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Sport

ARIA DI NATALE

ETTORE PAGANI - 11/11/2016

La S.C. Binda in festa

La S.C. Binda in festa

Aria di Natale. Tempi che cambiano. Poco o tanto. Ricordi che affiorano o che annegano perché non sanno (e non meritano) di nuotare nel fiume dei sentimenti.

Ricordi come quelli dello sport varesino che, nei tempi andati, si vestiva di biancorosso ma non il solito, quello di Babbo Natale. Era tutto un fermento quasi a ritmo e a programma obbligato. Fatto di voglia di trovarsi, di uno scambiarsi di auguri, di consuntivi con tanto di dirigenti impegnati nella cena di rito e con atleti da premiare nel rendiconto della annata trascorsa.

C’erano tutti dietro quelle tavole con il profumo di alberi di Natale nelle sale di questo o di quel ristorante. Quelli del ciclismo con la Binda degli Ambrosetti e con i suoi portacolori a rievocare i successi messi sul libro d’oro e c’erano quelli del V.C. Varese Ganna fatto nascere da un altro Ambrosetti (Nuccio) – invece – un po’ in competizione con quelli della Binda di cui era stato – prima della scissione – altro dirigente.

E c’erano quelli della U.S. Santambrogio di Paolino De Marco venuti in seguito, con l’Edera a nutrire la fame di passione del ciclismo locale.

Nel calcio, a partire da quello del Varese, Caronni, Marini e così per arrivare a quello dei Borghi facendo largo spazio anche al basket.

E ancora era tempo di ritrovo per gli appassionati della moto riuniti in un vivace Moto Club Varese di Bellini e di Belletti, Premoli e quant’altri eccellenti nell’organizzazione di circuiti cittadini aperti ai migliori campioni dell’epoca da Tenni a Ruggero, Paganini, Bandirola e avanti di questo passo di gloriosi.

Il Natale era, insomma, divenuto, occasione di festa sportiva oltre che religiosa. Ricordi che potrebbero aumentare di gran numero. Solo volendosi ricomprendere anche le società minori con la stessa puntualità delle maggiori a ritrovarsi in amicizia.

Ricordi che tornano, tutti di un bel passato, che non si ripropone, se non eccezionalmente, al presente, non tanto perché manchi il sentimento ma probabilmente per una diversa composizione delle società allora tutte facenti capo a locali e ora invece a situazioni esterne sia quanto a persone che a sponsorizzazioni senza nulla togliere ad alcuno. Al presente – è pur obbligo dirlo – che è preferibile il passato.

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