di palloni in avanti senza costrutto, l’Inter è arrivata una sola volta a impressionare la difesa avversaria. Questo non è giocare bene. Meglio parlare di encomiabile impegno ma anche di sola improvvisazione e di mancanza di quello che l’allenatore dovrebbe insegnare alla squadra.

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